Cronachesorprese

31 Gennaio 2008

Rapina a lingua armata

Filed under: news factory — alessandro @

Se non c’è la pistola e il taglierino non è abbastanza appuntito, basta aver fatto un po’ di esercizio di dizione sul Padrino I e II e l’intimidazione è servita. Attenzione, però: funziona solo da Roma in su.

Tre banditi armati di taglierino e a volto scoperto hanno assaltato intorno alle ore 11 l’agenzia della Cassa di Risparmio della Spezia tra il Termo e Vezzano Ligure. I tre banditi si sono presentati alle casse ed esibendo un accento meridionale hanno intimato agli impiegati di restare immobili, riempiendo alcuni sacchetti del danaro contenuto nei cassetti. Da quantificare il bottino: sul posto Polizia, Carabinieri e il personale della scientifica.

Da Primocanale.it

30 Gennaio 2008

Qdos, il narcisismo e il suo contrario

Filed under: il viandante digitale,spider report — alessandro @

Misurare la propria presenza su internet con il Qdos, come lo chiama un nuovo servizio inglese lanciato lo scorso novembre e ancora in beta version, può anche essere un esercizio di narcisismo digitale, come dice Nicola Bruno su Panorama online. Non c’è dubbio: ogni classifica può essere usata per inflazionare o deprimere il proprio ego. Ma, come per le ormai annose discussioni su Blogbabel, ritengo che il possibile (e non necessario) uso narcisistico dell’egosurfing sia solo un aspetto marginale di una questione ben più importante.

La rete è un insieme di relazioni. Più passa il tempo più aumentano gli utenti della rete e le operazioni che ogni utente fa sulla rete. Attività che prima si facevano solo offline si stanno spostando in rete. L’insieme di queste attività sta diventando sempre più rappresentativo di quello che siamo, di quello che facciamo. Non so quanto sia rappresentativo anche di ciò che crediamo e in cui ci identifichiamo: partecipare a una community, ad esempio, può essere qualcosa di accidentale e che descrive solo marginalmente la mia identità e i miei interessi. Però non c’è dubbio che l’insieme dei messaggi che dò e ricevo attraverso la rete dicono qualcosa di me. Diciamo che ancora non è facile definire cosa, non è facile misurarlo qualitativamente. Ma qualche misura quantitativa si può fare; e da certe quantità ben selezionate e ben pesate negli algoritmi è possibile trarre delle suggestioni utili non per vincere l’ennesima bambolina, ma per capire come usare la rete e come sfruttare al meglio il tempo e i soldi che investiamo per starci. Il problema è se vediamo internet come un luna park o come un mezzo potente e duttile di comunicazione che ci affianca e ci affiancherà sempre di più in ogni attività.

I quattro valori misurati da Qdos (popularity, impact, activity, individuality) definiscono, sì, una posizione in classifica. Oggi, al momento dell’iscrizione, io “valgo” Q3464. Che non è la posizione ma il punteggio: più alto è il valore, più in alto sono nella graduatoria. Per farsi un’idea, Barak Obama ha Q9983, Bono degli U2 Q5978, Beppe Grillo Q6483. Ma come per Blogbabel la posizione non misura il valore: serve piuttosto a dire dove sei. Quindi è una posizione come quella che si può vedere in una mappa, non come quella che si può valutare nella graduatoria di un concorso. Non c’è nessun merito a vivere nel centro di Londra invece che ai margini del deserto del Kalahari. Nel centro di Londra avrò più opportunità di relazione (popularity) e di influenza (impact), ma non è detto che abbia anche una maggiore presenza in rete (activity), anzi la possibilità di essere connessi (magari con collegamento satellitare) in una zona semidesertica diventerà facilmente un servizio essenziale che userò per molte necessità e mi darà un vantaggio competitivo nel mio neighbourhood rispetto a quello che può darmi nel cuore della City londinese, dove trovo una connessione wifi praticamente ovunque e posso scegliere di stare in rete 24x7x365. E soprattutto non è detto che l’essere nell’ombelico del mondo accresca la mia riconoscibilità individuale (individuality), che è una grandezza ben diversa dalla popolarità, e che in rete acquisisce un valore che non può avere in una società e in un’economia in cui il modello mediatico prevalente è quello della comunicazione uno – molti. L’esempio usato su Qdos è molto chiaro:

John Smith, civil servant, living in London, would have a low score because there may be a number of them in the city. But Xavier du Plessis, tightrope walker, living in Hartlepool, would be more unique and therefore more likely to score higher”.

È un fattore molto importante, e nuovo: essere in una rete ha senso non soltanto per le relazioni che posso avere con gli altri nodi, ma anche perché posso identificarmi progressivamente come nodo individuale con caratteristiche non ripetibili. Qualcuno bolla questo fattore nuovo come narcisismo solo per disabitudine a considerare il valore della persona in un ambito mediatico. Ma la novità c’è, e speriamo che non finisca mai in secondo piano.

