Cronachesorprese

6 Aprile 2007

Senza il nastro rosa

Filed under: dichiarazioni di voto — alessandro @

bavagli politically correctPer non sbagliare la spesa, e la sposa.

Che Bagnasco sia finito nel consueto tritacarne di distorsione mediatica mi sembra fin troppo evidente. Non mi metto dunque a spiegare punto per punto il significato delle sue parole: chi vuole ascoltare, ascolta; chi vuole cogliere l’attimo per scandalizzarsi, si accomodi a celebrare la sua performance di “laico” indignato. La recitavano anche davanti a un altro tizio duemila anni fa.

Più si va avanti in questa contrapposizione, più sono convinto che sarà chi vive un’esperienza religiosa a difendere davvero la laicità. Come sempre, del resto. Questo post divertente, che ho trovato segnalato sul blog di Simone, scherzi e paradossi a parte prospetta uno scenario quasi futuribile. Non letteralmente, ma insomma… Qualcuno in America se n’è accorto già qualche anno fa. I cattolici stanno davvero per finire in riserva, altro che nazione indiana. Altro che nastri: bavagli. Bavaglini anzi, perché la discriminazione non sia troppo sopra le righe: che le riserve assomiglino a dei giardini d’infanzia, dove non diano fastidio e possano giocare in santa pace, questi chierichetti.

Il concetto di laicità che sta dietro a certe posizioni è ambiguo. Viene contrabbandato per neutralità, e invece sostiene un preciso modello culturale e antropologico che ne esclude altri. Si vuole impedire ai cattolici (non ai vescovi, al popolo) di far valere la propria presenza sociale per concorrere, come fanno tutti gli altri, a orientare la normale selezione dei valori che fa una collettività attraverso i suoi rappresentanti e la sua legislazione. Questo è realmente antidemocratico.

Io vorrei che la questione fosse riportata a un normale confronto tra posizioni con pari dignità. Lo Stato etico, davvero, è un’altra cosa. Se la maggioranza vorrà dare una diversa rilevanza nel diritto pubblico alle convivenze, si farà. Se invece riterrà che debbano rimanere nell’ambito del diritto privato, così sarà. E non parlo sulla pelle di altri, non parlo di scelte che non mi riguardano: sono passato anch’io, come tanti miei coetanei, attraverso l’esperienza della coppia di fatto. Abbastanza lunga. La rifarei uguale. E ritengo di non aver patito nessuna discriminazione.

Niente di retrogrado o di barricadero. Semplicemente una maggioranza che prevale, senza ledere i diritti della minoranza. E senza escludere che le diverse parti possano continuare a lavorare nella sfera sociale e politica secondo i loro convincimenti, per cambiare le cose in futuro. Ma chi ci crede che esiste un grado zero del patto sociale che possa annullare questa sana dialettica? Dov’è stato mai realizzato? In Francia? Ma per favore. Io voglio un patto sociale che favorisca questa dialettica, non voglio che sia azzerata.

Che la collettività decida, attraverso la legislazione, di andare in una direzione che comporta una scelta anche sul piano dei valori per alcune materie che riguardano aspetti essenziali e costitutivi del patto sociale; scegliere una direzione e non un’altra, intendo, è la cosa più normale di questo mondo, ed è semplicemente inevitabile: pensare che possa non accadere non è neanche utopico, è una favola che qualcuno vuole raccontare e raccontarsi. Questo, soprattutto, voleva dire Bagnasco. E lo sottoscrivo in pieno, insieme a tanti altri uomini liberi che tengono alla libertà loro e degli altri. I nastri rosa sarebbe meglio lasciarli a Battisti e ai suoi ben più fondati dilemmi.

5 Aprile 2007

Ero baby e un mese dopo votavo

Filed under: news factory — alessandro @

Ma un ladro è baby perché ruba una consolle per videogiochi? No, perché a 17 anni non lo definirei tanto baby, anche se è minorenne: potrebbe essere il doppio di me.

