Cronachesorprese

1 Marzo 2008

Sanremo è Sanremo, riesci a capì?

Filed under: chiedici le parole,le specie musicali — alessandro @

torre di babele bennatoIl Festival di Sanremo ha i sussulti elettrici del rigor mortis, come dice Gramellini nell’editoriale di giovedì. Consiglio di leggerlo e meditarlo bene, perché prende spunto dal Festival per una carrellata su TV generalista, fine del pubblico come massa indistinta e tutto ciò che comporta.

Ma non è di questo che voglio parlare ora. La babele è il primo segno della fine di una civiltà. Prima di andarmene per un altro fine settimana lontano dai computer segnalo il post del genovese a londra sulle canzoni capite male: meriterebbe di diventare un meme perché sono sicuro che verrebbero fuori cose sconcertanti ed esilaranti. Programmo questo post perché vada in linea l’ultimo giorno del Festival. Io ho già dato il mio contributo nei commenti al post prima di quello, ma li ripeto qui.

Quello che le donne non dicono. Per anni sono stato convinto che dicesse: “è difficile spiegare certe giornate al mare“.
Il tempo di morire. Una mia amica una volta è stata beccata a cantarla cominciando così: “Motocicletta, riesci a capì…

Contribuite numerosi aprendo post dedicati sui vostri stessi blog :-)

10 Comments »

  1. canzoni capite male credo un sacco ma non me le ricordo al momento!
    però penso che alla rai ci sia qualcuno con il cellulare con la ricarica, se no perchè il voto con sms?

    Comment di tiptop — 1 Marzo 2008 @

  2. certe giornate al mare è bellissima!!!
    quella di battisti anch’io la cantavo così!!
    e poi…ci penso poi ti dico!!! ciao ciao

    Comment di silvia — 3 Marzo 2008 @

  3. silvia, sono veramente sorpreso. pensavo che il “riesci a capì” fosse soltanto della mia amica, ma il tuo commento mi ha fatto venire la curiosità… nei commenti a questo post di due anni fa nel blog di grazia sono citate due delle canzoni capite male che avevamo tirato fuori io e nick.

    Comment di alessandro — 4 Marzo 2008 @

  4. sottoscrivo anch’io il “riesci a capì” e aggiungo “e rotolammo tra sospiri e dash” (la luce dell’est), “con pomodoro preso per i capretti” (è un canto brasilero), ” la stagione nuova dietro il vetro che è appannato, fiorì” (vento nel vento).
    oh, si vede che battisti si mangiava le parole… ;-D

    p.s.
    come top dell’incomprensionetesti, cito barbara ann dei beach boys: la usavano nella pubblicità del dentifricio, c’erano scene di sgallettati/e che facevano acrobazie con un motoscafo e per anni abbiam pensato che la canzone facesse “pa-pa-pa, pa-pa-bué”.
    ma eravamo piccoli, però :-)

    Comment di alga — 4 Marzo 2008 @

  5. ah, ma allora il “riesci a capì” era proprio un’epidemia… :-) comunque è vero, battisti in molti passaggi non è chiarissimo, impegnato com’è a cantare quelle robe impossibili.
    i fraintendimenti da bambini non li conterei, per quanto a volte siano davvero divertenti :-)

    Comment di alessandro — 5 Marzo 2008 @

  6. Da bambini il difficile non era tanto capire le parole, ma dare loro un senso concreto. Ad esempio, per anni ci siamo arrovellati su:
    Liù si stendeva tra di noi
    e ci dava un po’ di sé
    senza chiederci perché

    Un po’ di cosa?

    Comment di searcher — 5 Marzo 2008 @

  7. searcher, con me sfondi una porta aperta: considero liù come il testo in assoluto più demenziale di tutti i tempi.
    come dice de gregori, non c’è niente da capire :-)
    però ancora adesso, alle feste, con i miei amici ce lo citiamo a vicenda.
    perché dopo trentanni ci fa ancora ridere.

    Comment di alga — 5 Marzo 2008 @

  8. Ste.- Battisti (sempre lui) “Che ne sai tu di un campo di grano/ poesia di un amore carovano” e Ro.- Baglioni “A riscoprirmi uomo/io sempre lo stesso/più grigio ma non topo…” che aveva anche un suo perchè volendo…
    E capisco Alga, tutte le volte che m’immagino ‘ste due rido con la pancia ;-)
    ciao

    Comment di Ludi — 10 Marzo 2008 @

  9. http://www.wittgenstein.it/html/donna000603.html

    Comment di searcher — 10 Marzo 2008 @

  10. aaah, searcher, grazie. sofri mi ha fatto venire in mente che anch’io equivocavo il “mi inaridivi” di nessun dolore”…
    ludi, il baglioni grigio che con tipica “excusatio” precisa di non essere topo è notevole… porta i miei complimenti a chi sai.

    Comment di alessandro — 10 Marzo 2008 @

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