Cronachesorprese

9 Ottobre 2008

Ciao, Maria

Filed under: cronache — alessandro @

mariaCredetemi, da ieri sono in lutto. Maria non era soltanto una che gestiva una trattoria popolare in vico Testadoro, nel centro di Genova. Per chi, come me, è arrivato a Genova per frequentare l’università, Maria è stata un’oasi di accoglienza vera in una città che non accoglie facilmente. E non soltanto perché ha sempre offerto buona cucina a prezzi abbordabili per tutti. Come dice giustamente Paolo Crecchi nell’articolo del Secolo XIX (dal quale ho preso anche la foto), i tavoloni di Maria sono un’esperienza. Sono un osservatorio sociologico. Sono tra i luoghi grazie ai quali si può dire che in Italia la democrazia è una realtà.

Per una matricola fuori sede la tavola di Maria è quanto di più vicino, o di meno lontano, alla tavola di casa. Maria è una coccola. Lo è tuttora, anche se lei non c’è più, perché con le sue indiscutibili doti organizzative e imprenditoriali ha fatto in modo che il servizio continuasse uguale a se stesso anche quando lei era ormai troppo stanca per seguirlo personalmente. Anche il sorriso e la cortesia della signora che ti accoglie oggi alla cassa è lo stesso di Maria. Tutto continua ad avere il suo marchio di fabbrica: i menu scritti con quella grafia antica, i muri verdi, le tovaglie a scacchi bianchi e rossi, la velocità e la precisione del servizio. Vado ormai raramente, perché a mezzogiorno c’è così tanta gente che non si può essere sicuri di stare nei tempi concessi da un’azienda per una pausa pranzo (a meno che non si arrivi molto presto o molto tardi): ma provate a calcolare il numero di coperti che cuochi e camerieri riescono a evadere, è sorprendentemente sopra la media di qualsiasi altra trattoria della zona.
Una coccola è anche il suo dolce della casa, una semplicissima (ma “buonissima”, come diceva sempre lei e come ripete sempre il menu) crema al mascarpone con savoiardo imbevuto di rum e ciliegina sopra. Della strepitosa cucina genovese non parlo neanche, non è necessario: ne parlano tutte le guide gastronomiche, e tutte si stupiscono del miracolo di Maria.

Maria è una coccola che ho sempre cercato di offrire alle persone a cui tengo e che vengono a Genova. Per i loro venti, ma anche per vedere me. A volte mi sono sentito quasi in colpa per aver demandato a lei la cura che io non sempre riesco a dare. Anche quando vorrei, con tutto il cuore. Mio malgrado sono forse diventato troppo genovese.

10 Comments »

  1. ci sono capitata anch’io, ho visto (e assaggiato) com’è.
    e mi hanno fatto tenerezza le centinaia di bigliettini di ringraziamento appiccicati sul frigorifero, vicino alla cassa.
    molti sono scritti da stranieri.

    il suo “buonissimo stocco accomodato” era davvero buono.

    sniff.
    :-(

    Comment di alga — 9 Ottobre 2008 @

  2. mi correggo, erano “buonissime stokke accomodate” :-)

    Comment di alga — 9 Ottobre 2008 @

  3. come ho detto nella nota in google reader, era il posto più sudicio dove andare volentieri a mangiare :)

    Comment di Tambu — 9 Ottobre 2008 @

  4. a me quel locale non è mai parso così sudicio come voleva la leggenda, veramente.
    comunque ho avuto la fortuna di avere una nonna che faceva cose genovesi buonissime e apparecchiava la tavola a forma di maria: con la tovaglia a quadri bianchi e rossi, i piatti spessi e i gotti.
    era proprio così, dalla maria era un po’ come andare a mangiare dalla nonna

    Comment di estrellita — 9 Ottobre 2008 @

  5. e pensa te che ci sono andato solo una volta, quasi ventiquattro anni fa (ero ancora al liceo), e abito a cento metri da lì
    ciao
    s

    Comment di stefano — 9 Ottobre 2008 @

  6. è molto bello il tuo scritto. commuove e non ne cambierei una virgola. ci ho mangiato centinaia di volte e non ho mai mancato il DOLCE DELLA CASA BUONISSIMO, anzi spesso l’ho bissato.
    recentemente ci sono capitato qualche volta con un mio amico e a fine pasto, con la scusa di farci offrire il famoso Amaro Camatti in bottiglione da due litri, abbiamo un po’ parlato con la signora che sta alla cassa, che è sua nuora.

    ci aveva detto che Maria non stava bene ed era molto anziana ma ancora lucidissima…

    avrei anch’io mille cose da scrivere.

    addio, Dirty Mary

    Comment di Paolo — 10 Ottobre 2008 @

  7. paolo: beh, dai, se non riesci a scriverne mille scrivine almeno venti o trenta… :-)
    tambu ed estrellita: secondo me l’epiteto di maria la zozza era abbastanza ingeneroso, ma parzialmente giustificato fino a una decina di anni fa per lo stato in cui era il locale, non per la pulizia del servizio che è sempre stata impeccabile.
    ho deciso, penso che cercherò delle tovaglie a quadri bianchi e rossi, i gotti so dove trovarli (il negozietto di vetri in via buranello, che meriterebbe un post a parte).
    alga: da maria ho visto scritto sia stokke, sia stocche. le varianti forse dipendono dai numerosi inservienti extracomunitari che si avvicendano ai tavoli, e che a quanto so vengono trattati molto meglio che in tanti altri posti di lavoro…
    stefano: appunto, il problema è abitare a poche centinaia di metri. quando stavo in zona maddalena non ci andavo quasi mai. per essere habitué bisogna essere senza né arte né parte in questa città, poi ti affezioni… :-)
    bello comunque che dall’anno scorso, dopo anni di apertura soltanto per il pranzo, il locale abbia ricominciato ad aprire anche la sera, anche se solo per due giorni alla settimana (mi risulta che sia il giovedì e il venerdì). la dimensione serale in vico testadoro è particolare. quando c’era maria era rigorosamente contadina: chiusura entro le nove e mezza. “ma è tardi figgeu…” ci ha detto una volta che siamo arrivati verso quell’ora. sempre col sorriso, naturalmente, cosa rara a genova.

    Comment di alessandro — 11 Ottobre 2008 @

  8. Curioso il fatto che rimanesse il locale più genuinamente genovese pur con una massiccia presenza straniera, in sala e in cucina. C’è qualcosa di profondo in questo.

    Comment di galliolus — 11 Ottobre 2008 @

  9. lo sapevate che dopo l’ora di chiusura serale la maria faceva entrare i clochard che non potevano pagare?
    a un sacco di gente ha dato da mangiare a babbo, la maria. e questa cosa non è una leggenda metropolitana. la so da fonte certa: una delle cameriere :-)

    Comment di estrellita — 13 Ottobre 2008 @

  10. sì, non sapevo se dirlo perché sembra appunto un particolare troppo agiografico, di quelle cose buone che si dicono quando qualcuno se ne va. però è vero :-)
    comunque ora si può anche dire perché rispetto alla “zozzeria” stanno venendo fuori particolari non proprio celebrativi. chi sta su facebook può iscriversi al gruppo nato in commemorazione. ne leggerà di belle :-)

    Comment di alessandro — 13 Ottobre 2008 @

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