Per questo la rappresentazione spaziale delle relazioni tra nodi è più corretta di quella seriale da classifica. E se stare verso il centro della rete ha indubbiamente i suoi vantaggi, la controindicazione può essere un affievolimento della riconoscibilità individuale a vantaggio della quantità di relazioni che si riesce a lucrare ed esprimere grazie alla posizione centrale: io mi riduco alle mie relazioni, in pratica; io sono i servizi (informativi o di altro genere) che riesco a dare; io sono il logo di me stesso. Può essere interessante per un’azienda, meno per una persona. Comunque sia, ho un’idea diversa di narcisismo.

Può darsi poi che diventare un logo sia l’aspirazione ultima di un vero narcisista.

29 Gennaio 2008

Insoliti (e ignoranti) ignoti

Filed under: cronache — alessandro @

ulivoC’è chi ruba alberi. Ulivi, in particolare. Ma che tristezzza però tagliare degli ulivi centenari per farne legna. Sempre ammesso che sia andata proprio così: il fatto è un po’ strano e meriterebbe qualche verifica. Sono le tipiche notiziole prese dai resoconti della polizia o dei carabinieri o di chi ha raccolto la denuncia.

Il furto è sempre una cosa odiosa, qualcosa che ferisce al di là del valore di quanto viene sottratto. Chi ha provato l’esperienza di entrare nella propria casa e scoprire un’effrazione sa di cosa parlo. È l’aspetto distruttivo del furto che è difficile da razionalizzare. Quella devastazione che va oltre ogni possibile utilità per chi la commette. Se poi la distruzione riguarda anche lo stesso valore del bene sottratto è anche difficile da sopportare.

Ulteriore aggravante: se si distrugge un valore che è solo della collettività e che non può essere fruito in altro modo che lasciando le cose come stanno, come nel caso degli alberi, l’atto del furto diventa totalmente incomprensibile. Quel bene non può essere, per sua natura, un bene privato e individuale, se non in misura molto ridotta. Tagliare quegli alberi significa distruggere in un colpo solo il valore produttivo, il valore affettivo, il valore storico, il valore di cultura materiale e di memoria. Significa, simbolicamente e materialmente, tagliare le radici.

28 Gennaio 2008

Code in serie e code in parallelo

Filed under: il viandante digitale — alessandro @

No Sid, non stai delirando. Un invito allla creatività e alla mobilitazione delle proprie energie sulla base di attitudini e interessi non può mai essere un delirio.
Parli di coda lunga come di un impedimento di ieri e una opportunità di oggi. La coda lunga di ieri era l’attesa di un turno, oppure di un colpo di fortuna casuale. La coda lunga di oggi è, o meglio può essere, un’opportunità di posizionamento non distante da quello ottimale.

Wegmarken

Filed under: chiedici le parole — alessandro @

Alga non intendeva farne una catena, ma l’idea è bella e merita di essere ripresa come post e non solo nei commenti.
La proposta è fare un elenco di luoghi speciali visitati con persone speciali. Senza pensarci troppo mi vengono in mente questi. Anch’io li butto giù in ordine sparso.

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Sulla riva del lago di Venere a Pantelleria, come beate statue di fango.

Il centro di Toronto, l’impressione della prima volta in una metropoli nordamericana, vista dalla stessa prospettiva di uno scoiattolo che si arrampicava su un albero accanto a noi.

L’arrivo sull’atlantico a Biarritz verso il tramonto, dopo una cavalcata automobilistica quasi senza interruzione di 1200 chilometri.

La spiaggia di Mar del plata con il monumento ad Alfonsina, e i leoni di mare spaparanzati poco più in là.

La salita per l’Acropoli di atene, da bambino, quando ancora non sapevo quanto sarei tornato con la mente, durante gli studi, in quel luogo.

Le saline di trapani, in una giornata spaccapietre di agosto.

L’Alfama di Lisbona, una sosta con birra e altro, stretti tra caruggi stranamente familiari…

Una splendida notte sotto un salice, stanchi come poche altre volte dopo giorni di cammino, sulle rive del Trasimeno.

Un porto degustato in una enoteca a Oporto, accompagnato da frutta secca, sicut oportet :-)

Il mercato del sabato di Wiesbaden, impressionati da una varietà e una quantità mai vista di cavoli :-D

Una giornata di maggio “abbastanza francescana in Firenze“, in una casa modesta non distante dal centro, piena di libri e di serenità, in compagnia di un grande poeta e di una grande amica.

Sulla cima del monte Penna in val d’Aveto, nella giornata più limpida che mi ricordi: il più bel panorama della mia vita, con mezzo nordovest sotto gli occhi e quasi a portata di mano, come in una visione.

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Spargete la voce e raccontate i vostri segnavia :-)

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