Cronachesorprese

28 Marzo 2008

Il meglio elettorato

Filed under: dichiarazioni di voto — alessandro @

L’aspetto più crudo della campagna elettorale è la pesca a strascico delle ultime settimane.
Non ho mai avuto nessun dubbio sull’astensione, ma queste battaglie a contendersi gli ultimi mononeuroni sono davvero particolarmente motivanti…
Per il momento il video di I am Pd si vede ancora. Non so per quanto, però. Quindi ho provveduto a salvarlo in flv, a futura memoria.
Nessuna speranza invece di non veder proliferare l’ipnotico “meno male che Silvio c’è”, che dannazione non riesco a togliermi dalla testa da circa 24 ore. Se qualcuno dovesse vedermi i giorni delle elezioni uscire di casa e dirigermi con occhio vitreo e movimenti automatici verso il seggio, mi fermi e mi spari in cuffia al massimo volume qualcosa che mi riporti alla realtà. Ci vorrà qualcosa di forte. Questo come antidoto potrebbe andare.

29 Febbraio 2008

Qui lo dici e qui non puoi più negarlo

Filed under: dichiarazioni di voto,spider report — alessandro @

Niente male la tagcloud di Openpolis sulle dichiarazioni dei politici…
Mi viene voglia di annotare un po’ di roba e chiedere poi il conto dopo le elezioni.

Esempi.

Pietro Folena si impegna sull’open source nelle pubbliche amministrazioni (auguri).
Nicola Zingaretti si sbilancia sul wi-fi gratuito su tutta la provincia di Roma! (non lo dica da Vespa, però).

Spero che queste promesse non facciano la fine di questa. O di questa (par condicio!).

11 Febbraio 2008

Del turarsi il naso

Filed under: dichiarazioni di voto — alessandro @

Non mi sono mai turato il naso per votare, poiché ritengo il non voto una scelta rispettabile. Non lo sarebbe solo in condizioni di emergenza democratica che nel corso della mia non più brevissima vita di elettore non si sono mai verificate.
Ma se pensassi che in fondo per una volta potrei anche turarmi il naso, non avrei dubbi a votare per questa destra che non mi piace, ma che è molto più varia e composita di quello che può sembrare, soprattutto a livello locale.

Il punto è (e ripeto più o meno pari pari un commento che ho lasciato qualche post fa a Fulvia) che io sono di una destra che non c’è. Però qualche traccia di questa destra c’è anche nella destra attuale, e pertanto potrei anche fare un piccolo esercizio di apnea, per dare il mio contributo alla vittoria della parte che è meno lontana dalle mie idee.

Vorrei una destra non postfascista ma semplicemente afascista, tanto per cominciare, cioé che non abbia nessun legame con l’esperienza del fascismo e non abbia pertanto bisogno di prenderne le distanze; però questo passo è stato fatto realmente e apprezzabilmente da esponenti non di secondo piano, quindi potrei anche turarmi il naso.
Una destra in cui i cattolici possano stare e dare il loro contributo, senza sentirsi disprezzati o strumentalizzati; e non c’è dubbio che a fianco del neopaganesimo idiota di alcuni leghisti o dell’ipocrisia di chi sbandiera un cattolicesimo di facciata soltanto per prendere voti ci sono, nella destra, diversi cattolici che fanno buona politica da cattolici, quindi potrei anche turarmi il naso.
Una destra sociale che sia un chiaro riferimento contro l’assurdo perpetuarsi, dall’altra parte, non del “comunismo miseria terrore e morte” a cui non crede nessuno, ma dell’idea che la lotta di classe sia necessaria e progressiva mentre è solo, quella sì, fuori dal tempo; e ci sono alcuni esponenti delle diverse forze, da Alemanno a Formigoni, che questa idea ce l’hanno molto chiara in testa e non fanno propaganda becera come altri, pertanto potrei anche turarmi il naso.

Ma preferisco aspettare che Berlusconi vada in pensione. Queste elezioni anticipate proprio non ci volevano. D’altra parte a conti fatti sarà ormai chiaro che Prodi avrebbe fatto bene a prendere in considerazione l’ipotesi di un governo istituzionale per la riforma elettorale subito nel 2006, all’indomani del formarsi di una maggioranza che non aveva futuro. Se non voleva dar mostra di cedere alla proposta di Berlusconi poteva fare l’atto formale di mettere su il governo e dare le dimissioni il mese dopo. Però andare avanti in questa situazione è stata davvero una strategia senza respiro, un’apnea, un turarsi il naso governativo che ha dato all’Italia soltanto un governo senza storia che non verrà ricordato per nessuna grande scelta. E che ha impedito di fare la nuova legge elettorale. Due anni fa sarebbe stato possibile, ora non si può dare neanche torto a chi ha rifiutato di farlo.

