Cronachesorprese

31 Agosto 2010

Chiedo un salvacondotto

Filed under: cronache — alessandro @

Al sindaco di Genova Marta Vincenzi

Nell’esprimere a codesta amministrazione la mia più convinta soddisfazione per l’ordinanza contro l’adescamento in strada che è in procinto di approvare, mi permetto anche di rappresentarle una piccola preoccupazione. Abito in una delle vie di Sampierdarena in cui l’attività di meretricio è più fiorente. Ho letto che le sanzioni colpirebbero clienti e prostitute. Non soltanto chi si avvicina in auto, ma anche chi si avvicina a piedi.

Ecco, è questo il problema. Non di rado per raggiungere il portone di casa mia devo letteralmente dribblare le solerti lavoratrici. È una faccenda delicata, si tratta di disciplinare rigorosamente gli sguardi perché quando lo spazio nel marciapiede è poco si passa come nelle forche caudine. In questi casi l’imperativo è “abbassa lo sguardo”, come diceva un noto comico qualche anno fa. Se ciò non avviene le lavoratrici di cui sopra si sentono in diritto di adescare. E non solo in quei casi. A volte capita che rincorrano chi passa da una parte all’altra della strada.

Che succederà quando l’ordinanza sarà in vigore? Dovrò rinunciare a entrare e uscire di casa dopo le nove per non rischiare di essere scambiato per un cliente contrattante soltanto perché sto farfugliando cose tipo “no, grazie”, “lei è molto gentile, faccia come se avessi accettato”? Dovrò indossare un burqa?

Non è per criticare il provvedimento. Vivo da quattro anni a Sampierdarena bassa, prima ho vissuto altri due nella zona della Maddalena e so cosa vuol dire. So che il problema è reale ed è giusto che i sindaci lo affrontino con i mezzi che hanno a disposizione, anche come questione di ordine pubblico. Mi auguro dunque che l’iniziativa abbia successo. Ma temo anche che vengano a crearsi situazioni davvero paradossali, a detrimento non tanto dei clienti o dei passanti ma proprio degli abitanti, che subiscono da sempre tutto lo squallore della situazione. Con la rabbia sempre ricacciata in gola di essere trattati come la parte di città in cui tutti, anche e soprattutto quelli dei quartieri alti, vengono a fare i loro comodi. Per applicare un’ordinanza così delicata ci vuole discernimento, attenzione estrema, tatto e sensibilità. Anche verso le prostitute, che sono le prime vittime. Per me il fastidio è relativo, non soffro sindromi da assedio, l’ho anche già scritto qui. Però se subentra un altro fattore, quello di dover spiegare a qualcuno i motivi della mia presenza nella via in cui abito, la questione cambia e l’imbarazzo potrebbe essere in agguato.

Sono favorevole. Ma che sia davvero il primo passo, perché i veri colpevoli, quelli che traggono uno schifoso profitto da questo commercio, sono ancora ben lontani dall’essere inquadrati.

11 Comments »

  1. Si, direi il burqa.
    Ma tu pensa il problema di quando in certe strade sono invece le donne comuni, ad essere scambiate per operatrici del sesso, senza essere per questo agghindate come in un film di Tinto Brass. L’oscenità è nello sguardo dei clienti!

    Comment di Sara — 31 Agosto 2010 @

  2. sono d’accordo con sara.
    capita anche in certe zone qui a milano, altrimenti detta la capitale morale d’italia.
    ahahahahah.

    Comment di alga — 1 Settembre 2010 @

  3. non circoscriviamo il discorso al problema delle donne, è un limite. l’oscenità è nel costringere un luogo, un pezzo di città abitato, a diventare il fondale in cui viene proiettata la replica della degradazione di un desiderio, sulla base di un copione scritto da chi ha fatto un’analisi di marketing spiccia e offensiva. provo gli stessi sentimenti verso gli spammer o gli imbrattatori di muri. può lo sguardo di un uomo, in una scena così allestita, sottrarsi a questa volgarità? se entri in una scena i tuoi movimenti sono definiti da quella scena.

