Cronachesorprese

12 Aprile 2006

Not in my name

Filed under: dichiarazioni di voto — cronachesorprese @

Sono un non votante adulto e consapevole, tutt’altro mondo rispetto allo scrutatore non votante messo garbatamente alla berlina dal buon Samuele Bersani. Ci tenevo a esprimere il mio dissenso alla maggioranza uscente senza dare il consenso a una maggioranza entrante che non mi rappresenta e non mi rappresenterà mai. L’unico modo era l’astensione. Non è la prima volta, per me. Non ho votato neanche nel 1996, per la stessa identica ragione. Ho votato nel 2001, perché esisteva allora la possibilità di votare senza identificarsi in uno dei due schieramenti. Analoga scelta ho potuto fare nel 1994. Quindi: dal 1994 non ho mai votato alle elezioni politiche per nessuno dei due schieramenti principali. Penso di essere una mosca bianca, ormai, se si escludono quelli che non votano per puro disinteresse o per fede anarchica dura e pura.

Sono un potenziale elettore di centrodestra, irriducibilmente alternativo alla sinistra. Oggi lo schieramento non è all’altezza dei suoi elettori potenziali e reali. Non penso che la sinistra sia il male, ma ritengo che la questione più urgente per tutti sia che il popolo che non sta a sinistra prenda coscienza di essere popolo, di meritare rappresentanti migliori e di non essere definito in niente da tutto quello che a sinistra si dice di lui. Da questo punto di vista sono molto contento che la vittoria del centrosinistra sia così risicata. Perché è la sconfitta definitiva dei moralisti che per cinque anni hanno ripetuto ma come ha fatto a vincere, ma chi l’avrà mai votato, ma come si fa a dare fiducia a questa gente, eccetera. Senza rendersi conto che è proprio questo moralismo a rendere ancora impraticabile, oggi, una vera alternanza. Non si possono confrontare i programmi razionalmente, finché non si mettono a posto le questioni antropologiche che impediscono a una parte di guardare in faccia l’altra e riconoscerla come avversario normale e legittimo.

Ho parlato con diversi conoscenti di sinistra che a una settimana dal voto erano ancora indecisi se andare a votare o no, perché ritenevano che il programma e il leader del centrosinistra non rispecchiassero sufficientemente una certa pulsione massimalista, direi robespierriana a una "pulizia" che ha tutta l’aria di essere una nevrosi. C’è gente davvero convinta, per dire, di aver rischiato in questi anni una svolta autoritaria. C’è gente che teme davvero il regime. C’è gente che crede davvero che Sabina Guzzanti e Michele Santoro siano dei perseguitati. La cosa un po’ comica è che questa gente ha mostrato nell’ultima fase della campagna elettorale dilemmi sconcertanti: da una parte mostrava indecisione a votare, perché quel leader, insomma, è troppo democristiano, come se fosse una malattia e non la meno scassa cultura di governo espressa dal paese nel dopoguerra, fino a prova contraria; da un’altra parte gridava "al lupo al lupo, non possiamo permetterci altri cinque anni così" per convincere gli altri indecisi a votare. Tutta questa schizofrenia, ovviamente, alla luce del sole, nella migliore tradizione delle terapie di gruppo inconcludenti e autolesioniste di cui solo la sinistra old style è capace. Che poi si stupisce se una buona metà degli italiani preferisce dare altre chance a un governo che non ha governato come aveva promesso, piuttosto che dare via libera a una parte che mostra di essere ancora ingabbiata in queste pulsioni. Il segreto dell’urna rimane per molti una gran bella opportunità per mandarla dove merita: e la vigliaccheria, come vorrebbe un luogo comune montante, non c’entra, il punto è che nessuno ha voglia di sentirsi rompere le palle dai moralisti.
 
Dunque l’Unione ha vinto, ma questa pretesa ideologica, per fortuna, ha perso, ed è la cosa migliore che sia successa ieri a sinistra. A destra, il popolo si libera di un fardello. E cresce.

15 Comments »

  1. Posso almeno avere indietro la mia camicia da notte?

    Comment di utente anonimo — 12 Aprile 2006 @

  2. beh il fatto che tu non abbia votato implica che sei uno sporco moralista pure tu. Leggiti un libro… va!

    Comment di utente anonimo — 12 Aprile 2006 @

  3. leggiti l’intervista di Riotta sul Corriere di ieri al politologo USA Charles Kupchan, il quale alla domanda”Ci potrebbe essere un Berlusconi Usa? risponde «No, un Berlusconi americano sarebbe fermato dalla legge, dalle regole, dall’etica politica che gli imporrebbe di mettere le aziende in un blind trust, un fondo cieco. Ed è questo conflitto di interessi, che mi pare lungi dall’essere sanato, che pesa per me nel giudizio storico su Berlusconi. Ho un certo rispetto per come s’è mosso sull’Iraq, malgrado io sia ostile alla guerra, e per la sua lealtà con gli Usa. Ma etica e conflitto di interessi sono ferite che anche la rielezione non basterebbe a sanare.

