Cronachesorprese

10 Marzo 2005

Una piccola informazione

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Chi se la ricorda? È la vecchia Inno Hit tascabile, una delle prime messe in commercio in Italia. Non la presento per un’operazione nostalgia, anche se quando l’ho visualizzata su ebay ho avuto un soprassalto, come avviene di fronte a qualcosa di cui avevi dimenticato l’esistenza. Io la trovo bellissima, ma non perché mi è capitata tra le mani quand’ero bambino, e mi sembrava (ed era) una meraviglia. È un oggetto bellissimo perché è stato un pioniere, un annunciatore della grande novità, l’informazione che cominciava a diventare piccola per penetrare meglio dappertutto. Non ricordo altri strumenti di comunicazione che avessero osato tanta tascabilità prima di questa Inno hit. E poche altre novità, prima di internet, mi sono andate a genio così tanto. Forse il primo videoregistratore, ma era uno stupore diverso. Ormai sapevamo. Sapevamo che sarebbe arrivato di tutto e di più, e ancora adesso le novità continuano a inondarci a cicli sempre più ravvicinati: forse per questo sono sempre meno in grado, più che di stupire (certo ogni vera novità un po’ sorprende), di suggerire modi diversi di essere nella società dell’informazione. Io dell’emozione che mi hanno dato oggetti come questo mi sento un po’ figlio. Sono ben disposto ma non disincantato di fronte alle novità tecnologiche, e per questo oggi le affronto sempre con studiato ritardo. Io ho l’idea che a una novità tecnologica devo rispondere cambiando la mia posizione di ascolto, in qualche modo sintonizzandomi ad essa, e non è che sono disposto a farlo sempre, ogni giorno. Non certo al ritmo che vorrebbero imporre oggi l’innovazione tecnologica e il commercio. Con calma e per piacere, insomma. Per dire, non sono ancora pronto per i telefonini che spediscono foto e filmati, ancora non mi interessano. Ma non per partito preso, semplicemente perché non ho ancora tratto tutto quello che dovevo e volevo trarre dall’assetto "cellulare nella tasca destra e digitale (ormai un po’ paccosa e sorpassata, ma ancora ottima per me) nella tasca sinistra". Come un giorno era l’auricolare fermo sull’orecchio (niente cuffie, naturalmente) e una Inno hit copernicanamente annidata in tasca. 

29 Gennaio 2005

Insegne

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Il paradiso della brugola

L’idea di questa insegna a porta portese è presa, non lo ricordavo, da Tre uomini e una gamba di Aldo Giovanni e Giacomo.

27 Gennaio 2005

Il mistero della merce

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Io non capisco nulla di economia e ho anche le tasche bucate, ma penso di non sbagliarmi se dico che la merce in sé è un mistero anche per i più quotati economisti.
Non esiste nessuna definizione che possa racchiudere la varietà e l’imprevedibilità di ciò che puoi trovare nei luoghi in cui la merce nasce. Non è vero che la merce nasce dagli studi di marketing. Casomai è il contrario: senza le manifestazioni spontanee del mistero della merce nessuna analisi di mercato sarebbe possibile.
Se è innegabile che la maggior parte della merce sia disponibile in moduli che vengono riprodotti serialmente, l’idea stessa di mercato mi pare che dipenda dalla possibilità dell’acquirente di muoversi da un estremo all’altro dell’offerta alla ricerca dell’unicum che risponde davvero, se non al suo bisogno, almeno al suo desiderio: mi piace pensare che senza porta Portese non ci sarebbe via Condotti.
Il problema è che il desiderio è desiderio di infinito, anche nella più consumistica delle sue degenerazioni: e la proliferazione della merce al di là di ogni schema e di ogni utilità è una conseguenza di questa sproporzione.
Mi perdonino noglobal, nologos, anticapitalisti e autarchici di ogni fede e latitudine, ma la merce è più grande, più interessante e più bella (sì, bella: e brilla di luce propria, non per il talento dei vetrinisti) di tutti i loro discorsi.

23 gennaio 2005, Roma, porta Portese

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