Cronachesorprese

7 Maggio 2007

Posta per tre

Filed under: spider report — alessandro @

La posta del cuore è un classico da settimanale che difficilmente colpisce al cuore. O meglio, con le lettere capita, se non sono troppo comiche; con le risposte capita molto meno, perché chi risponde si sente troppo spesso in dovere di usare toni neutri, falso aplomb, equilibrio, e di dispensare consigli da psicologo della domenica o pacche sulle spalle. Implicitamente dice ciò che davvero pensa di quelli che scrivono: che siano in media degli squilibrati.

Io scommetto su queste tre. Per come le conosco possono esaltare e stravolgere il classico della posta del cuore in un’interpretazione blogosferica senza precedenti. L’idea è questa: il tipico botta e risposta tra chi scrive con il problema e chi risponde con la (pretesa di) soluzione viene trasformato in conversazione, fornendo subito una triplice risposta e rilanciando la palla ai commenti.

Scommetto che le tre non saranno mai neutre per circostanza o fintamente comprensive. Scommetto che comprenderanno davvero, che saranno davvero empatiche come solo delle blogger di razza sanno essere. Possono fare il tifo davvero per chi scrive, oppure spernacchiarlo allegramente, se pensano che se lo meriti. Quindi chi scrive può stare sicuro che la loro solidarietà non sarà mai di facciata; che la loro stroncatura non sarà una cattiveria fine a se stessa ma potrebbe essere quella parola che a volte neanche un amico in real life ha il coraggio di dirci.

6 Maggio 2007

Domande da Pulitzer 2

Filed under: news factory — alessandro @

Ospedale di Castellaneta in provincia di Taranto. Dopo l’incredibile scambio di tubi (azoto al posto di ossigeno) che molto probabilimente ha causato la morte di otto persone, l’inviato di un tiggi nazionale intervista una caposala.

– Da quanto tempo lavora in questo ospedale?
– 22 anni.
– E una cosa del genere non è mai capitata…
– No, mai.

Cosa avrebbe potuto rispondere:

– Ma scherza? Capita due o tre volte al giorno, sa, questi tubi sono tutti uguali, mannaggia a loro. Ah, non lo diciamo a nessuno, però. A lei lo dico perché ha una faccia simpatica e mi sembra che sappia mantenere un segreto. Quella cos’è, una telecamera? Carina, ne ha una simile anche mio figlio, dice che ci si diverte un sacco con i suoi compagni di scuola ma non ho mai capito bene come…

5 Maggio 2007

Campagna, non champagne

Filed under: cronache — alessandro @

Lo so che oltralpe stanno assistendo a un confronto spettacolare tra due candidati alla presidenza comme il faut. Io per il momento mi devo accontentare dei primi faccia a faccia televisivi tra Enrico Musso e Marta Vincenzi, candidati a sindaco di Genova rispettivamente per il centrodestra e per il centrosinistra.
Scongiurato alle primarie il rischio del tànghero, il centrosinistra ha scelto una donna che indubbiamente ha dalla sua molta esperienza amministrativa (assessore nelle giunte Merlo e Sansa degli anni 90, poi presidente della Provincia per due mandati, poi parlamentare europeo), ma altrettanta difficoltà ad accreditarsi come “nuova”, anche se vorrebbe: dice di aver rotto degli equilibri, di essere legittimata pienamente dal risultato delle primarie e quindi libera dai giochi tra i partiti.
Stessa virtù rivendicata con maggiore enfasi da Musso, professore di economia all’università, faccia e curriculum da primo della classe, decisamente giovane rispetto alla media anagrafica di tutti i candidati a Palazzo Tursi che io ricordi.

Io vorrei avere dei buoni motivi per pensare che questi confronti televisivi servano a chiarire le idee, a spostare tonnellate di voti di elettori sanamente indecisi, perché la perplessità in politica, negli ultimi vent’anni, è tutta salute. Non ne ho di questi buoni motivi: non so cosa dicano di preciso i sondaggi, ma penso che a Genova gli indecisi siano davvero pochi, o non abbastanza da dare un barlume di incertezza all’esito finale.

I due contendenti in televisione erano tesi, ma si capiva bene quanto fosse diversa l’origine della loro tensione.
Enrico Musso, che guiderà l’opposizione, cerca di rubare qualche consenso al centro puntando molto sulla sua immagine e sulle sue competenze di esperto: visti i risultati disastrosi del centrodestra genovese in tutte le ultime consultazioni, difficile che faccia peggio. Tutto sommato è in una botte di ferro, anche se da bravo primo della classe soffre l’importanza e la criticità del passaggio, come se fosse un esame un po’ più complicato del solito. Ma in fondo ha poco da perdere: comunque vada, sarà un successo e già pensa a come capitalizzare in futuro la notorietà che sta guadagnando.
Marta Vincenzi si sta giocando molto di più. La situazione per lei è diametralmente opposta: difficile, impossibile fare meglio di Pericu, che nel 2002 ha polverizzato un avversario che semplicemente non ha mai fatto campagna elettorale e alla fine ha addirittura incassato i complimenti di Silvio Berlusconi (complimenti talmente smaccati da valere come bocciatura di quelli della sua parte). Altrettanto difficile per Supermarta superare se stessa e i suoi limpidi successi alle provinciali e alle europee.

