Cronachesorprese

5 Aprile 2008

Il pubblico ministero è un Caro Figlio

Filed under: reading — alessandro @

l'arte del dubbio, gianrico carofiglioUn libro che parla di processi e tecniche di interrogatorio può essere appassionante come una raccolta di racconti? Può. È il caso di un manualetto dello scrittore e magistrato pugliese Gianrico Carofiglio, L’arte del dubbio, che ho portato nella tasca del giaccone per una decina di giorni sfuttando ogni ritaglio di tempo per leggerlo. Devo ancora capire perché mi ha preso così tanto: forse perché la tecnica della cross examination ha molti punti di contatto con la tecnica dell’intervista giornalistica al massimo delle sue possibilità. O forse perché questi stralci di interrogatorio sono scelti talmente bene da diventare spunti narrativi interessanti. Scelti bene e commentati con competenza professionale ma anche con la forza persuasiva del buon senso. Poiché il paradosso è uno degli strumenti ermeneutici più efficaci per capire la realtà (e non parlo solo della realtà dei fatterelli umani ma della Realtà, della totalità dei fenomeni), è affascinante vedere quanto possa essere paradossale l’esposizione lineare di fatti da parte di un testimone, quanto possa essere rovesciata con un niente una ricostruzione che sembra logica e rigorosa fino a un momento prima, fino a quella domanda sbagliata dell’interrogante o a quel particolare che tradisce la malafede o la parzialità del punto di vista del testimone.
Si riflette anche sulla natura particolare, per così dire, della verità processuale: prendere spunto dalla cronaca giudiziaria degli ultimi vent’anni sarebbe fin troppo facile e non voglio fare polemica antigiustizialista. Ma un magistrato o un pubblico ministero sostengono una versione dei fatti, quella che in coscienza e con i dovuti accertamenti hanno ricostruito. E una volta che hanno definito una ricostruzione la difenderanno fino alla fine, cercando le strategie processuali migliori per mettere in evidenza gli elementi che avvalorano la loro tesi e mettendo in ombra quelli che la possono far sembrare più debole. Penso che sia giusto così. Ma penso anche che dovremmo abituarci a distinguere la verità dei fatti da quella delle sentenze, che sono spesso delle approssimazioni e dei compromessi.

Nessun commento »

No comments yet.

RSS feed for comments on this post. TrackBack URI

Leave a comment


Powered by WordPress. Theme by H P Nadig