Continuando sul tema burocratico, oggi maledicevo la mia decisione di immolare la pausa pranzo per recarmi nella mia banca. Dove mi sono trovato nuovamente di fronte a una richiesta che mi innervosisce, cioé dover ripetere i miei dati a chi già li possiede. E non solo: volevano il mio codice fiscale, ma proprio il tesserino eh, che non si sa mai. Ma siete la mia banca, siete-la-mia-banca. Quante volte è ragionevole e tollerabile che mi chiediate il codice fiscale “fisico”? Due, tre volte. Quattro, via. Poi basta, piuttosto tatuatemi un codice a barre accanto al sopracciglio.
Non è per voi, dite, me lo chiedete perché mi state vendendo un prodotto di altri? E allora perché dovrei prenderlo attraverso di voi, se non mi offrite neanche la minima comodità di essere riconosciuto? Non lo capisco. Già capisco poco questa ossessione burocratica per la fotocopia di documenti, sempre gli stessi in sempiterno, in particolare il codice fiscale. Ci sono delle leggi idiote in merito? Siete una banca, siete dei privati. Fate finta di aver accertato. Il codice che vi snocciolo a memoria o che potete generare comodamente è quello giusto. Non passerete dei guai per non averlo fotocopiato, ve lo garantisco. Fatemi firmare che eventualmente la colpa è mia, dormite tranquilli nel vostro caveau tra quattro guanciali, come Zio Paperone.
Anche perché basta abbinare il codice fiscale, dettato o generato, a un altro dato come il numero della carta di identità per nullificare le già remotissime possibilità di confusione con un mio omonimo che sia nato il mio stesso giorno nella mia stessa città e che oggi stia chiedendo un servizio nella stessa mia banca. Vi rendete conto, cari burocrati legiferanti e legi-applicanti? Siete intimamente convinti che una richiesta simile abbia un senso diverso dal rompere i maroni? Allora stasera, rientrando a casa, state ben attenti a tutti gli asteroidi che vi stanno sciamando sulla testa.
Oggi l’impiegata, preso atto del mio totale rifiuto a produrre un documento fisico con il mio codice fiscale e avviandosi lemme lemme a recuperare in archivio la cartella del mio conto includente il codice fotocopiato la bellezza di quattordici anni fa, mi ha detto quasi sospirando: eh, ci vorrebbe la tessera sanitaria. Eh lo so. Ma l’ho persa più di quattro anni fa e non sto a portarmi sempre dietro quella cartacea. Non ho ancora chiesto il duplicato. Allora? Vuol dire che non ne ho avuto un bisogno esagerato, negli ultimi quattro anni. Bene, no? Mi sta forse augurando qualcosa di diverso, un utilizzo più intenso? :-)
Epperò stasera, rientrando a casa, trovo una lettera della Sogei con il nuovo tesserino sanitario. E mica l’avevo chiesto. Lo stanno rispedendo perché ha una scadenza, che bella sorpresa. Vedo tra l’altro che con la manovra in discussione in questi giorni sono stati stanziati venti milioni per il 2011 per continuare a distribuirla. Non sono un po’ tanti? Vabbé, forse no.
E mi dite anche gentilmente che il tesserino vecchio non è più valido per l’assistenza sanitaria ma continua ad essere utilizzabile come documento comprovante il codice fiscale in faccia a quei pedanti che non ci credono.
Quasi quasi domani torno in banca. È che ho paura di perdere anche il nuovo tesserino. Almeno loro, che sono la-mia-banca, una fotocopia al sicuro la tengono… :-)
cambia banca ;)
Comment di estrellita — 19 Luglio 2010 @
sì, mi sa proprio che lo farò. mi hanno fatto pagare una commissione altissima per cambiare i pochi dollari rimanenti dal viaggio…
Comment di alessandro — 19 Agosto 2010 @