    Comment di utente anonimo — 12 Aprile 2006 @

  4. Ridalle la camicia da notte!!!!!

    Comment di utente anonimo — 12 Aprile 2006 @

  5. Anonima 1: No :-)

    Anonimo 2: Non votare è una scelta rispettabile, se fatta non per qualunquismo ma a ragion veduta, ovvero con uno scopo, che è quello che ho dichiarato. Non sono moralista perché non giudico le scelte degli altri, cerco di motivare le mie. E poi perché “sporco”? Che vuol dire? E sarei io quello che deve leggere? :-D

    Anonimo 3: Forse non mi sono spiegato? Non ho votato per il centrodestra. Ad ogni modo ho letto l’intervista a cui ti riferisci: si è parlato tanto del blind trust all’americana, ma credi davvero che: sia utile se applicata in Italia, nel villaggio capitalistico italiano; non sia anche in America qualcosa di profondamente ipocrita, che salva le apparenze e poco altro?

    Anonimo 4: Ho detto di no :-)

    Comment di cronachesorprese — 13 Aprile 2006 @

  6. Caro cronache,

    come sempre ti ringrazio perche’ riesci a dare le parole a pensieri che sono anche miei.

    Vedo purtroppo che i soliti intellettuali rispondono senza leggere (non dico senza capire per non offendere), fieri dei loro paraocchi.

    Io ho avuto il tuo stesso disagio, fin dalle prime elezioni maggioritarie (e sfido chiunque a dire che questa volta il sistema era proporzionale). Per farmi capire dico sempre che ricordo le tre preferenze date al mio primo voto (europee 1984), ma non ricordo chi ho votato la penultima volta, ne’ se e’ stato eletto.

    Sono andato a votare. Ho scelto il meno peggio, o cio’ che ritenevo il meno peggio. Ho votato per una speranza (spes, ultima dea!) e non per una ragione, per un’appartenenza e non per un’opinione. Pero’ ho sentito il tuo dramma, e rispetto piu’ uno che non va a votare con questo dramma che i tanti che sono andati senza, anche tra quelli che hanno votato come me.

    Sono rimasto colpito, tra le tante parole di circostanza che si dicono in questi giorni, da un commento di D’Alema. Ha detto qualcosa di questo genere: “Credevamo di aver capito tutto, ma c’e’ un paese profondo che e’ sfuggito alle nostre analisi”. Mi ha colpito la parola profondo, che lui ha poi banalizzato collegandolo col profondo sud che e’ stato determinante per l’elezione di Bush. Curiosamente lo stesso aggettivo compare in un’analisi di Massimo Introvigne, nella quale si parla di “popolo cattolico profondo”.

    Ci attendono giorni interessanti: tenete gli occhi aperti.

    Comment di searcher — 14 Aprile 2006 @

  7. Scusa, ho sbagliato il link per l’articolo di Introvigne.

    Comment di searcher — 14 Aprile 2006 @

  8. quando ho sentito lo scrutatore non votante ho pensato a quello che avresti bofonchiato :)

    Comment di estrellita — 26 Aprile 2006 @

  9. speriamo!!!!!!!!!!

    Comment di Clio — 28 Aprile 2006 @

  10. searcher: anch’io sono convinto che i prossimi mesi saranno molto interessanti. i prossimi mesi, i prossimi due, tre anni. deve nascere qualcosa di nuovo, ne sono convinto. le persone di buon senso non hanno mai creduto alla favoletta del cattivo incantesimo che imprigionerebbe metà elettorato. ma chi non vuol vedere in faccia la realtà preferisce pensare che sia stata la promessa dell’abolizione dell’ICI, e altre amenità, a spostare voti. non temi e questioni vere. amen.

    estrellita: ma guarda, la canzone di bersani mi ha colpito molto. come tutte le cose scritte bene, è sbagliato limitarla a quella che probabilmente è l’intenzione più esplicita dell’autore.

    clio: sono ottimista perché è evidente che dietro il risultato elettorale c’è una vitalità, una richiesta di rappresentanza che non osavo sperare. ho fiducia negli elettori, non negli eletti.

    Comment di cronachesorprese — 28 Aprile 2006 @

  11. Anche se non condivido il tuo comportamento definitivo (il non voto), apprezzo molto l’intero tuo articolo, e in maniera particolare la tua descrizione di un certo modo di concepire la scelta politica da parte dell’elettore di sinistra.

    Comment di utente anonimo — 26 Luglio 2006 @

  12. non so se si è capito, ma l’ultimo commento era mio :-)

    ciao.

    frank

    Comment di utente anonimo — 26 Luglio 2006 @

  13. Gran bell’articolo! Detto da uno che la scelta del non voto l’ha fatta a questa tornata per la prima volta. Sono curioso di vedere il comportamento dei “buoni” di fronte alle ultime chicche sull’indulto (non dovrebbe chiamarsi Salvaprevitibis? o Salvaricucci; al limite Salvacattivi.). Chissà perchè un’idea di come andrà a finire ce l’ho già.

    Anakin

    Comment di utente anonimo — 27 Luglio 2006 @

  14. Frank: grazie per l’apprezzamento, sono sempre più convinto che l’astensione sia stata la scelta giusta.

    Anakin: mi hai dato un’idea :-)

    Comment di cronachesorprese — 27 Luglio 2006 @

  15. […] Repubblica, la legislatura più breve della storia: un motivo in più per l’astensione, che è il mio partito da più di dieci anni (parlo di politiche e non di […]

    Pingback di Cronachesorprese » Scommessa elettorale — 5 Febbraio 2008 @

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