5 Febbraio 2008

Scommessa elettorale

Filed under: dichiarazioni di voto — alessandro @

Può darsi che perda. Però oggi scommetto che le politiche del 2008, che sono ormai certe a parte la data, registreranno la massima percentuale di astensioni. Tra l’altro questa agli sgoccioli sarebbe, stando a quanto dice Repubblica, la legislatura più breve della storia: un motivo in più per l’astensione, che è il mio partito da più di dieci anni (parlo di politiche e non di amministrative).

26 Aprile 2007

La nube tossica della tecnocrazia

Filed under: chiedici le parole,dichiarazioni di voto — cronachesorprese @

Faccio un esperimento alla Caino: parole, musica e immagini insieme. Questo brano è una dimenticanza imperdonabile, nella serie delle cose. Allora per rimediare lo metto come sottofondo a parole altre e diverse da quelle del brano: in qualche modo, in my very very humbling opinion, le richiamano.

La differenza tra un’idea, una convinzione, e il sintomo di una nube tossica la riconosco a pelle. Mi bastano due parole, il modo in cui vengono dette, vedere la sicurezza di chi sa che l’inciso nel discorso riscuoterà successo, perché l’intossicazione ambientale ha questo effetto, mettere d’accordo tutti gli intossicati. “Visto che la Cei oggi (oggi?) vuole intervenire su tutto, vorrà anche dire qualcosa sulla mia giacchetta”. Sai, quelle stronzatine alla Littizetto. Ecco, lì è passata la nube tossica.

Dopo anni e anni, l’effetto ancora mi stupisce, mi rattrista e mi fa sentire solo. Mi stupisce, perché me lo ritrovo di punto in bianco lì, che ha contagiato un vicino, un amico, un collega, un parente. Mi rattrista, perché ne constato la pervasività, l’impadronirsi delle coscienze saltando la difesa immunitaria del dialogo. Mi fa sentire solo, perché immagino la fatica che dovrò fare, a dire qualcosa di diverso. A rialzare il livello dei globuli bianchi con uno straccio di dialogo.

Ad esempio. La nube tossica ultimamente causa questo sintomo: se un politico segue le indicazioni della Cei, tradisce il giuramento di fedeltà allo Stato e alla Costituzione. Allora spiegatemi una cosa. Spiegatemi come stabilite la differenza tra un parlamentare che vota come vuole la Cei, un parlamentare che vota come vuole un qualsiasi altro gruppo di pressione, e un parlamentare che vota conformemente a quello che dice la Cei o un altro gruppo di pressione perché è convinto che quell’indicazione, nel merito, sia giusta.

Va bene essere intossicati, ma bisognerebbe anche rendersi conto delle enormità che si dicono sotto l’effetto dei gas. Veramente si vuole mettere in discussione la libertà di un parlamentare di aderire a un’indicazione che ritiene valida? Perché dovrebbe essere condannabile, riprovevole? Ma ci rendiamo conto di cosa andiamo a minare? Un politico vota in base a convinzioni che si è formato liberamente per formazione, cultura, militanza, esperienza. Se ha maturato la convinzione che la Cei dia indicazioni che hanno valore per il bene comune, la libertà di orientare la sua azione politica vagliando di volta in volta anche queste indicazioni è insindacabile. Se qualcuno pensa di metterla in discussione, va tutto a catafascio. In primo luogo la laicità. La tecnocrazia uccide la laicità: la tecnocrazia di chi crede che ci sia un’unica direzione possibile per la democrazia e per i diritti, e che chi ne indica altre debba essere zittito.

Almeno la Cei dà indicazioni chiare e alla luce del sole, inequivocabili. Prendendosi il rischio di subire un mese di contumelie di idioti come quelli dello Zapata che oggi hanno esposto lo striscione Bagnasco vergogna. Poveri utili idioti al servizio di una tecnocrazia che li usa e li schiaccia, intossicati organizzati che si credono liberi.

De Gasperi all’inizio degli anni cinquanta, dicasi all’inizio degli anni cinquanta, quando i comunisti erano (giustamente) sotto scomunica, ha mandato a cagare gli emissari vaticani che gli chiedevano di fare l’alleanza con Msi e monarchici per le amministrative a Roma. Un uomo e un politico libero, no? Ma se era libero quando faceva questo, era libero anche quando la sua azione politica era compatibile con le indicazioni della Chiesa in mille altre questioni.

Chi ha paura, oggi, di questa libertà?

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