Cronachesorprese

11 Luglio 2018

Chi fa uscire dalle grotte

Filed under: cronache,Il cristiano informale,tutto considerato — alessandro @

“Non siamo sicuri se questo sia un miracolo, sia scienza o che cos’altro: tutti i 13 cinghialotti sono ora fuori dalla grotta”. Questi Navy Seals thailandesi sono stati bravissimi, coraggiosi, hanno anche perso un compagno per salvare quei ragazzi. Non voglio certo criticare loro. Critico la cultura e la mentalità che li fa parlare così. In un momento come questo una delle prime cose che sentono il bisogno di dire esprime una falsa dicotomia tra “scienza” e “miracolo”. Nella testa di molti la parola “scienza” sta diventando un idolo, qualcosa che si contrappone alla ricerca di significato delle vicende umane, mentre in realtà è qualcosa che corrobora, che va nella stessa direzione. Ovvio, ciò che è successo non è miracoloso: è un’impresa straordinaria ma spiegabile entro i limiti delle capacità umane (e questo naturalmente non significa che i miracoli non siano possibili). Però io ringrazio Dio, perché una determinazione così forte a rischiare la propria vita per salvare quella di altri viene da lui. Quando l’umano raggiunge queste vette è sempre perché si attiva quel qualcosa che porta a mobilitare le migliori energie per metterle nelle mani di un Altro, anche se non lo si riconosce, perché con tutta la “scienza” di questo mondo quegli uomini hanno corso un rischio enorme e in ogni caso sono andati contro il loro interesse immediato ed egoistico. Non è il devozionalismo, è la Realtà che chiede ogni giorno un affidamento. Naturalmente hanno pianificato come meglio potevano, hanno lavorato per ridurre l’aleatorietà dell’esito al minimo. Ma io contesto radicalmente che tutto questo sia l’opposto dell’affidamento a Dio: è una mentalità in cui non mi riconosco e che voglio combattere con tutte le mie forze. Non so se quegli uomini siano credenti, se abbiano pregato mentre compivano la loro impresa. Ma “o preghi o pianifichi” è una falsa opposizione, inaccettabile. Pianifica e prega: questo è davvero il massimo che l’uomo può fare. Personalmente anzi sono convinto che più preghi meglio pianifichi. Ma su questo ultimo punto posso anche accettare di essere contestato. Sul resto, no :-)

4 Luglio 2018

La fallacia ateistica del Dio-chimera

Filed under: Daily,Il cristiano informale — alessandro @

Si può non credere a Dio, ma Dio non è un “essere fantastico”. Ciò che è oltre l’immaginazione non può avere le caratteristiche dell’immaginario. Molti atei non capiscono (o forse non vogliono considerare) che le equazioni tra immagini più o meno rudimentali, mitologiche o idolatriche, e ciò che normalmente intende un cristiano o un monoteista in genere sono del tutto fallaci, oltre che un poco offensive. Tecnicamente non è una bestemmia, però è come minimo un rifiuto preconcetto di considerare l’oggetto della fede nella sua dimensione propria. Il punto è che il paragone tra Dio e personaggi immaginari è del tutto improprio, indipendentemente dal fatto che esista o non esista. Se Dio non esiste, la sua non esistenza non è paragonabile alla non esistenza di una chimera qualsiasi.

Gaunilone List

Filed under: Il cristiano informale — alessandro @

Il primo fu Gaunilone con la sua Isola Perfettissima, ma ormai non la cita più nessuno, ed è un peccato. In questo post pubblico una lista in progress di paragoni impropri tra Dio e personaggi (o anche oggetti) di fantasia ricorrenti normalmente nelle discussioni.

– L’unicorno
– L’omino immaginario
– L’amico immaginario
– L’elfo delle montagne
– La fata dei boschi
– Il Grande Vecchio dalla barba bianca
– L’omino vestito di bianco sulla nuvoletta
– La teiera in orbita
– Il Minotauro
– Il Grande Cocomero
– Il Prodigioso Spaghetto Volante
– Batman
– La fatina dei denti
– Babbo Natale
. Il Mago di Oz
. Il drago invisibile

25 Giugno 2018

Le quattro (o cinque) fasi della secolarizzazione

Filed under: Il cristiano informale,storia del cristianesimo — alessandro @

In questo articolo di una ventina di anni fa Massimo Introvigne faceva una panoramica delle cosiddette “nuove religioni”. Questo schema di allontanamento progressivo dalla tradizione cristiana, in quattro fasi, a mio parere funziona non solo per le nuove religioni ma anche per la secolarizzazione. Le quattro fasi sono:

– Cristo sì, Chiesa no
– Dio sì, Cristo no
– Religione sì, Dio no
– Sacro sì, Religione no.

Sono tappe storiche che partono dalla Riforma, ma sono anche posizioni ormai cristallizzate che si ritrovano oggi nelle posizioni individuali di molti. Se non ricordo male, Introvigne in un’occasione successiva parlò anche di una quinta fase:

– Natura sì, Sacro no

Che è anche la fase conclusiva: scompare ogni sacralità dall’esperienza. Con la difficoltà anche di individuare qualcosa che unisca gli individui in un patto sociale, perché non c’è patto possibile tra gli uomini senza qualcosa di sacro (non necessariamente religioso) che lo fondi.

23 Giugno 2018

Fede, ateismo e libertà

Filed under: Il cristiano informale — alessandro @

Vedo a volte nelle discussioni online un’acrimonia di credenti verso atei che non comprendo, come se fosse riprovevole in sé l’essere atei. Ho troppo rispetto della libertà e della ragione per associare necessariamente l’ateismo al peccato. Anche perché penso che molti atei siano in realtà religiosi: la negazione è per molti una risposta onesta alla domanda religiosa, come dire “non ho evidenze sufficienti, se le avessi crederei”. E per evidenze non intendo il superbo “credo solo a ciò che vedo” (al che normalmente rispondo: “beh, anch’io”) ma l’esperienza in base alla quale un uomo viene persuaso a credere, che è sempre personale.
Per questi motivi separo la critica alle posizioni irragionevoli che portano a un certo ateismo dalla definizione dell’ateismo. Davvero, se l’adesione alla fede non è libera, non vale nulla. Se qualcuno pensa che la ragione dovrebbe “costringere” a credere deve sapere che questo comporta anche l’elimimazione della libertà e quindi, in ultima analisi, della fede. A me basta spiegare chiaramente, e rivendicare contro ogni attacco perché è possibile farlo, la ragionevolezza della fede.

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