Al sindaco di Genova Marta Vincenzi
Nell’esprimere a codesta amministrazione la mia più convinta soddisfazione per l’ordinanza contro l’adescamento in strada che è in procinto di approvare, mi permetto anche di rappresentarle una piccola preoccupazione. Abito in una delle vie di Sampierdarena in cui l’attività di meretricio è più fiorente. Ho letto che le sanzioni colpirebbero clienti e prostitute. Non soltanto chi si avvicina in auto, ma anche chi si avvicina a piedi.
Ecco, è questo il problema. Non di rado per raggiungere il portone di casa mia devo letteralmente dribblare le solerti lavoratrici. È una faccenda delicata, si tratta di disciplinare rigorosamente gli sguardi perché quando lo spazio nel marciapiede è poco si passa come nelle forche caudine. In questi casi l’imperativo è “abbassa lo sguardo”, come diceva un noto comico qualche anno fa. Se ciò non avviene le lavoratrici di cui sopra si sentono in diritto di adescare. E non solo in quei casi. A volte capita che rincorrano chi passa da una parte all’altra della strada.
Che succederà quando l’ordinanza sarà in vigore? Dovrò rinunciare a entrare e uscire di casa dopo le nove per non rischiare di essere scambiato per un cliente contrattante soltanto perché sto farfugliando cose tipo “no, grazie”, “lei è molto gentile, faccia come se avessi accettato”? Dovrò indossare un burqa?
Non è per criticare il provvedimento. Vivo da quattro anni a Sampierdarena bassa, prima ho vissuto altri due nella zona della Maddalena e so cosa vuol dire. So che il problema è reale ed è giusto che i sindaci lo affrontino con i mezzi che hanno a disposizione, anche come questione di ordine pubblico. Mi auguro dunque che l’iniziativa abbia successo. Ma temo anche che vengano a crearsi situazioni davvero paradossali, a detrimento non tanto dei clienti o dei passanti ma proprio degli abitanti, che subiscono da sempre tutto lo squallore della situazione. Con la rabbia sempre ricacciata in gola di essere trattati come la parte di città in cui tutti, anche e soprattutto quelli dei quartieri alti, vengono a fare i loro comodi. Per applicare un’ordinanza così delicata ci vuole discernimento, attenzione estrema, tatto e sensibilità. Anche verso le prostitute, che sono le prime vittime. Per me il fastidio è relativo, non soffro sindromi da assedio, l’ho anche già scritto qui. Però se subentra un altro fattore, quello di dover spiegare a qualcuno i motivi della mia presenza nella via in cui abito, la questione cambia e l’imbarazzo potrebbe essere in agguato.
Sono favorevole. Ma che sia davvero il primo passo, perché i veri colpevoli, quelli che traggono uno schifoso profitto da questo commercio, sono ancora ben lontani dall’essere inquadrati.