Cari Marchionne ed Elkann, mi auguro soltanto che i vostri geni del marketing abbiano calcolato l’hype che stanno innescando. Se, a dispetto delle quote azionarie, gli strateghi della comunicazione sono solo oltreoceano ditelo subito. Se qualche italiano ha voce in capitolo non può aver fatto passare questo logo senza immaginare cosa sarebbe successo, in Italia, un attimo dopo la presentazione:
Se l’obiettivo è far parlare (in Italia) ci siete riusciti: io stesso non starei qui a scrivere un post. Ma un obiettivo così per voi è miserabile, andiamo: non siete una startup di nerd in tempesta ormonale. La Fiat Chrysler Automobiles non dovrebbe aver problemi a guadagnare l’attenzione, dal business al consumer. È la fusione di due marchi stranoti, che nonostante i molti travagli hanno storia e dignità.
D’accordo, la notizia di oggi è che la sede legale sarà in Olanda, la sede fiscale in Inghilterra e che il titolo sarà quotato alla borsa di New York. Sarete un’azienda un po’ meno italiana. Ma oltre ad andarvene, ve ne andate con quel nome scritto in quel modo in quel logo? Non è un bello scherzo, in Italia non siamo disposti a perdere proprio tutto.
Ok, non ho resistito. Facciamo i seri. Volete farci credere di aver snobbato i giochini e le allusioni per dimostrare che siete azienda globale e guardate oltre il provincialismo italiano. Interpretazione interessante, ma se è quella giusta la vostra posizione è ugualmente debole. Il mercato italiano per voi è essenziale. E quando parlo di mercato parlo di immagine di prodotto, non solo delle vendite che potrete fare. Oltre a vendere molto in Italia vendete nel resto del mondo perché vantate un buon credito di quella qualità italiana che nell’industria dell’automobile ha detto la sua. E se associate in Italia l’immagine di prodotto agli sciocchi calembour che vengono e verranno in mente a tutti, alla lunga svilite il marchio. Posso sbagliarmi, ma non ho molti dubbi su questo. Che senso ha dare in pasto l’immagine aziendale a ironie di bassa lega che interverranno d’ora in poi in due discorsi su tre intorno a voi?
Altra ipotesi: un po’ snobbate le ironie del popolino (e in questo sareste degni eredi dell’Avvocato), un po’ qualcuno di voi (parlo dei comunicatori italiani) ha pensato, lateralmente, di cavalcare un hype di sicuro successo. Se è così, siete sicuri di farcela? Una volta che si innesca un gioco così bisogna poi reggerlo. Comunicazione social pensate di farne? State condannando i vostri stagisti a vagliare milioni di commenti idioti.
Se sembra esagerato facciamo qualche esempio. Le prossime auto potranno avere nomi di donna? Io eviterei. Nel 2023 per celebrare i quarant’anni della Uno produrrete la Una? Ehm, meglio di no. Negli anni novanta avete fatto la Brava, non vi consiglio di buttarvi prossimamente sulla Bella. E meno male che la Perla avete deciso di venderla soltanto in Cina. Dove probabilmente staccano anche le sillabe pronunciando il nome, “Per – la“.
Passiamo all’ufficio stampa. Leggo con interesse il vostro comunicato di oggi. Alcune frasi:
– “FCA ci permette di affrontare il futuro con rinnovata motivazione ed energia”
– “Gli azionisti di FCA avranno diritto a detenere le azioni speciali con diritto di voto sino a quando non trasferiranno le loro azioni ordinarie”
– “Tutte le attività che confluiranno in FCA proseguiranno la propria missione…”
Non so voi. Io non ce la potrei fare.