Cronachesorprese

20 Febbraio 2008

Office Lip Dub

Filed under: le specie musicali,spider report — alessandro @

Una moda assai divertente. Un gruppo di colleghi di lavoro (o di compagni di studio) fanno un vero e proprio video musicale in play back. Non so se siano rappresentazioni fedeli del clima che c’è in un ufficio, ma di certo per girare una cosa del genere bisogna andare un minimo d’accordo.

Lady marmalade, studenti di un corso di communication and media management di Sngapore.

Everything’s under control, dalla Germania.

Officelipdub.com, uno dei siti di riferimento

19 Febbraio 2008

Tutto il calcio youtube per youtube

Filed under: cronache,spider report — alessandro @

C’erano una volta le partite in differita. Ora è quasl impossibile vedere una partita alla TV se non in diretta e in orari sempre diversi. Il campionato di serie A è sempre più spalmato in più giorni e orari e ancora i signori del pallone non sono soddisfatti: è di qualche giorno fa la proposta di spalmare ancora di più. Non basta: le immagini in chiaro, gli highlight delle partite saranno spostati sempre più in là. Una delle ultime tradizioni rimaste, quella di fiondarsi a casa dopo la partita della domenica pomeriggio per vedere le prime immagini disponibili da tutti i campi, rischia di essere cancellata. Ma tanto, lo sappiamo, è stato eutanasizzato già da tempo, nel nome dell”infotainment, lo spirito di quell’esempio di giornalismo sportivo asciutto e godibile che era Novantesimo minuto.

Già, da tutti i campi: da quanti? Se rimarranno due o tre partite alla domenica pomeriggio sarà festa grande. E addio dunque anche all’insostituibile Tutto il calcio minuto per minuto, alla sua sintassi narrativa fatta di continue interruzioni e colpi di scena.

Ma dicevo delle differite. Quando ero bambino c’era la leggendaria “sintesi di un tempo di una partita di serie A” che andava in onda sul secondo canale dopo che sul primo canale era finito Novantesimo minuto. Poche cose avevano il sapore malinconico della domenica sera come quella telecronaca monotona e cantilenante. Non si chiedeva molto di più, all’epoca: sembrava già un miracolo avere queste finestre di calcio una o due volte alla settimana. Più avanti negli anni fu possibile vedere una differita intera al lunedì. Ma la differenza la fecero le TV private: fino a quindici anni fa le partite delle squadre locali erano ampiamente disponibili nella programmazione delle TV private per tutta la settimana. Se per qualche motivo perdevi la partita alla domenica non avevi da fare altro che scegliere la sera o il pomeriggio più comodo per vederla in differita.

Ora è impossibile, perché le televisioni possono far vedere in chiaro soltanto gli highlight e solo da una certa ora. Anche durante la settimana la regola non cambia: se una TV vuol far vedere tutta la partita della squadra locale la deve pagare cara. Qui a Genova non la trasmette più nessuno, neanche le emittenti più organizzate.

Insomma, se non ci fosse internet dovrei sorbirmi ore e ore di discussioni allucinogene tra commentatori rincoglioniti, assatanati e bavosi per vedere o rivedere qualche azione. Invece per fortuna qualche benemerito dedica un po’ del suo tempo libero a mettere su youtube tutto quello che può.

Merita un monumento, ad esempio, questo Levla che ha youtubizzato tutto il derby della lanterna di domenica. In undici spezzoni, eccoli qua:

Uno Due Tre Quattro Cinque Sei Sette Otto Nove Dieci Undici.

Ma questo è niente rispetto a quanto sta facendo Bluecircled (a cui si deve il video riportato in cima al post). Un vero eroe. I sampdoriani che ancora non lo conoscono vadano a vedere cosa sta raccogliendo. Qualche esempio?

