Cronachesorprese

9 Febbraio 2008

Esame da vaticanista, step 10

Filed under: ratzie stories — alessandro @

Oggi come tutti i sabati Ratzie mette su qualche vecchio vinile sul suo giradischi un po’ vintage. Non gli manca nulla: gli Oliver Onions, Ramaya, Fly robin fly, Rasputin e altre due o tre giuste dei Boney M, Kung fu fighting, You’re my first my last my everything, Stayin’ alive, Get down on it, Der Kommissar e naturalmente Wojtyla disco dance. Quando è in vena di compilation anni 70-80 le suore lo chiamano affettuosamente il Pappero.
Tutto ok, peace and love: un momento di relax dopo una dura settimana di lavoro. Una cosa soltanto non riesce a capire. Perché tutti si agitano quando mette su questa? Dicono che non usa più, mah: per lui è un superclassico.

5 Comments »

  1. ahahah!!! wowwwww!!! super!! bravò!!

    Comment di silvia — 9 Febbraio 2008 @

  2. io ci credo, all’inferno.
    ne abbiamo già un’ampia dimostrazione su questa terra (il punto è che, proprio per questo motivo, faccio fatica a credere nel paradiso).

    comunque, al posto di “pappero”, suggerirei pippero (o forse intendevi riferirti proprio a questo):

    Molto bene, ora da sole.
    Più umano più vero. È un ballo sincero. E la tua estate sa di PIPPPERO
    molto bene -. Non senti come pompa il PIPPPERO? Pompa. Pompa. Pompa.
    Pompa. Dio bono come pompa il PIPPPERO.

    :-D

    Comment di alga — 9 Febbraio 2008 @

  3. come sarebbe a dire, “forse”? non è evidente che ho fatto un gioco di parole su quello? :-)
    comunque, se ritieni che ciò che succede “su questa tèra” sia una dimostrazione dell’esistenza dell’inferno, con lo stesso criterio dovresti intuire l’esistenza del paradiso. se ci pensi i due concetti sono inseparabili. l’inferno è privazione, come il male del resto. ma di cosa? se puoi capire la privazione non puoi non capire ciò di cui si è privati.

    Comment di alessandro — 9 Febbraio 2008 @

  4. capisco molto bene quello di cui sono privata.
    e non sono cose materiali e quantificabili.
    credo che l’inferno sia proprio questo, l’essere privati dell’amore di un “padre” (dico padre, ma significa tante cose).
    quest’assenza, questo vuoto.

    il paradiso, beh, forse sono troppo limitata per immaginarmelo oppure, molto semplicemente, non credo di meritarmelo.

    Comment di alga — 9 Febbraio 2008 @

  5. scusa, inferno privazione di un padre; paradiso presenza di un padre. questo è quello che riesci a immaginarti dal tuo punto di vista e dall’interno della tua esperienza, e sicuramente è corretto e inadeguato insieme.
    il merito è un altro discorso. nessuno può attribuirlo a se stesso con certezza, se non peccando di superbia e mandando pertanto tutto a puttane ;-)

    Comment di alessandro — 10 Febbraio 2008 @

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