Cronachesorprese

6 Aprile 2011

From revelation to coming out

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Non solo Gesù era gay, ma era anche iscritto a Sinistra e Libertà.
Anzi: Vendola è Gesù, ma ancora non si è rivelato.
Al prossimo congresso esordirà così: voi chE dite che io sia?

10 Dicembre 2010

Colpire Ar Core

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Sarà vero quello che dice Travaglio, che Berlusconi ha fregato Renzi invitandolo ad Arcore?
Dipende.

Chi pecca per troppa ingenuità in questo caso? Renzi che concede a Berlusconi l’immagine del leader che sa riconoscere i giovani di valore al di là degli schieramenti? O Berlusconi che concede a Renzi l’immagine del giovane ambizioso che si può permettere di andare nella tana del lupo senza smettere di parlarne da avversario totale, senza compromessi?

Non lo so. Però mi sembra quasi superstiziosa la posizione di Travaglio. “Se tocchi la tana del bunga bunga sei fregato, sei lordato”. Ma che ragionamento è? Forse per un giornalista o per un comunicatore ha un senso, per un politico un po’ meno: il politico, e soprattutto il politico con responsabilità di amministrazione, va dove può ottenere dei risultati. E ci sono dei momenti e delle circostanze in cui il significato simbolico del luogo di un incontro ha meno importanza di quello che puoi portare a casa. Sempre ammesso, ripeto, che il gioco dei simboli sia sicuramente a detrimento del visitatore e non del padrone di casa.

Ma tra i cronisti politici italiani c’è da sempre questa tendenza a enfatizzare luoghi e circostanze dei fatti o degli incontri tra politici. Il patto del camper. Il patto della crostata. Il partito del predellino. Il linguaggio giornalistico non può fare a meno di coniare queste espressioni, ha una sua utilità: la maggior parte dei lettori capisce di cosa si sta parlando senza necessità di dover ripercorrere la storia tutte le volte. Ma diventano anche facilmente giudizi moralistici, quasi dei marchi di scelleratezza.

Non so quanto queste abitudini giornalistiche aumentino l’attitudine critica dei lettori. Per capirlo si potrebbe fare un bel sondaggio e chiedere: Renzi è andato a trovare Berlusconi ad Arcore per trattare o discutere di cosa? Se la maggior parte di quelli che erano al corrente della visita ne sanno anche spiegare l’occasione e il motivo, l’insistenza di Travaglio e dei giornalisti come lui sul “si fa o non si fa, è sconveniente o no” ha un senso. Altrimenti no.

Aggiornamento del 13 dicembre

Segnalo la risposta di Renzi sul suo profilo Facebook. Non so cosa c’è nel suo futuro politico, ma per me ha guadagnato dei punti. “Chi ogni due ore riposta le stesse domande ha un’emergenza affettiva preoccupante”. Già, un problema non da poco. Non capisco a cosa serve cercare un contatto più diretto con i propri politici di riferimento attraverso internet se poi non si è disposti a valutare gli argomenti e le ragioni. Renzi ha risposto alle obiezioni. A mio parere l’ha fatto in maniera convincente. Ma chi non è convinto dovrebbe ribattere approfondendo la propria obiezione, non riproponendola tale e quale. Questa ostinazione è un buon esempio di moralismo politico. Difficile scegliere tra questa incapacità dialettica e l’appecoronamento dei fan inossidabili di Silvio. Continuo a sperare in altro.

Aggiornamento del 15 dicembre

A chi avrà voglia di storcere il naso anche per il libro in uscita nel 2011 per Mondadori ricordo, in primo luogo, la polemica di qualche mese fa, e in secondo luogo di andarsi a vedere l’elenco di tutti i duri e puri che hanno pubblicato e continueranno a pubblicare per la stessa casa editrice.

23 Novembre 2010

Interviste in carta bollata

Filed under: news factory,semiminime — alessandro @

L’onorevole Briguglio introduce così una risposta a Lilli Gruber:
“Accetto la domanda”.
Sono quei piccoli segnali che dicono molte cose.