    Comment di alessandro — 1 Settembre 2010 @

  4. Il tema mi stuzzica sempre molto. Ordinanze di questo tipo mi sembrano davvero volte esclusivamente a nascondere la spazzatura sotto il tappeto. E non mi trovano d’accordo per due motivi:

    1) non credo che la prostituzione sia per se spazzatura, ne’ trovo la visione di una prostituta più oscena di tante altre visioni cui siamo esposti contro la nostra volontà (i manifesti pubblicitari ovunque su tutto, per dire, e non in particolare quelli tette-e-culi, per chiarirci). Su questo anzi penso che lo stato dovrebbe garantire ai cittadini il diritto a prostituirsi, in condizioni di dignità e sicurezza.Mi piace pensare che questo avesse in mente il legislatore quando punì non la prostituzione ma il suo sfruttamento.

    2) quando anche lo fosse (spazzatura), non credo che sia un approccio corretto nasconderla sotto il tappeto.

    Insomma, delle due l’una: o la prostituzione è spazzatura (o come si ama dire oggi “degrado”), e allora il problema va affrontato eliminandola, o non lo è, ed allora perchè nasconderla? Schiamazzi e comportamenti molesti sono già sanzinabili con la legislazione vigente, la presenza di prostituzione non crea di per se’ insicurezza ma al massimo “percezione” di insicurezza, e non credo che la percezione (fenomeno individuale e sogettivo per eccellenza) sia problema di cui si debba occupare la cosa pubblica.

    Non mi metto a discutere del problema ben più serio della tratta. Osservo solo che dire di devolvere i proventi delle multe a combattere un problema per definizione transnazionale è quantomeno demagogico, ove non si dica qualcosa di più preciso. Tipo che i fondi andranno a integrare quelli dell’articolo 18 che questo governo ha provveduto progressivamente a ridurre al lumicino nella generale indifferenza.

    E poi togliere le puttane dal centro storico di genova è come togliere il colonnato da piazza san pietro o le pantegane dal lungarno di firenze: un inaccettabile intervento sull’arredo urbano!

    Comment di GioCar — 1 Settembre 2010 @

  5. il tema è oggettivamente stuzzicante, considerato nella sua più grande cornice (gli schiavi e gli schiavisti moderni, umanesimi diversi a confronto, cosa è osceno e cosa non lo è, eccetera).
    è interessante ragionare sulle forme di prostituzione e capire se ne esistano alcune che siano rispettose della dignità umana. non escludo che sia possibile.
    ma sono anche certo che questa prostituzione, quella che è aumentata esponenzialmente in italia negli ultimi vent’anni, è spazzatura. non è più il tempo degli “occhi grandi color di foglia” che facevano cantare e poetare de andré. la prostituzione che ha invaso il centro storico e i quartieri del ponente non “arreda” un bel niente, si fonda su un odioso sfruttamento e su un’altrettanto odiosa riduzione del desiderio. per me il “degrado” è solo questo, la riduzione del desiderio, e sono d’accordo con te quando dici che una certa proliferazione della pubblicità non è qualcosa di molto diverso.

    non sono d’accordo invece quando dici che un’ordinanza come quella proposta dal comune di genova sia come nascondere la spazzatura sotto il tappeto. e per lo stesso motivo non mi dispiace il disegno di legge della carfagna, come ho già spiegato due anni fa. togliere (o almeno contrastare) la prostituzione in strada significa togliere uno spazio, se non vitale, molto utile a quel tipo di mercato. se la prostituzione è un mercato, molte strade d’italia sono diventate vetrine per quel mercato. le vetrine non sono tutto, ma di sicuro aiutano la diffusione e la vendita di una merce.

    non è un approccio perbenistico, è un approccio pratico. la prostituzione si esercita in casa e in strada. i numeri sono imponenti: si parla di nove milioni di contrattazioni all’anno. se togli la strada togli all’esercizio una bella fetta di praticabilità, oltre alla forma di pubblicità più efficace. non ho dubbi che molte delle prostitute che esercitano oggi in strada eserciterebbero in casa. ma non è facile per le organizzazioni criminali, e sicuramente è meno profittevole, gestire quei nove milioni di contrattazioni nelle case. senza contare che, se davvero dovesse essere efficace il contrasto nelle strade (cosa di cui purtroppo non sono ancora convinto) si potrebbe poi pensare a cosa fare per contrastare l’esercizio palese della prostituzione nelle case, perché non c’è dubbio che una parte delle tensioni che oggi soffrono le strade domani dovrebbero sopportarle i condomini.

