Cronachesorprese

6 Ottobre 2006

Thank you for smoking

Filed under: lo spettatore indigente — cronachesorprese @

Se fossi un dietrologo stressato permanente, seguirei con voluttà il cattivo pensiero che mi è venuto guardando Thank you for smoking: è un film finanziato dalla Big Tobacco. Il Nick Nailor ben interpretato da Aaron Eckhart, il lobbista che dice al figlio "io di mestiere faccio il lobbista", che vola a Hollywood per convincere i produttori a riprendere nei cinema lo stereotipo del fumatore vincente dei bei tempi, potrebbe in realtà rivelare in filigrana la storia della nascita di se stesso, del personaggio Nick Nailor.
Un cattivo e divertente pensiero. Potrebbe essere divertente e potrebbe essere ben costruito, sul filo dell’ironia e con gli strumenti dello spirito critico, proprio come il film. A chi non riesce simpatico quel bastardo di Nick Nailor? Chi non ride del suo cinismo, della sua abilità a mettere nel sacco i suoi avversari nei talk show? Chi non parteggia per lui quando suo figlio, guardandolo adorante ma consapevole, lo difende contro tutti nel momento della disgrazia e lo sprona a tornare a dare battaglia? O quando la giornalista carina e rampante lo "fotte", in tutti i sensi, sputtanandolo in prima pagina?
C’è un momento in cui non si può non stare dalla sua parte, almeno io non posso evitarlo: quando dice davanti alla commissione d’inchiesta del Senato, che deve decidere se mettere un’orrida immagine con teschio e tibie sui pacchetti di sigarette, una sacrosanta verità. Perché le famiglie vogliono delegare agli altri il compito di educazione allo spirito critico, alla scelta consapevole, che solo loro possono svolgere? Che nel film sia detto con ironia o meno, è sacrosanto.
Insomma, Thank you for smoking potrebbe essere finanziato dal budget che, sempre secondo Nick Nailor, la Big Tobacco avrebbe stanziato "per convincere gli adolescenti americani a non fumare". Ehehe. Il film convince che la Big Tobacco è in mano a criminali bastardi. "Ce lo diciamo noi, con l’ironia e lo charme di un film in punta di fioretto, prima che arrivi quel grassone di Michael Moore a dipingerci in
tinte di fosco verismo, spacciando per realtà nuda e cruda un suo personalissimo punto di vista. No, noi siamo la Big Tobacco, siamo ricchi e belli ma siamo uomini come gli altri, divorziati con figli, adoriamo il nostro lavoro e ci sbattiamo da mane a sera per pagare il mutuo": che è una battuta ricorrente del film. Troppo ricorrente per non essere sospetta, agli occhi di uno stressato dietrologo. 
Che drizza le orecchie fin dalla sigla: bellissima, costruita graficamente sulle linee decise ed eleganti dei pacchetti di sigarette. Senza i teschi e le tibie, ma anche senza le scritte nere e minacciose che sui pacchetti ci sono davvero. Uhm…

Ma, dato che il film è bello, divertente, intelligente e ben interpretato, questo post non sarà scritto per convincervi che i dietrologi stressati permanenti sono un po’ paranoici?

1 commento »

  1. No, ieri sera: Arena di Verona :)

    p.s. grazie per la dritta sul film, giĆ  mi intrigava…

    Comment di Clio — 6 Ottobre 2006 @

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