MI aspettavo comunque maggiore fair play da tutti e due. Niente. Marta Vincenzi, oltre ad essere visibilmente stanca e stressata, è stata aggressiva e a tratti sprezzante, soprattutto nel primo confronto. Il sottotesto era sempre: ma levati dai piedi bamboccio, lascia lavorare chi sa davvero cosa vuol dire fare politica e amministrare, torna nell’iperuranio a fare le tue inutili consulenze. Enrico Musso è combattuto tra la voglia di esporre il suo programma ignorando o minimizzando la presenza dell’avversario (perché sa già di non vincere, e quindi il suo vero obiettivo non è definito dal confronto con la Vincenzi) e la necessità di seguire le indicazioni dei suoi spin doctor che sicuramente gli suggeriscono di far piovere sui capelli grigi di Marta tutte le responsabilità di tutte le giunte di centrosinistra di provincia e comune, per accreditarsi come l’unica novità possibile. Quando prende questo registro si capisce che ammicca agli alleati, a un voto di protesta poco ragionevole e a una strategia elettorale che non so quanto condivida.

Il risultato è un dialogo strano, tra due persone e due parti che non si riconoscono davvero come avversari. Spero che, una volta approdati in giunta e in consiglio, la musica sia un po’ diversa.

3 Maggio 2007

Ispirazione è una parola grossa

Filed under: chiedici le parole — alessandro @

Per me almeno. Non per Caino, sicuramente. Per rispondere all’invito di Tambu, l’ispirazione la lascio agli scrittori veri.

Io prendo degli spunti.

Dalle news.
Dagli altri blog e dalle conversazioni che nascono nei blog (e nei barcamp, naturlich).
Dalle novità, tecnologiche e non, del mondo dei media.
Dai film, dai concerti e dagli spettacoli teatrali (non tutti).
Dai siti che incontro nelle navigazioni e nelle ricerche.
Dai referrer, che sono una lettura bellissima, creativa e stimolante come poche altre: quando scrivo un post pensando a un referrer non sempre lo dichiaro. Ma lo faccio.

Poi, come è evidente, questo blog mi serve anche per spiegare meglio le mie opinioni e i miei punti di vista, che spesso non è facile spiegare a parole, perché il mainstream di solito va in altre direzioni e mi costa molta energia dover ripetere tutte le volte, ribadire che ciò che troppi danno per scontato per me non lo è e non può esserlo. Quindi scrivere alcuni post è come posizionare delle ciappe sufficientemente grosse nel letto di un fiume per facilitare il guado, quando serve: ogni volta una ciappa in più, ogni volta un po’ di fatica in meno per arrivare dall’altra parte. Purtroppo ponti in muratura non ne vedo, a monte e a valle.
Spesso dunque prendo spunto dalle polemiche su temi più o meno ideali, sociali e politici che troppo spesso riempiono le prime e anche le seconde e le terze pagine dei giornali. Come oggi: ma del primo maggio ho già parlato nel 2005 e quest’anno non ne ho voglia. Noto soltanto che la questione è identica, anche se le cose dette sono molto diverse. Queste polemiche non nascono tanto da ciò che si dice, ma dalla piega che ha preso negli anni la piazza del concertone. Claudio Bisio e Andrea Rivera per me pari sono. Festa “unitaria”, festa del lavoro, tutti i siindacati uniti, musica aggratisse per tutti, e poi zacchete la cattiveria che fa capire che non è proprio per tutti ma solo per qualcuno. Si può dire ciò che si vuole sull’esagerazione delle reazioni, e posso anche essere parzialmente d’accordo, ma finché l’impostazione sarà questa le polemiche brilleranno sempre come popcorn. Se la festa è di tutti bisognerebbe cercare di non rompere le palle a nessuno. O no?

Per concludere dico che il blog ancora non mi soddisfa. Cerco da tempo il modo per dire molto, molto altro. Gli spunti li ho, ma ancora non si traducono in post. Arriverà il momento giusto.

Ora tocca all’Alga e a Sid. Eternaseconda faccia un po’ come vuole, che non si capisce mai se i meme li vuole fare o no :-P

1 Maggio 2007

Zenacamp – Democrazia 2.0

Filed under: barcamp — alessandro @

Nicola ha ripreso a Genova la suggestione sul parallelismo tra democrazia e rete che aveva esposto sul blog qualche tempo fa. Il parallelismo è interessante e fecondo e può portare molto lontano, ma a mio parere la discussione allo Zenacamp si è arenata su aspetti non essenziali.
La democrazia, lo sappiamo, non è il sistema perfetto ma il meno imperfetto dei sistemi finora scovati. Logico che le stesse evidenze di imperfezione (non democrazia ma governo di una elite?) le possiamo trovare anche nella rete, e questo è innanzitutto un buon motivo per pensare che il parallelismo funziona…

Ciò a cui vale la pena porre attenzione è se sia vero o no che lo strumento che è la rete, e gli strumenti che la rete mette a disposizione, avvicinino alla realizzazione di una maggiore democrazia o no. Che sia oggi un’élite a usare la rete è vero, ma quali sono i reali ostacoli a entrare in questa élite, ad allargare il cerchio e in definitiva a trasformarla, nel medio periodo, in qualcosa di diverso da una élite? A me sembra che gli ostacoli siano minori di quelli che impediscono oggi di allargare il cerchio dell’elite politica, o di fare in modo che il popolo, qualunque cosa questa parola voglia dire, possa gettare efficacemente sul tavolo dell’élite politica le sue questioni. E allo stesso modo è più facile che emerga in rete un’informazione diversa dalla narrazione informativa di giornali e televisione. Tanto è vero che le élite della politica e dell’informazione reagiscono non sempre bene all’esistenza della rete. Come si è detto tante volte, non la conoscono un granché e forse non la vogliono conoscere: il modello concettuale che la rete promuove potrebbe mettere in discussione i modelli su cui si basa il loro potere.

Per la prima volta, è stato detto a Genova, grazie alla rete si può attuare qualcosa che assomiglia in modo convincente all’idea di democrazia. Ci vogliono tempo e vita, ma può succedere.

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