Cronachesorprese

8 Febbraio 2007

La memoria del muro

Filed under: cronache — alessandro @

muro di berlinoLa breccia, il big bang da cui ha avuto inizio la nuova Berlino, entro quest’anno sarà maggiorenne. Tuttavia… A diciott’anni dal crollo, il rapporto dei berlinesi con il muro rimane complesso. Deplorandolo, lo ricordano; ricordandolo, lo celebrano. Proclamando dove e come possono, in ogni angolo e in ogni occasione, il loro slancio verso lo sviluppo e il nuovo disegno della città, segnano al tempo stesso con ambivalente orgoglio la particolarità, l’unicità della loro storia.

berliner mauer 1961 1989Una pista ciclabile ripercorre per buona parte il tracciato della divisione tra est e ovest. L’ampia distanza, non ancora colmata, tra la Eberstrasse e gli edifici più vicini in direzione est fa intuire che la fascia di rispetto era ragguardevole e andava ben oltre lo spazio compreso tra i due muri. Già, perché i muri erano due. E in mezzo il limbo; o, occasionalmente, l’inferno. La Potsdamerplatz è solcata da una fessura sulla pavimentazione; una targa nel selciato, che ti trovi tra i piedi all’improvviso mentre guardi i grattacieli con il naso all’insù, ti ricorda che stai calpestando l’antica terra di nessuno. E ti immagini con un brivido lo sguardo delle sentinelle, i graffi del filo spinato. Vent’anni fa un berlinese dell’est non poteva permettersi di essere qui. In questo punto preciso. La targa, a dire il vero, ha più l’apparenza di una lapide: con data di nascita e data di morte. Come per una persona. Come una cara memoria da custodire. Appunto, ambivalenza.

trabantIl turista alla ricerca delle vestigia del muro potrebbe sentirsi sballottato tra due rappresentazioni opposte. Una è quella più teatrale inscenata al Checkpoint Charlie, in Kochstrasse. Siamo in piena guerra fredda: la torretta, il famoso cartello you are leaving the american sector, riprodotto in tanti e onnipresenti gadget, la gigantografia del soldato della RDT (uniforme simile a quella del simpatico omino che, pochi metri più avanti, ti chiede qualcosa per fare una fotografia con lui e una coloratissima trabant), i pannelli che ricostruiscono i momenti salienti della storia del muro. E un museo, privato e troppo caro che chissà quali altre voyeuristiche curiosità può soddisfare: non mi interessa. È presto per chiudere il muro in un museo, e noi non siamo qui ad ammirare cimeli. Vogliamo solo capire.
L’altra rappresentazione è quella sul lungofiume, che comincia poco dopo un antico ponte sulla Sprea con le volte a crociera in mattoni rossi, dove si trovano i resti più cospicui di muro e i graffiti più belli, anche se non si capisce quali siano ante 1989: pochissimi, probabilmente. Questo è il punto di maggiore distanza delle due città. Le due rive del fiume, viste dal ponte, sembrano davvero distanti quanto due continenti. muro di berlino Sì, ci sono i segni della veloce colonizzazione degli ultimi diciotto anni: bandierine piantate da qualche grande industria, come, più avanti, il grosso cubo della Basf all’inizio di Friedrickshaine. Ma appunto, le bandierine non colmano uno spazio, lo rimarcano soltanto. Per ora. Una sensazione un po’ più istruttiva di quella che può dare qualsiasi cimelio.

2 – continua

Nessun commento »

No comments yet.

RSS feed for comments on this post. TrackBack URI

Leave a comment


Powered by WordPress. Theme by H P Nadig