Cronachesorprese

7 Aprile 2007

Plagi musicali

Filed under: le specie musicali,spider report — alessandro @

I plagi in archivio sono ad oggi 483. Alcuni notissimi, altri insospettabili. Alcuni a dire il vero non li chiamerei plagi, ma citazioni, come quella di Ricky Fanté che inserisce una riconoscibilissima sequenza di Hey Joe di Jimy Hendrix nella sua It ain’t easy del 2004. Altre le classificherei semplici assonanze accidentali: è il caso di Brivido Felino (Mina & Adriano Celentano, 1998) e Michael Bolton (Love is the power, 1996). Certi casi di ricalchi multipli mi lasciano molto perplesso, come uno diviso in quattro tappe che coprono un periodo di 38 anni: dal 1961 (Jacques Brel, Voir un ami pleurer) al 1999 (Adriano Celentano, L’emozione non ha voce) passando per il 1988 (Ricchi e Poveri, Nascerà Gesù) e il 1992 (Nobuo Uematsu, Tenderness in the air). Ammesso che la sequenza di note coincidente sia copiata consapevolmente, sono davvero da considerare plagi se gli accompagnamenti e gli stili dei brani sono così diversi? Sono solo curiosità, niente di veramente riprovevole.
Però si sa che la discussione su cosa sia plagio e cosa non lo sia non finirà mai, anche se la legge deve naturalmente definire dei limiti, e lo fa.
Ascoltare i brani uno dietro l’altro dà molto da pensare. Ed è comunque divertente.

5 Comments »

  1. la stessa sequenza, giro di basso e fiati, di ricky fante (e di jimi), la usa zucchero.
    non so se hai notato :-)

    Comment di alga — 7 Aprile 2007 @

  2. no, non ho notato :-) in quale brano?

    Comment di alessandro — 8 Aprile 2007 @

  3. A me questo post ricorda “I ciliegi in fiore”… ma puoi capire solo tu e pochi altri.
    Mi ricordo che un monte di anni fa suonavo una Sonata di Clementi al pianoforte, e mi rendevo conto che era paurosamente identico nella melodia ad “Agnese” di Ivan Graziani e poi a “Groovy kind of love” di Phil Collins (e solo grazie a Clementi avevo capito che le due si assomigliavano), e avevo pensato che fosse facile scrivere canzoni, bastava ricicciare un po’ di accordi che aveva composto qualche musicista, magari non proprio conosciuto come Vivaldi, di qualche secolo fa, magari senza più tanti diritti di autore. Però poi non ce l’ho mai fatta a scrivere una canzone pure copiando, si vede che ci vuole comunque abilità. O coraggio?

    Comment di Tere — 10 Aprile 2007 @

  4. mi viene sempre in mente burroughs e il suo libro di scrittura creativa.
    non esiste il plagio, diceva, perché ogni cosa è stata fatta per essere copiata, dilaniata, tagliata e re-incollata.
    perché scrivere da zero una perfetta descrizione di una foresta?
    copiala.
    è un estremismo. ma non sempre c’è bisogno di qualcosa di nuovo per esprimersi, ed è una cosa che insegnano anche in conservatorio.
    con le stesse parole si possono dire milioni di cose diverse, con significati diversi.

    Comment di Caino — 10 Aprile 2007 @

  5. è vero, non c’è sempre bisogno di qualcosa di nuovo per esprimersi.
    c’è semplicemente il bisogno di esprimersi.
    o di “trovarsi espressi”. :-)

    Comment di bro — 11 Aprile 2007 @

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