    è vero che la prostituzione non compromette la sicurezza ma genera una percezione di insicurezza. e tralasciamo anche il fatto che è legata ad altre forme di criminalità che compromettono la sicurezza. però, che sia moralistica o no, questa percezione contribuisce di fatto al “degrado”. se questa percezione è diffusa, nelle strade in cui si pratica la prostituzione si concentrano i locali a luci rosse e tolgono spazio ad altri tipi di esercizi commerciali, indubbiamente più utili alla gente. se si può, si evita quella zona per paura di essere scambiati per clienti. le case perdono valore.

    dal punto di vista di un’amministrazione comunale questo è un problema rilevante. non si capisce perché una parte della città debba sopportare questa “servitù” per tutti. può darsi che in futuro, quando saremo tutti “illuminati”, la prostituzione sarà una professione come un’altra e i nostri nipoti prenderanno appuntamento con una mignotta come prendono appuntamento dal dentista, e la segretaria della cooperativa di mignotte che paga regolarmente le tasse e contribuisce al pil come tutti lascerà un messaggio in segreteria telefonica per comunicare al cliente che l’appuntamento è stato spostato, la moglie del cliente ascolterà il messaggio e lo riferirà al marito a cena dopo aver servito i tortellini in brodo e prima di discutere dei problemi di gigetto a scuola.
    ma intanto, la prostituzione attuale è spazzatura. che va contrastata e se possibile eliminata. non nascosta sotto il tappeto o accumulata sotto il naso di pochi cittadini un po’ più sfigati degli altri.

    Comment di alessandro — 2 Settembre 2010 @

  6. Alcune considerazioni.

    La prostituzione in strada è ormai (da anni) solo quella di fascia bassa e prevalentemente (non esclusivamente) straniera. Accanirsi contro questa ricorda in modo molto marcato il ribadire il concetto che solo i reati dei poveri (puttane povere ma anche clienti meno abbienti spesso)vanno perseguiti.

    Questo si collega anche alla questione della redditività. Oggi per lo più la puttana finisce in strada a fine carriera, quando non se ne può più fare altro (esaurita la redditività nei locali o in casa). Dal punto di vista dell’organizzazione criminale la puttana in appartamento presenta una serie di vantaggi che compensano i costi maggiori. E’ per esempio molto più facilmente controllabile, è difficilmente abbordabile da forze dell’ordine e enti di tutela, e viene venduta più cara. (almeno il doppio della puttana in strada). In strada la si mette quando ormai non rende più altrove, insomma proprio poco prima di buttarla via (perchè come organizzazione una ragazza la hai pagata, quindi vuoi tirarci fuori proprio tutto il possibile prima di rottamarla)

    La questione della pubblicità non mi convince. Da anni la promozione dei servizi sessuali è veicolata in parte sempre più consistente su internet (una buona parte permane negli annunci della stampa locale, poi c’è tutto il settore dei locali tipo privé). Altro grande contributo alla promozione di un certo uso della donna poi lo hanno dato – sul piano della accettabilità sociale – certi comportamenti e affermazioni di esponenti di governo. Togliere le puttane dalla strada non impatterebbe minimamente su tutto questo.

    Il futuro. Chiaro che lo scenario che tu descrivi non è quello attuale. Però è per me uno scenario auspicabile, degno perlomeno della mia idea di “paese civile”. Indica una direzione in cui si dovrebbe andare, mentre la legislazione nazionale (Carfagna) e locale (ordinanze varie genova compresa) va proprio da un’altra parte: tollerare ma rendere invisibile. La prostituzione attuale è spazzatura. Benissimo. Allora bisogna legiferare in modo che non lo sia più. Insomma far emergere e normare, non ipocritamente col pretesto di reprimere semplicemente nascondere quel che ci dà fastidio vedere.