Tutti i gol dello scudetto, uno dietro l’altro.
Toninho Cerezo, “la suadade è già finita, il Brasile è anche un po’ qua…”
Il gol di Dossena al Malines, nello stadio mezzo cantierato per Italia 90, con la telecronaca originale…
Un impressionante gol di Pietro Vierchowod al Nottingham Forest, in un torneo estivo del 1992… E questo era uno stopper, non so se mi spiego.
Tutte le più belle coreografie, con il sottofondo di Lettera da Amsterdam. Alla fine c’è quella di Sampdoria – Inter di due anni fa, che è sicuramente la più bella di tutte quelle che ho visto.
Udinese-Sampdoria 4-5, tripletta di Mancini e doppietta di Montella. Era il 1997. Questi e gli altri gol realizzati dalla Samp al Friuli negli ultimi dieci anni.
La prima coppa Italia del 1985, il servizio realizzato dalla sede regionale della Rai.
Il cinque maggio. E non dico altro.
Chi si ricorda il gol di Alessandro Orlando al Parma?
Tutti i gol di Flachi. Guardarli in sequenza fa riflettere. Questo ci ha salvato dalla C e ha portato per mano la squadra nei momenti più difficiil della sua storia. Facendo vedere a tratti numeri che si sono visti raramente a Genova. Il suo gol in rovesciata contro la Salernitana del gennaio 2002 è una delle cose più belle che abbia mai visto in uno stadio.
Alviero il marziano castiga il Milan nell’anno di (loro) disgrazia 1980/81.

30 Gennaio 2008

Qdos, il narcisismo e il suo contrario

Filed under: il viandante digitale,spider report — alessandro @

Misurare la propria presenza su internet con il Qdos, come lo chiama un nuovo servizio inglese lanciato lo scorso novembre e ancora in beta version, può anche essere un esercizio di narcisismo digitale, come dice Nicola Bruno su Panorama online. Non c’è dubbio: ogni classifica può essere usata per inflazionare o deprimere il proprio ego. Ma, come per le ormai annose discussioni su Blogbabel, ritengo che il possibile (e non necessario) uso narcisistico dell’egosurfing sia solo un aspetto marginale di una questione ben più importante.

La rete è un insieme di relazioni. Più passa il tempo più aumentano gli utenti della rete e le operazioni che ogni utente fa sulla rete. Attività che prima si facevano solo offline si stanno spostando in rete. L’insieme di queste attività sta diventando sempre più rappresentativo di quello che siamo, di quello che facciamo. Non so quanto sia rappresentativo anche di ciò che crediamo e in cui ci identifichiamo: partecipare a una community, ad esempio, può essere qualcosa di accidentale e che descrive solo marginalmente la mia identità e i miei interessi. Però non c’è dubbio che l’insieme dei messaggi che dò e ricevo attraverso la rete dicono qualcosa di me. Diciamo che ancora non è facile definire cosa, non è facile misurarlo qualitativamente. Ma qualche misura quantitativa si può fare; e da certe quantità ben selezionate e ben pesate negli algoritmi è possibile trarre delle suggestioni utili non per vincere l’ennesima bambolina, ma per capire come usare la rete e come sfruttare al meglio il tempo e i soldi che investiamo per starci. Il problema è se vediamo internet come un luna park o come un mezzo potente e duttile di comunicazione che ci affianca e ci affiancherà sempre di più in ogni attività.

I quattro valori misurati da Qdos (popularity, impact, activity, individuality) definiscono, sì, una posizione in classifica. Oggi, al momento dell’iscrizione, io “valgo” Q3464. Che non è la posizione ma il punteggio: più alto è il valore, più in alto sono nella graduatoria. Per farsi un’idea, Barak Obama ha Q9983, Bono degli U2 Q5978, Beppe Grillo Q6483. Ma come per Blogbabel la posizione non misura il valore: serve piuttosto a dire dove sei. Quindi è una posizione come quella che si può vedere in una mappa, non come quella che si può valutare nella graduatoria di un concorso. Non c’è nessun merito a vivere nel centro di Londra invece che ai margini del deserto del Kalahari. Nel centro di Londra avrò più opportunità di relazione (popularity) e di influenza (impact), ma non è detto che abbia anche una maggiore presenza in rete (activity), anzi la possibilità di essere connessi (magari con collegamento satellitare) in una zona semidesertica diventerà facilmente un servizio essenziale che userò per molte necessità e mi darà un vantaggio competitivo nel mio neighbourhood rispetto a quello che può darmi nel cuore della City londinese, dove trovo una connessione wifi praticamente ovunque e posso scegliere di stare in rete 24x7x365. E soprattutto non è detto che l’essere nell’ombelico del mondo accresca la mia riconoscibilità individuale (individuality), che è una grandezza ben diversa dalla popolarità, e che in rete acquisisce un valore che non può avere in una società e in un’economia in cui il modello mediatico prevalente è quello della comunicazione uno – molti. L’esempio usato su Qdos è molto chiaro:

John Smith, civil servant, living in London, would have a low score because there may be a number of them in the city. But Xavier du Plessis, tightrope walker, living in Hartlepool, would be more unique and therefore more likely to score higher”.

