Diciannove maggio millenovecentonovantuno, Sampdoria Lecce tre a zero. Scudetto. L’ultimo scudetto che sia finito in una città diversa da Milano, Torino e Roma (e già i due scudetti romani sembrano quasi una scorribanda da pirati…). L’ultimo scudetto veramente epico, insomma, di quelli degni di essere raccontati come un romanzo cavalleresco.
Certo, appena un anno fa qualche incauto sognatore pensava di festeggiare questo anniversario in maniera un po’ diversa. Ma non sia mai che non si ricordi.
Fu una vittoria che arrivò dopo un cammino di dieci anni durante il quale quella splendida squadra fu costruita pezzo per pezzo, con passione, competenza e senso degli affari da una grande dirigenza. Non fu un caso, non fu un colpo di fortuna. Fu strano, piuttosto, che quella squadra non abbia vinto di più di quanto ha vinto.
Ma non è il fregio in bacheca, non è il computo degli allori che mi interessa. Non posso non ricordare questo anniversario. Per me quella vittoria e quei colori sono semplicemente simbolo attivo di vita e di giovinezza. In qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza fanno su di me lo stesso effetto, anche quando le cose, come ora, non vanno benissimo.
Io c’ero quel giorno, volevo dire. E ci sono ancora.
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Ahi, non la guardo su sky…
c’ero anche io. L’unico anno che sia mai andato allo stadio :D
Comment di Tambu — 20 Maggio 2011 @
Grazie. Ci voleva.
Comment di Galliolus — 25 Maggio 2011 @