1 Luglio 2010

Questo titolo è dedicato ai titoli

Filed under: news factory — alessandro @

Ho ascoltato (e letto, come è possibile fare all’inizio del Tg serale di La7) l’editoriale di commiato di Antonello Piroso. In questi anni ho scelto spesso e volentieri il suo telegiornale della sera. Non mi ha mai sconvolto con scelte di notizie fuori dagli schemi, ma ho apprezzato una discreta indipendenza di giudizio e la buona volontà nell’innovare il format senza esagerare. Innovazione di linguaggio, di conduzione.

In un passaggio Piroso ha detto stasera che ha tolto importanza ai titoli perché sono vecchi, perché sono troppo legati al giornalismo “prima di internet”. Non ricordo le parole precise, ma il concetto era questo.
Non sono molto d’accordo e non capisco neanche bene il senso preciso di questa affermazione.
Per esperienza dico che non è vero: internet ha valorizzato, forse stressato fino alla nausea la funzione del titolo. In generale tutte le “parti” del “discorso” giornalistico sono state usate e riusate su internet, trovando in un certo senso una nuova “giovinezza”. Un titolo azzeccato su internet è fondamentale. Deve essere pertinente, deve contenere chiavi di ricerca ma deve anche stimolare alla lettura e a superare quella nuova barriera alla lettura che è il clic. Deve servire non solo per la pagina, non solo per il sommario in home page, non solo per gli indici ma anche per i motori di ricerca, anche per i feed. È l’ambasciatore in contesti non preventivabili dal redattore dell’interesse, dell’utilità del contenuto che annuncia.
Ditemi se vi sembra che su internet ci siano meno titoli che sui giornali. O che siano usati meno o abbiano un valore dimidiato. A me sembra il contrario.

Comunque Piroso ha fatto benissimo a levare importanza ai titoli del suo telegiornale, a farli precedere da quell’editoriale che costringe il telespettatore alla lettura o almeno al “tempo interiore” della lettura. È stata una bella intuizione.

Avanti Mentana, facce vede :-)

26 Maggio 2010

Falco di maggio

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joe falchettoSiamo tutti curiosi di sapere come crescerà Nathan Falco Briatore. Tra vent’anni ci sarà un articolo su qualche giornale di gossip che ce lo mostrer&agrave in foto e dirà in didascalia: eccovelo, codesto fustacchione è il povero infante traumatizzato nei primi giorni di vita dall’esilio dallo yacht.

C’ è fin d’ora qualcosa di leggendario nella sua acquaticità: c’è almeno il segno, la premonizione di un inclito destino equoreo, come una variante da jet set della leggenda del pianista sull’oceano.
L’ironia è d’obbligo e l’unica che pare non capirlo è la dea Thetis del caso, al secolo Elisabetta Gregoraci. La cosa divertente è che ha ragione. Dal suo punto di vista, ovvero dal punto di vista di una che non sa considerare neanche per un momento i punti di vista degli altri, ha ragione da vendere. Si fa presto a ironizzare sul povero Falco che è nato dove c’è un posto al sole, sopra uno yacht che ci si può tuffare. Il trauma è relativo. Se sei nato su uno yacht sarai traumatizzato ad essere portato via improvvisamente dallo yacht. Se sei nato in un pagliaio sarai traumatizzato uguale ad essere portato via improvvisamente dal pagliaio.

La Thetis Gregoraci si lamenta e promette guerra ai giornalisti che hanno riferito frasi che non ha detto. E ha ragione. Sono certo che lei non abbia mai detto che Falco Nathan non può stare lontano dallo Yacht. Basta leggere senza titoli. Ha detto che da quando è stato allontanato dallo Yacht Joe Nathan Falchetto ha manifestato qualche disagio, cosa che è comprensibilissima per un bambino molto piccolo e che non significa “senza yacht non può stare” ma che ha sofferto un po’ di sbattimento per la prima volta nella sua vita.

Ma lei come poteva pensare che i giornalisti non avrebbero caricato quelle sue parole di sarcasmo classista? E anche se non l’avessero fatto i giornalisti con i loro titoli e i commenti al vetriolo, non l’avrebbero fatto automaticamente i lettori? C’è qualcuno che ha interesse, intendo genuino interesse, a sapere come si sente lei dopo il sequestro dello Yacht per valutare oggettivamente la questione?

Facciamo a capirci. Certi fatti sono notiziabili soltanto per essere usati come bersaglio.

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