È un fattore molto importante, e nuovo: essere in una rete ha senso non soltanto per le relazioni che posso avere con gli altri nodi, ma anche perché posso identificarmi progressivamente come nodo individuale con caratteristiche non ripetibili. Qualcuno bolla questo fattore nuovo come narcisismo solo per disabitudine a considerare il valore della persona in un ambito mediatico. Ma la novità c’è, e speriamo che non finisca mai in secondo piano.

Per questo la rappresentazione spaziale delle relazioni tra nodi è più corretta di quella seriale da classifica. E se stare verso il centro della rete ha indubbiamente i suoi vantaggi, la controindicazione può essere un affievolimento della riconoscibilità individuale a vantaggio della quantità di relazioni che si riesce a lucrare ed esprimere grazie alla posizione centrale: io mi riduco alle mie relazioni, in pratica; io sono i servizi (informativi o di altro genere) che riesco a dare; io sono il logo di me stesso. Può essere interessante per un’azienda, meno per una persona. Comunque sia, ho un’idea diversa di narcisismo.

Può darsi poi che diventare un logo sia l’aspirazione ultima di un vero narcisista.

17 Dicembre 2007

WordPress meravigliao

Filed under: il viandante digitale,spider report — alessandro @

Via Tommaso apprendo che il sito della cultura del governo brasiliano è realizzato con WordPress.
L’ho navigato un po’. Non trovo nulla che non vada. Si potrebbe obiettare che il patrimonio culturale italiano richiede ben altra gestione, anche a livello di presentazione web. Sarà. Ma perché non provarci? Se il disastro di Italia.it servisse a capire che le soluzioni più economiche disponibili già in rete sono anche le migliori, i soldi e il tempo volatilizzati finora sarebbero tutto sommato anche ben spesi, perché ne farebbero risparmiare chissà quanti in futuro. Ma non è solo una questione di soldi: comporterebbe anche un passaggio culturale non da poco. Qualcuno nei vari ministeri non ha ancora capito, o ancora non vuole digerire, che il web non è adatto a propinare alla collettiviità altre cattedrali nel deserto.

ps
Ma volendo far diventare un nostro musicista ministro della cultura, voi per chi votereste? Io per il maestro, senza dubbio. Ma penso che piuttosto tornerebbe a fare l’avvocato…

10 Dicembre 2007

Abitare sotto un ponte

Filed under: cronache,spider report — alessandro @


Visualizzazione ingrandita della mappa
Sempre meglio che non abitare da nessuna parte. Quelli che abitano in via Porro e altre vie vicine, nel ponente genovese, stanno sotto l’attuale ponte Morandi. Non è la Fifth Avenue, d’accordo, ma c’è gente che vive lì da mezzo secolo e oltre. L’eta media è alta. Sono in buona parte pensionati delle ferrovie, perché in questa zona le ferrovie hanno costruito delle case per i loro dipendenti.
Il progetto della nuova gronda bassa di ponente rischia di mandarli tutti via. Sono tanti, circa ottocento persone. Rischiano anche di non avere un indennizzo adeguato.
La nuova gronda bassa, imponendo una fascia di rispetto che non era prevista dalle normative quando venne costruito il ponte Morandi, non si può realizzare senza demolire decine di edifici. Senza contare che i cantieri farebbero piombare nel caos per anni una zona già critica per l’imponente mole di traffico che sopporta, perché nodo in cui il traffico urbano tra levante e ponente cittadino si incrocia con quello verso l’autostrada che esce dal porto per andare verso l’entroterra.
La gronda bassa ha alternative valide e non così devastanti (forse più costose: ma il costo sociale che comporta il progetto attuale è altissimo, incalcolabile) ma non sono mai state prese seriamente in considerazione.
Gli abitanti sono sul piede di guerra e chiedono aiuto. C’è una petizione da firmare. Sul sito del comitato antigronda tutte le notizie utili. Guardate il disegno del progetto. Anche se non conoscete o non avete ben presente la zona, pensate che quello striscione rosso deve passare sopra centinaia di abitazioni e su strade trafficatissime. E non esiste una dimostrazione scientifica che i problemi di traffico verranno risolti.

« Pagina precedentePagina successiva »

Powered by WordPress. Theme by H P Nadig