    Sul tema sicurezza trovo sempre interessanti le parole di Pia Covre: “Le forze dell’ordine farebbero bene a fare la lotta agli sfruttatori piuttosto che alle donne, e quando si parla di sicurezza pensare anche alla sicurezza delle cittadine che esercitano il lavoro sessuale che troppo spesso sono abbandonate alla violenza e abusate.” Ecco spostarle in appartamento rendendo impossibile il lavoro in strada sicuramente va nell’interesse di chi vede la sua casa non svalutarsi ma rende ancora più difficile tutelare la sicurezza delle lavoratrici.

    Se il tema ti pare degno di approfondimento per avere un punto di vista molto articolato e forte (e decisamente controtendenza) ti consiglio di dare un’occhio a http://www.lucciole.org/ la pagina web del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute.

    Infine per approfondire consiglio anche la visione di Lilja 4-ever un bel film (e molto ben documentato) che descrive in modo molto chiaro il fenomeno della tratta di esseri umani (in questo caso dalle repubbliche baltiche alla svezia)

    Comment di GioCar — 2 Settembre 2010 @

  7. in strada, sotto le mie finestre e anche in tutta la zona, vedo ragazze molto giovani. Non so se siano già in fase di rottamazione, ma alcune sono anche molto belle. Italiane non ne vedo. Quello che dici forse era vero un tempo, oggi per strada a mio parere non ci sono solo gli “avanzi”. Sarà una percezione mia, ma credo che questi siano segni chiari di un incremento del fenomeno.

    Sicuramente la prostituzione in strada rende meno di quella in appartamento, ma immagino che se tutte le prostitute che sono ora in strada dovessero esercitare nelle case non sarebbe facile per le organizzazioni criminali gestire non l’attività in sé, ma tutti i problemi di convivenza che sorgerebbero. Per questo penso che rendere impossibile l’esercizio in strada equivarrebbe a una contrazione del fenomeno e potrebbe inaugurare una fase diversa della strategia di contrasto (sempre che i provvedimenti in strada abbiano successo e che si voglia davvero andare a fondo). le case vanno affittate o comprate. vanno intestate a qualcuno. devono venire fuori dei nomi e qualche consistenza patrimoniale. tutti elementi interessanti, se si vuole usarli.

    nonostante internet io credo che la presenza “fisica” sulle strade sia ancora un veicolo di promozione potentissimo. su internet le cose vanno cercate. il valore di stare in strada è insostituibile. vuol dire imporre, rendere normale e in qualche modo accettabile quella attività. senza contare la rete che si forma, grazie al presidio costante, con gli spazi commerciali. come ho detto, se in una strada tutte le sere ci sono le prostitute è difficile che il tessuto commerciale non ne risenta. e questo, per una città e per un’amministrazione che non voglia fare distinzione tra cittadini di serie A e di serie B, è un problema enorme. perché la considerazione che fai tu sul perseguire sempre i poveri si può rovesciare: ci rimettono sempre i cittadini più poveri. perché stai sicuro che la prostituzione non allignerà mai nelle strade di albaro, anche qualora dovesse diventare legale lo sfruttamento.

    a proposito di sfruttamento e di leggi diverse, a me non piace la soluzione tedesca, per dire. perché è di fatto una legalizzazione dello sfruttamento, che nel caso della prostituzione coincide immediatamente con il profitto di terzi sull’attività. se dovessero essere fatte leggi diverse vorrei che si garantisse in qualche modo l’autonomia di quel genere di lavoratori, perché altre soluzioni mi parrebbero maglie troppo larghe per lo sfruttamento (non riusciamo neanche a evitare lo sfruttamento degli operai, figuriamoci come potremmo evitare lo sfruttamento in quel settore; figuriamoci quale tipo umano di “imprenditore” andremmo a sdoganare, come se non bastasse aver sdoganato le fregole del nostro presidente operaio…). ma è difficile trovare queste garanzie, soprattutto in una situazione di mercato come è quella attuale. chiaro che gli attuali sfruttatori diventerebbero imprenditori, in qualche modo. non so cosa pensi, ma forse questo scenario sarebbe più ipocrita delle multe ai clienti per strada.

