Caro Don Gallo, lei non può non sapere. Non può ignorare che la Chiesa di cui lei è ministro non ha mai chiesto all’Onu di non depenalizzare l’omosessualità. Se non lo sa, e prende posizione senza documentarsi e appiattendosi sulla posizione dei manifestanti che lei via via benedice con il suo presenzialismo ormai un po’ compulsivo, la sua è un’ignoranza colpevole, molto più colpevole di quella del giornalista che ha riportato in prima pagina sul Secolo XIX di oggi questa menzogna:
Parte da Genova la protesta di Arcigay dopo che il Vaticano ha chiesto all’Onu di non depenalizzare l’omosessualità. Don Gallo: “Il Vaticano è omofobo”.
Le civette in prima pagina sono tra le cose più lette in assoluto. Il danno è enorme, oggi migliaia di persone in tutta la Liguria avranno ripetuto quella menzogna. Che lei ha benedetto con la sua partecipazione a una protesta che non ha senso rivolgere contro la Chiesa.
Lo sappiamo tutti che l’ultima sua preoccupazione è quella di evitare di dire cose sgradite ai suoi superiori. Molti la ammirano per questo, io no. Ammiro una parte del suo impegno, rispetto la sua voglia di schierarsi, di combattere, il suo stare con i poveri e gli ultimi. Non mi è mai piaciuto invece il suo puntuale venire in soccorso di tutti i sentimenti di ostilità verso la Chiesa, come per chiamarsi fuori, come per dire: non tutti i preti sono così. Sto a Genova da più di vent’anni e mi è capitato troppo spesso di sentir diire: eh, se tutti i preti fossero come Don Gallo… Conosco bene questo giudizio: è tipico di chi non prova amore e passione per la Chiesa e non ha nessuna intenzione di capire che cosa la Chiesa sia davvero. È tipico di chi pensa (e quanto si sbaglia lei, da sacerdote, dovrebbe capirlo) che il cristianesimo ha i decenni, al massimo i secoli contati, e vede la sua posizione come un chiaro sintomo di dissoluzione interna, e più o meno segretamente se ne compiace.
Ora, se il non guardare mai in faccia alla gerarchia fosse motivato sempre dalla nettezza del giudizio, dall’evangelico sì sì, no no, io sarei sempre dalla sua parte. Ma se, come a mio parere capita di frequente, la sua motivazione più o meno istintiva è quella di assecondare ogni risentimento verso la Chiesa come se fosse sempre causato da un’effettiva mancanza di carità, allora non mi sta più bene. La Chiesa di cui lei fa parte non è corresponsabile delle discriminazioni e delle vere e proprie persecuzioni che avvengono in molti paesi sulla base dell’orientamento sessuale. Non è omofoba. Questo giudizio non finirà sulla civetta del Secolo XIX di domani. Però è verità, e non menzogna.
Ti segnalo un aggiornamento sul tema: http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=964
Comment di Andrea Nepoti Goitan — 13 Dicembre 2008 @
grazie. ecco qui, cominciano a diradarsi le nebbie. ma ormai il danno è fatto. la rete si è riempita di petizioni a favore della depenalizzazione dell’omosessualità, promosse e sottoscritte da gente a cui frega poco o nulla dei diritti degli omosessuali ma che è soltanto “indignata” contro una presa di posizione vaticana che non esiste. don gallo sarà contento. pessimismo e fastidio.
Comment di alessandro — 13 Dicembre 2008 @
[…] Le perplessità sulle sue prese di posizione e sul suo presenzialismo, che non ho mai nascosto (uno, due, tre…), rimangono tutte intere, ma in questo momento naturalmente passano in secondo […]
Pingback di Cronachesorprese » Don Gallo e la Provvidenza — 23 Maggio 2013 @