Cronachesorprese

27 Aprile 2020

Messe in discussione

Filed under: cronache — alessandro @

“Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”

Questo è il passaggio che rende la nota Cei opportuna e, direi, necessaria. Per due mesi, e nel momento liturgico più importante dell’anno, tutte le limitazioni sono state accettate di buon grado da tutti o quasi, se si eccettuano i soliti ultras che non sono mai contenti di nulla.
A fronte di questa disponibilità e collaborazione totale, abbiamo visto crescere un giudizio moralistico inaccettabile, più o meno nella forma del “Dio è dappertutto, pregatevelo nella vostra stanzetta e non disturbate il manovratore”. A questo giudizio era necessario reagire perché rischia di compromettere l’essenziale. Un conto è la preghiera personale, un conto la celebrazione dei sacramenti. Se si comincia a dire “vabbé tanto è lo stesso”, e si sostiene questa cosa come posizione culturale, rafforzata peraltro da un’emergenza che ha il tempo e l’attenzione sufficienti per incidere sui comportamenti e sulla definizione dei valori condivisi, si inietta un veleno che attacca il cuore della fede.
Ora a me sta anche bene continuare come abbiamo fatto finora per altri sei mesi se l’emergenza sanitaria lo richiede, ma questa cosa andava chiarita.

14 Aprile 2020

I balconisti della fede

Filed under: Il cristiano informale — alessandro @

Come al solito non so chi scegliere tra quelli che “senza messa è lo stesso perché tanto Dio è dappertutto” e i balconisti della fede pronti a scagliare anatemi sui passanti che non gli vanno a genio: quest’ultima però di tutte le forme di moralismo religioso è una delle più odiose. Certo che la Chiesa esiste per i sacramenti, ma le situazioni eccezionali si verificano e sono previste. Certo che la presenza dell’Eucarestia è essenziale per l’esistenza della Chiesa, ma le messe continuano a essere fatte seppure senza concorso di popolo, non sono state abolite. Hanno un’idea magica dei Sacramenti, quindi coltivano una raffinata superstizione. Un conto è la presenza reale di Cristo nell’ostia consacrata. Un altro conto è pretendere che l’amministrazione del Sacramento sia un vincolo per la realtà sacramentale veicolata: è come dire che l’amministratore è più potente dell’Onnipotente amministrato.

8 Aprile 2020

Tagliare i ponti

Filed under: cronache — alessandro @

Il ponte di Albiano, o di Caprigliola a seconda della sponda dalla quale lo guardi, era da bambino una netta emozione. Dopo chilometri dalla Spezia, prima sui tornanti del Buonviaggio, poi sul rettilineo di Bottagna, sul lungo ponte di Ceparana e sui saliscendi pieni di curve tra Ceparana e Albiano, sfociavamo con la 850 guidata da mio padre su questo che, ora vedo bene, era poco più di un guado rialzato, ma che all’epoca mi sembrava monumentale. Era il preludio all’arrivo in campagna nella casa di mio zio a Isola di Caprigliola, poco distante dal ponte sulle “lame” verso Aulla. Mesi d’estate ho passato li tra gite al fiume, uova e latte freschissimi, le verdure dell’orto, le mucche e i conigli, i “testi” per i panigacci sempre pronti all’uso accanto agli alari del camino, la cucina economica. Un altro mondo a due passi da casa, vicino e lontano, una dimensione da esplorare ma nella sicurezza della famiglia, nella spensieratezza dei giochi con mio fratello e i cugini. Quel ponte per me era la porta verso questa parte così importante della mia esperienza di bambino. Attraversarlo era un respiro, una gioia, e anche un po’ una liberazione perché soffrivo la macchina. Era l’accesso a un paesaggio diverso, era uno dei termini del nostro periodico pendolare dal mare al fiume. Lo ricostruiranno e non sarà difficile come per altri ponti più famosi e anche più importanti per me. Però grava sul cuore, in qualche modo, il pensiero che non c’è più quell’impalcato che così tante volte ci ha fatto attraversare la nostra barriera invisibile tra la vita di tutti i giorni e le vacanze, o anche tra una settimana di scuola e qualche giorno, qualche ora di riposo. Qualcosa è andato. Molto rimane.

19 Marzo 2020

Dagli amici mi guardi…

Filed under: Frankie stories — alessandro @

Andrea Purgatori con il suo speciale di Atlantide su Papa Francesco fa prove tecniche di storicizzazione della narrazione progressista-secolarista su questo pontificato, una narrazione che in questi anni ha vinto un po’ ovunque, dai giornali alle chiacchiere generiche da bar. Dopo sette anni ancora non mi è chiaro se Francesco deve temere di più i tradizionalisti fanatici o questi finti amici, adulatori non richiesti. Forse entrambi in eguale misura, seppure per motivi differenti.

16 Marzo 2020

Dagli anni di piombo alla pandemia

Filed under: cronache — alessandro @

il 16 marzo 1978 io facevo le medie e qualcosa cambiò per sempre nella mia percezione del mondo dei “grandi”. A dispetto del tempo e dell’esperienza passati lo spaesamento di oggi, con questo senso di sospensione delle attività normali, richiama in modo analogico lo spaesamento di 42 anni fa, quando in pochi minuti vedemmo emozioni che non eravamo abituati a vedere sui volti dei nostri professori, e all’uscita dalla scuola c’era uno strano silenzio per strada. La primavera imminente non portò la solita spensieratezza. Esisteva una sola notizia, tutti parlavano solo di una cosa e così fu fino al 9 maggio e oltre. Solo i mondiali in Argentina portarono la prima vera distrazione, e forse non fu un bene. Quest’anno, forse, non ci saranno gli europei e non è detto che sia un male. Non c’era internet e non c’erano le chat, ma le barzellette che circolavano erano tutte forgiate sull’argomento unico di discussione nazionale, proprio come i “meme” che rimbalzano oggi da uno smartphone all’altro. Non era un’emergenza sanitaria ma la paura e l’allarme per le conseguenze possibili portò la gente (esclusi i troppo ideologizzati) a mettere in secondo piano molte divergenze di idee politiche per mettere in primo piano un’idea, seppure confusa, di bene comune minimo al di sotto del quale nessuno era disposto ad andare. E forse (sottolineo forse) anche oggi sta accadendo qualcosa di simile, visto che gli argomenti e i protagonisti che fino a un mese fa erano percepiti come catastroficamente divisivi ora sono là in fondo alla scena come acquerelli scialbi, inoffensivi, incapaci di guadagnare i trending topic e ottengono la stessa attenzione di un cane randagio che abbaia alla luna. “Andrà tutto bene”? Non lo so, ma c’è un bene che non si misura con i numeri dei bollettini medici e forse, in questa emergenza, lo percepiamo meglio di altre volte.

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