Cronachesorprese

12 Settembre 2008

Travaglio ammetta: ce n’è D’Avanzo…

Filed under: news factory — alessandro @

Ottimo il D’Avanzo nella controreplica a Marco Travaglio. Grazie alla Signora Anonima per aver messo in evidenza l’aspetto più rilevante dell’articolo, quella frase che spiega perfettamente l’anello debole del metodo Travaglio (del quale, a scanso di equivoci, stimo molto la passione per il giornalismo libero, l’aver posto la questione dei “fatti” in Italia come pochi altri negli ultimi vent’anni) e che mi gira in testa da tempo.

La tifoseria travagliesca si scatenerà come si è già scatenata quando questa storia è uscita, proteggeranno il loro idolo con applausi calorosi e avvolgenti alla prima occasione. Ma Travaglio, che sa andare oltre, deve riflettere e sicuramente ha già riflettuto molto. Deve riflettere sul giudizio professionale che arriva da un giornalista che non è certo nella media dei giornalisti italiani sui quali Travaglio riversa spesso i suoi sarcasmi, ma è uno che si è dedicato al giornalismo d’inchiesta con ottimi risultati. D’Avanzo fa notare che a frequentare assiduamente le procure si può raccogliere materiale su chiunque, che fare quello che fa Travaglio è molto più facile di quello che può sembrare allo spettatore incantato di Anno Zero o degli x-day di Grillo.

D’Avanzo in sostanza dice: guarda che se volevo mi mettevo a fare il Travaglio molto prima di te. Ci vuole un attimo. Perché i giornalisti come me non l’hanno mai fatto? Forse perché, semplicemente, non è una buona cosa.
E non perché, come fa intendere Travaglio, in Italia non si possono dire certe cose, ma perché in Italia esiste davvero un’opinione pubblica giustizialista che non è capace di andare ai fatti, e il moralismo travagliesco, invece che riscattarla da questa condizione, la alleva in questa condizione. Quando è uscita la polemica su Schifani ho difeso moderatamente Travaglio, perché non si può mettere in dubbio la sua libertà di dire le cose che ha detto, e di dirle in televisione, e nelle reti pubbliche. Ma la responsabilità se la deve prendere, soprattutto sul come ha detto quelle cose. Ha ragione D’Avanzo a notare che premettere sulla subumanità di Schifani non è utile a raccontare alcun fatto, serve solo a eccitare il pubblico con l’odore del sangue. Se poi a questo si fa seguire il racconto di un fatto che di per sé non significa nulla, si può forse sperare di capitalizzare ugualmente il successo nelle file dei fan, ma onestamente non si può presumere di andare oltre.

Chi stima davvero Travaglio (e quindi non lo adora incondizionatamente) dovrebbe rallegrarsi della lezione che ha ricevuto. Magari non lo darà a vedere, ma sono convinto che ne farà tesoro.

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