    diciamo che voglio dare alle iniziative attuali il beneficio del dubbio: prima di condannarle come un modo per tollerare e nascondere voglio vedere se per caso non aiutano a risolvere qualche problema. resta intatta, naturalmente, la responsabilità del ministero dell’interno e delle forze di polizia nel contrasto alle cause e ai responsabili reali del fenomeno. ma spero che i provvedimenti che si preparano possano essere complementari.

    grazie per i suggerimenti su link e film, come sai li apprezzo sempre molto :-)

    Comment di alessandro — 2 Settembre 2010 @

  8. La gogna ai puttanieri. Altro che multe.

    Comment di Galliolus — 3 Settembre 2010 @

  9. beh, la multa recapitata a casa assomiglia molto a una gogna, e potrebbe essere peggio (il mattarello ha effetti più devastanti) :-)

    Comment di alessandro — 3 Settembre 2010 @

  10. Confesso che non conosco bene il modello tedesco. Sicuramente lo scenario in cui si creano figure di imprenditori/sfruttatori è nefasto e non auspicabile, come del resto nefasto è continuare a permettere de facto a imprenditori/sfruttatori di utilizzare allegramente al nero in cantiere i connazionali maschi di molte delle ragazze che vediamo in strada, segno che le leggi da sole non bastano se non c’è una azione efficace di law enforcement cosa che era già chiara a Manzoni quando nei promessi sposi parla delle grida. Però tenendo al problema un approccio molto laico, che per me vuol dire che gli individuoi hanno il diritto di vendere prestazioni sessuali, e come per tutte le attività commericali il ruolo dello stato è creare condizioni perchè queste si svolgano in un ambito normato e senza ledere gli interessi della comunità e i diritti delle persone, credo che ordinanze di questo genere non aiutino a risolvere il problema. realisticamente quello che accadrà non è neppure che le ragazze si spostino in appartamento, ma che si spostino in altre zone meno controllate e meno popolate (col risultato che il loro lavoro sarà anche più pericoloso). Un risultato non particolarmente brillante di cui potrà essere grato il bilancia di turno.

    Comment di GioCar — 3 Settembre 2010 @

  11. anch’io ho un approccio molto laico al problema e penso che sia davvero impossibile e ingiusto impedire a chi vuole di vendere prestazioni sessuali. anche perché, lo sappiamo bene, c’è modo e modo di vendere e di comprare in questo “settore”… ci sono modi meno espliciti e più soft. forse anche più efficaci e redditizi.

    ma il problema reale, laicissimamente parlando, è arrivare a una situazione in cui davvero si prostituisce soltanto “chi vuole”. senza le costrizioni o il controllo di altri, intendo, o per affrontare drammatiche situazioni di bisogno. per questo intervenire con leggi “positive” prima di aver contrastato efficacemente i racket sarebbe una tragedia.

    le ordinanze come quelle del comune di genova rispondono a una situazione di emergenza. sono sempre più frequenti scene di reazioni esasperate che possono portare anche a problemi di ordine pubblico. non parlo per sentito dire, parlo di quello che vedo dalla mia finestra. giusta o sbagliata che sia la percezione di insicurezza, molti reagiscono male. è vero, l’ordinanza non risolve il problema alla radice. ma cerca in qualche modo di contenere una parte degli effetti nel momento in cui mostrano di poter dilagare e condizionare seriamente la vita della gente. che, a parte tutto, fa bene a reagire: può darsi che il futuro ci riservi un perfetto inserimento del mestiere più vecchio del mondo tra le corporazioni più stimate, però se qualcuno pensa di fare esperimenti sociali per farci abituare all’idea, che li vada a fare da un’altra parte. e se il rifiuto della gente costringe le ragazze a lavorare in condizioni di minore sicurezza mi dispiace, ma è una delle conseguenze che ci si può aspettare da un fenomeno che ha alla base una violenza intollerabile. credo comunque che i bilancia non si facciano condizionare più di tanto dall’essere in città o in campagna.

    Comment di alessandro — 3 Settembre 2010 @

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