Cronachesorprese

4 Febbraio 2008

Car sharing, prime corse

Filed under: il consumatore non consumato — alessandro @

car sharingHo cominciato a usare il servizio di Genova car sharing a metà gennaio. Ho fatto finora otto corse, per un totale di 164 chilometri percorsi e 77 ore prenotate: prevalentemente nelle ore serali, quindi al minimo della tariffa e sempre con la classe di auto più economica (Punto o Panda).
Ho trovato sempre le auto in ottime condizioni di pulizia e funzionamento e con il serbatoio pieno o quasi. Il sistema di prenotazione è molto efficiente, sia tramite call center sia tramite internet. Avrei qualche piccola critica da fare sull’ applicazione web, ma sono cose secondarie: in pochi minuti la prenotazione è fatta. Il call center risponde quasi subito, solo una volta ho dovuto attendere un po’ di più.

Problemi pochi. Una volta il veicolo non risultava prenotato al momento giusto. Tutto risolto con una chiamata al call center. Un’altra volta ho avuto un’informazione sbagliata sulla collocazione di un veicolo, ma anche in quel caso è bastato chiarirsi. In generale avere sempre un operatore disponibile (che si può chiamare anche in viva voce dal computer di bordo) risolve tutti o quasi i possibili inconvenienti e dà la piacevole sensazione di essere coccolati. Anche con le auto, nonostante si cambino spesso, si instaura un rapporto personale. Tutte hanno un nome, per rendere più semplici le comunicazioni. Ad esempio, invece che dire “la panda del parcheggio (anzi dello “stallo”) davanti allo Starhotel President di via Duca d’Aosta” basta dire “la Gina“. Lei abita vicino al locale dove vado a ballare il venerdì sera. Lisa invece sta sotto il mio ufficio e a volte viene comoda. Devo fare ancora la conoscenza con i furgoni, tipi tosti come Bruno.

Alcuni aspetti della procedura di presa in carico e riconsegna del veicolo vanno contro le abitudini di una vita, e bisogna prenderci un po’ la mano. La cosa più strana è lasciare le chiavi quando molli la macchina. Istintivamente chiudi e metti in tasca; invece devi lasciare le chiavi nel cruscotto, scendere e bloccare la serratura passando la smart card sul sensore posizionato sul parabrezza anteriore, in alto a destra. Una volta ho intascato le chiavi: me ne sono accorto solo dopo aver bloccato la serratura, quindi ho dovuto chiamare il call center.

Un’altra cosa che manda in confusione è l’utilizzo delle corsie preferenziali e delle zone a traffico limitato. Provoca una strana inquietudine, le prime volte, usare impunemente percorsi del centro cittadino che con un’auto privata comportano multe salate, decurtazione di punti e forche caudine attraverso cordoni di vigili sadici. Hai la sensazione di averla fatta grossa, temi che qualcuno spunti da un angolo per coprirti di melma fino all’annichilimento psicofisico. E invece è tutto vero. Per far capire ai genovesi: attraverso piazza De Ferrari da via XXV aprile a via Dante senza essere incenerito da un Cruise; passo davanti alla Stazione Brignole da est a ovest scivolando tra un autobus e l’altro, mi immetto direttamente in via XX settembre svoltando a destra all’altezza del Mc Donald e non vedo affacciarsi Giove Pluvio tra le nubi dietro le caravelle con la saetta in mano. Capite benissimo che le prime volte non si dorme tranqulli, a trovarsi incolumi.

“Questi fantasmi” sono emersi prepotentemente quando mi sono trovato una multa sul parabrezza dopo una sosta in’un’area a pagamento. Sono andato il giorno dopo nella sede di Gcs. Mi hanno detto: “non è niente, la stracci. L’operatore della Genova Parcheggi fa la multa solo per fini statistici: devono rilevare quante volte i veicoli del car sharing usano i parcheggi blu”.
Tutto troppo razionale per l’automobilista medio genovese, che prende multe su multe e ha rinunciato da tempo a chiedersi il perché.

1 commento »

  1. fichissimo!!!!

    Comment di silvia — 5 Febbraio 2008 @

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