Io ascolto.
Voce gialla, acuta, liquida e impastata, con le sillabe che si allungano, legate una all’altra.
Voce rossa, grossa e piena. Bassa e grassa. Spessa.
Voce azzurra, dalle zeta che si sgranano e si sciolgono, ronzando sbiadite, fino quasi a diventare esse.
Voce arancione, aspra come limone, aspra come un’arancia quando tira le ghiandole e brucia, dura, dietro le mascelle.
Voce viola, velata e fastidiosa, insistente come un po’ di febbre, poca, che vibra nelle ossa e non se ne va.
Voce rosa, sottile e sibilante, che striscia un po’ sul fondo della gola e scivola piano fuori dalla bocca, come se colasse, lenta, tra le labbra.
Io ascolto.
Carlo Lucarelli, Almost blue

Dicono che un camaleonte su un panno multicolore, non riuscendo a decidere a quale dei colori adattarsi, impazzisca. O addirittura esploda. Ma ciò avviene soltanto perché viviamo in una società repressiva, che non accetta la diversità dei camaleonti.


