Cronachesorprese

26 Aprile 2007

La nube tossica della tecnocrazia

Filed under: chiedici le parole,dichiarazioni di voto — cronachesorprese @

Faccio un esperimento alla Caino: parole, musica e immagini insieme. Questo brano è una dimenticanza imperdonabile, nella serie delle cose. Allora per rimediare lo metto come sottofondo a parole altre e diverse da quelle del brano: in qualche modo, in my very very humbling opinion, le richiamano.

La differenza tra un’idea, una convinzione, e il sintomo di una nube tossica la riconosco a pelle. Mi bastano due parole, il modo in cui vengono dette, vedere la sicurezza di chi sa che l’inciso nel discorso riscuoterà successo, perché l’intossicazione ambientale ha questo effetto, mettere d’accordo tutti gli intossicati. “Visto che la Cei oggi (oggi?) vuole intervenire su tutto, vorrà anche dire qualcosa sulla mia giacchetta”. Sai, quelle stronzatine alla Littizetto. Ecco, lì è passata la nube tossica.

Dopo anni e anni, l’effetto ancora mi stupisce, mi rattrista e mi fa sentire solo. Mi stupisce, perché me lo ritrovo di punto in bianco lì, che ha contagiato un vicino, un amico, un collega, un parente. Mi rattrista, perché ne constato la pervasività, l’impadronirsi delle coscienze saltando la difesa immunitaria del dialogo. Mi fa sentire solo, perché immagino la fatica che dovrò fare, a dire qualcosa di diverso. A rialzare il livello dei globuli bianchi con uno straccio di dialogo.

Ad esempio. La nube tossica ultimamente causa questo sintomo: se un politico segue le indicazioni della Cei, tradisce il giuramento di fedeltà allo Stato e alla Costituzione. Allora spiegatemi una cosa. Spiegatemi come stabilite la differenza tra un parlamentare che vota come vuole la Cei, un parlamentare che vota come vuole un qualsiasi altro gruppo di pressione, e un parlamentare che vota conformemente a quello che dice la Cei o un altro gruppo di pressione perché è convinto che quell’indicazione, nel merito, sia giusta.

Va bene essere intossicati, ma bisognerebbe anche rendersi conto delle enormità che si dicono sotto l’effetto dei gas. Veramente si vuole mettere in discussione la libertà di un parlamentare di aderire a un’indicazione che ritiene valida? Perché dovrebbe essere condannabile, riprovevole? Ma ci rendiamo conto di cosa andiamo a minare? Un politico vota in base a convinzioni che si è formato liberamente per formazione, cultura, militanza, esperienza. Se ha maturato la convinzione che la Cei dia indicazioni che hanno valore per il bene comune, la libertà di orientare la sua azione politica vagliando di volta in volta anche queste indicazioni è insindacabile. Se qualcuno pensa di metterla in discussione, va tutto a catafascio. In primo luogo la laicità. La tecnocrazia uccide la laicità: la tecnocrazia di chi crede che ci sia un’unica direzione possibile per la democrazia e per i diritti, e che chi ne indica altre debba essere zittito.

Almeno la Cei dà indicazioni chiare e alla luce del sole, inequivocabili. Prendendosi il rischio di subire un mese di contumelie di idioti come quelli dello Zapata che oggi hanno esposto lo striscione Bagnasco vergogna. Poveri utili idioti al servizio di una tecnocrazia che li usa e li schiaccia, intossicati organizzati che si credono liberi.

De Gasperi all’inizio degli anni cinquanta, dicasi all’inizio degli anni cinquanta, quando i comunisti erano (giustamente) sotto scomunica, ha mandato a cagare gli emissari vaticani che gli chiedevano di fare l’alleanza con Msi e monarchici per le amministrative a Roma. Un uomo e un politico libero, no? Ma se era libero quando faceva questo, era libero anche quando la sua azione politica era compatibile con le indicazioni della Chiesa in mille altre questioni.

Chi ha paura, oggi, di questa libertà?

5 Comments »

  1. Io no.

    Comment di searcher — 26 Aprile 2007 @

  2. io mi stupisco sempre di come combaci quello che scrivi con quello che penso.
    con l’innegabile pregio che hai di saper tradurre in parole quello che pensi (e che penso); forse è il mio essere di indole astiosa e difensivista (e così attacco, che resta sempre la miglior difesa) ma non so tradurre il pensiero come sai fare tu.
    Così mi limito a dire “ecco, è proprio quello che pensavo!”… e scrivo di emozioni e sentimenti, che mi viene meglio.

    Grazie :)
    bro

    Comment di bro — 26 Aprile 2007 @

  3. Credo che al giorno d’oggi ci siano troppe persone che si arrogano il diritto del giusto pensiero. E’ importante invece che ci siano molti pensieri e il piu’ vario possibile. Bisogna battersi affinche’ chiunque possa dire come la pensa, anche se non e’ conforme all’intellighenzia di giornali o movimenti politici.

    Comment di qualcosadidestra — 26 Aprile 2007 @

  4. […] esempio perfetto di applicazione acritica di un pregiudizio, di coazione pavloviana causata da una nube tossica. Ci sono degli schermi sui quali i pregiudizi si proiettano più facilmente, perché li si […]

    Pingback di Cronachesorprese » Un velo pietoso sui pregiudizi — 25 Gennaio 2008 @

  5. […] diritto di partecipare come tutti i soggetti sociali alla definizione dei valori condivisi. 7 – Nessun politico italiano scatta sull’attenti quando parla il Papa. Valuta ciò che […]

    Pingback di Cronachesorprese » Discutere non è attaccare — 13 Maggio 2008 @

RSS feed for comments on this post. TrackBack URI

Leave a comment


Powered by WordPress. Theme by H P Nadig