4 Aprile 2007

Dove osano i parenti

Filed under: barcamp — alessandro @

I barcampers raccolgono per vocazione istanze diverse da quelle adatte soltanto a riunioni esoteriche tra geek, ne siamo consapevoli già da un po’. Ma questa idea di Biccio & friends è davvero trasgressiva, infrange l’ultimo tabù del computer come strumento principale di un generation divide che è un aspetto non secondario del digital divide.
Ecco l’ultima vera frontiera del social web. Tuo padre non capisce una mazza di computer, ti telefona perché non riesce a giustificare il testo dal menu formattazione di word, continua a confondere i concetti di “sito” e di “mail” anche dopo la trecentesima e paziente spiegazione? Niente paura, portalo al ParentsCamp! Chissà se si arriverà a farlo davvero. Mio padre dovrei trascinarlo, ma chissà, alla fine potrebbe anche essere contento :-)

3 Aprile 2007

Penne a blogosfera

Filed under: chiedici le parole — alessandro @

Attualmente non guardo tutti i giorni i blog sulla scrittura. Non è il mio modo di bloggare, ma mi piace. Rimango più o meno agganciato a questa blogosfera attraverso i post e i rimandi del resuscitato alias Lao, alias Caino, alias altro che neanche ricordo, del quale conosco e apprezzo l’impegno a “essere”, più che a “diventare”, scrittore: il tipo non è volubile su questo impegno come lo è sui nomi e sui nick… ;-)

Il blog è naturalmente un ottimo strumento per chi scrive, per chi racconta. Si può sperimentare, si possono avere dei feedback utili da chi legge, oppure si può meditare sull’assenza di feedback. Poi ci sono degli abusi, e ora Lao e altri ne stanno discutendo.

Il tema è enorme e non si esaurisce nel confronto tra chi pensa che sia buono e giusto spingersi, nel raccontare, fino a un privato quasi insopportabile, e chi, pur non avendo in linea di principio nulla in contrario a un “denudamento”, a una “immolazione”, a uno “scarnificarsi” (tutti termini usati), vorrebbe sgombrare il campo da un equivoco: lasciare sempre ben distinguibili voglia (urgenza) di scrivere e sperimentazioni più o meno tattiche per arrivare a una pubblicazione.

Alcuni noti casi di successo sono ascrivibili a una fase di esplosione delle blogosfere italiane ormai passata. Però hanno messo in guardia chi usa sinceramente lo strumento blog per scrivere, riflettere sulla scrittura e condividere tutto il condivisibile da chi vuole soltanto parassitare. Una comunità di scrittori o di amatori fortemente motivati che trasferisce parte del suo lavoro nei blog è chiaramente un valore da difendere da strumentalizzazioni. Seguo dunque la discussione con interesse e invito a fare altrettanto.

2 Aprile 2007

Attivo, attivissimo, praticamente umano

Filed under: forse cercavi — alessandro @

Non ci posso credere, anche Paolo c’è cascato :-D
Vuol dire che il pesce d’aprile di Google era davvero ben congegnato, e che Paolo non è un alieno, cosa che non fa che aumentare la stima e il rispetto che ho per lui e per il suo lavoro.
Da utente di gmail avevo notato anch’io la cosa, e l’avevo data per buona. Però avevo pensato: “mi sembra un po’ cervellotico. Ci scriverò qualcosa”. Pensavo che probabilmente c’erano degli aspetti che non avevo ben considerato.
Non è l’unico pesce d’aprile di google, c’è anche quello del wireless nel WC, che non avevo visto, decisamente più goliardico. Che siano stati ispirati dal meme di Mia? :-)

aggiornamento: Paolo nei commenti, che non avevo ancora letto, sostiene di non esserci cascato e di aver solo “inoltrato” lo scherzo di google. Sì, i commenti sono di ieri e non di oggi. Però, mah… il dubbio rimane :-)

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