Cronachesorprese

16 Novembre 2008

Cento amici su Facebook

Filed under: cronache,il viandante digitale,Weekly Facebook — alessandro @

Proprio nei giorni in cui nei blog si fa un gran parlare di Facebook, ho trovato il centesimo amico. Mi sono iscritto da poco più di due mesi, quindi sono andato finora a una media di cinquanta amici al mese (naturalmente diminuirà con il tempo).

Inutile negarlo: Facebook cambia almeno un po’ il modo di stare su internet. In meglio, se si limita l’aspetto autoreferenziale del servizio: e per chi usa internet da tanto tempo non è difficile. Facebook dimostra di essere molto utile per avere una visione d’insieme delle nostre relazioni e per aiutare a coltivarle un po’ meglio a dispetto del poco tempo e della lontananza. Si potrebbe pensare che la posta elettronica dovrebbe assolvere questa funzione. Ma non è così, perché la posta non è fatta per tenere una “vista” sulla rete di conoscenze, ma per comunicazioni da uno a uno o da uno a gruppi definiti. Sottolineo l’aspetto economico di Facebook: se aggiorno lo stato o aggiungo una foto sarà disponibile immediatamente a tutti i miei cento amici e non dovrò sbattermi a mandarla cento volte per mail (cosa che ovviamente non farei mai). Naturalmente i critici preferiscono evidenziare l’aspetto narcisistico dell’operazione, io dico invece che è un modo bello e discreto di rimanere presenti alle persone a cui teniamo. Non sostituisce la presenza, ma tiene oliato un rapporto e lo facilita.

Anche una webmail evoluta come Gmail, grazie alla quale ormai quattro anni fa sono riuscito a organizzare in maniera definitiva una marea di contatti e a semplificare e velocizzare la manutenzione della posta, non arriva a questo grado di complessità, e direi che non è il suo compito. È vero che Google si è conquistata sul campo e con merito ampie porzioni del mio tempo sul web: la posta, i feed, l’instant messaging, la consultazione delle news e naturalmente le ricerche. Gli aspetti in cui finora non è riuscita a catturarmi sono quelli attraverso i quali dico “io” sulla rete: il blog e ora Facebook. Può arrivare al massimo a offrirmi una my home page, e me la offre (io non l’ho mai usata, però), ma ormai è chiaro a tutti che la profilazione fatta da un’organizzazione come Google o Yahoo, per quanto utile ed evoluta, non riesce a innescare quel meccanismo di identificazione in base al quale il navigatore arriva a dire: questo sono io su internet. Facebook e le piattaforme di blogging, invece, ci riescono. E trovo abbastanza significativo che Google non sia riuscita a ovviare a questo limite neanche con l’acquisizione di blogger.com.

Facebook è riuscita dove finora molti, se non tutti, hanno fallito: sta convincendo i refrattari alla comunicazione online. Non credo che stia tirando proprio dentro chi è ancora fuori, ma sta persuadendo chi già usa la rete e non ha mai creduto o ha sempre guardato con sufficienza la comunicazione su internet finalizzata ai rapporti personali. Per i “nativi” di Facebook invece, cioé per chi comincia a usare internet proprio grazie a FB, esiste il rischio descritto da Mantellini di un diaframma con il resto della rete. Se FB è un tassello della mia identità in rete, è una gran cosa; se è tutta la mia presenza in rete o quasi, è meno interessante.

Visto che sono arrivato a cento viene comoda qualche statistica, perché i numeri reali corrispondono alle percentuali. Per il momento i miei “amici” si possono dividere nei seguenti gruppi, individuati in base all’occasione di conoscenza.

Lavoro: 32%
Internet: 25%
Scuola, Università e formazione in generale: 17%
Varie conoscenze: 15%
Famiglia: 7%
Vacanze: 4%

Come curiosità segnalo due conoscenze puramente virtuali (cioè dei cento amici attuali due sole persone non ho mai visto in real life), una celebrità (Sergio Caputo, con cui ho parlato una volta e che è amico di un mio amico) e un gatto :-)

ps per chi usa wordpress: avete dei plugin interessanti da segnalare per schiaffare qualcosa di facebook sul blog?

Aggiornamento quasi immediato
Appena pubblicato questo post mi accorgo che Tambu fa riflessioni che vanno nella stessa direzione di “economicità” di facebook nei rapporti umani. Sì, umani e non virtuali :-)

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