Cronachesorprese

26 Settembre 2019

A chi piace pensare che la sofferenza piaccia a qualcuno

Filed under: Il cristiano informale — alessandro @

Non ho per niente le idee chiare sul fine vita, l’ho sempre ammesso da Eluana in poi. Penso che sia molto, molto difficile fare considerazioni generali, ogni storia è un caso a sé. Mi sono però molto chiare alcune cose.
– Oggi il fattore “sofferenze indicibili” è cambiato molto perché la terapia del dolore ha fatto progressi notevoli, quindi sarebbe il caso di non ripetere mantra ormai datati
– Per contro, le tecniche di rianimazione creano situazioni che fino a mezzo secolo fa erano quasi inesistenti, quindi bisogna andare molto cauti nel definire il confine tra cura e accanimento terapeutico
– La questione della qualità della vita è un ginepraio e demandare al solo individuo ogni valutazione, decisione e responsabilità non credo che sia la soluzione
– Chi sostiene il suicidio assistito in nome della libertà di scelta, e poi vorrebbe negare ai medici la libertà di rifiutarsi di collaborare a un progetto di morte, è in contraddizione, e prima di parlare dovrebbe far pace con se stesso
– Chi sceglie di reiterare luoghi comuni idioti del tipo “alla chiesa piace la sofferenza” forse non è ipso facto un idiota, ma si prenda la responsabilità delle idiozie che vuole ostinatamente ripetere.

13 Giugno 2019

Riparazioni entropiche

Filed under: Il cristiano informale,Il postulante de-genere — alessandro @

Un Cardinale, abbiamo un cardinale ❤️ La Curia di Genova ha chiesto agli organizzatori delle veglie di preghiera di “riparazione” al Liguria Pride di annullare le iniziative. Molto bene.
Questi fanno una confusione enorme, strumentalizzano la preghiera. Se dovessimo fare momenti di preghiera per riparare tutte le bestemmie fatte in luogo pubblico non faremmo altro nella vita. Tutte le volte che facciamo adorazione del Santissimo Sacramento “ripariamo”, non c’è bisogno di altro. Queste iniziative in realtà sono manifestazioni di dissenso travestite da preghiera. Mi stupisco peraltro che tra gli aderenti ci siano le sentinelle in piedi, che hanno sempre distinto, correttamente, le loro manifestazioni pubbliche da questioni di fede. Se non si capisce che il dissenso a certe posizioni deve rivolgersi a tutti, perché sono questioni di ragione e non di fede (come ha sottolineato recentemente il Papa a proposito dell’aborto) si fanno solo danni. Si fa danno alla fede, perché viene identificata impropriamente con una causa politica che è invisa a molti; si fa danno alla causa che si vuole sostenere, perché si indebolisce dandole una connotazione confessionale che non dovrebbe avere.

22 Aprile 2019

Che siano una cosa sola

Filed under: Il cristiano informale — alessandro @

C’è anche una cingalese che viveva a Catania da più di 25 anni tra le vittime. Questa è una notizia che ha passato la selezione nei lanci di agenzia italiani sulla tragedia degli attentati in Sri Lanka. Logica giornalistica comprensibile, perché chi fa informazione per lavoro sa benissimo che funziona così, più una cosa è vicina e più ci interessa. E se non è vicina nello spazio dev’esserlo almeno per qualche appartenenza comune, come la nazionalità o i pochi gradi di separazione. Di vicinanza ideale perché gli attentati sono stati fatti contro cristiani non si può parlare, perché guai a fare l’equazione italiano uguale cattolico, cosa anche questa comprensibile, anche se insomma, ciò che accade a cattolici e cristiani nel mondo dovrebbe interessare a un italiano, che sia credente o no. Però queste sono appunto le logiche dell’informazione alle quali non mi va di conformarmi troppo, non oltre lo stretto necessario. Noto invece con dispiacere che molti cattolici non si sentono toccati da quanto avvenuto ieri in un posto che evidentemente sentono troppo lontano.
Allora invito a pensare a quanto sia devastante la storia di questa donna cingalese, che vive e lavora in Italia da una vita, che torna a Ceylon per le feste e va a messa a Pasqua con i suoi parenti, i suoi amici d’infanzia o gioventù, nel cuore della sua comunità di origine. E muore. Per essere andata a messa. Abbiamo mai dovuto temere per la nostra vita quando siamo andati a messa? No, al massimo temiamo una lungaggine eccessiva del rito, una liturgia sciatta o poco coinvolgente che non riesca a bucare neanche per qualche minuto la nostra distrazione cronica. Io da ieri mattina penso che noi, che non dobbiamo temere per la nostra vita quando andiamo in chiesa, abbiamo una responsabilità più grande. Abbiamo una fortuna e un’opportunità che molti in diverse parti del mondo non hanno. E vivono (e muoiono) con noi, uniti a noi nel mistero eucaristico.

15 Aprile 2019

I pilastri tra la terra e il cielo

Filed under: cronache,Il cristiano informale — alessandro @

Troppo tempo che non vado a Parigi. Non dovevo aspettare così tanto, Notre Dame non mi ha aspettato, e io presumevo che potesse aspettarmi come aveva aspettato tutti per secoli. Ma di fronte al disastro di oggi si fa ancora più viva un’urgenza che mi è chiara da una decina d’anni almeno. Dobbiamo reimparare a fare cattedrali. Le nostre, del nostro tempo. Difficile, non impossibile. Il cantiere di Barcellona ne è la prova. Fare cattedrali significa prima di tutto ed essenzialmente una cosa: lavorare non solo per noi stessi e per la nostra tribù ma per l’eternità. Il cristianesimo (e soltanto il cristianesimo, nient’altro mai) ha detto una volta per tutte che l’eterno ha un punto di tangenza con la storia e a partire da quel punto si comincia a costruire. Una cattedrale e tutto il resto. La cattedrale non è uno sfizio di un potere che si autocelebra, è una necessità per ricordare sempre, a tutti, che da quel punto di intersezione tutto è possibile.

17 Settembre 2018

Premesse razionali e certezze esistenziali

Filed under: Il cristiano informale — alessandro @

Io sono apertissimo a vagliare i dubbi di chiunque, ma i professionisti del dubbio mi permettano un appunto.
Un conto sono le premesse razionali all’ipotesi dell’esistenza di Dio, che ci sono e sono molto solide. Premessa razionale non vuol dire che l’esistenza di Dio è dimostrabile incontrovertibilmente, ma che non ripugna alla ragione pensarla, anzi è facilmente constatabile che la ragione propende naturalmente, proprio per come è fatta, per l’ipotesi dell’esistenza di un essere creatore, intelligente e personale. Questo non implica che pensare l’inesistenza di Dio sia irragionevole.
Un altro conto è il percorso personale. Un percorso necessario per arrivare a una certezza esistenziale che le premesse razionali, da sole, non possono raggiungere. In virtù di questo percorso io mi dichiaro certo dell’esistenza di Dio e del Dio cristiano, e sono molto curioso di confrontarmi con i percorsi degli altri ma oggi come oggi, superato il mezzo secolo, ritengo impossibile o altamente improbabile che qualcuno o qualcosa possa scalzare questa certezza. Non sarebbe un “liberarsi da schemi e condizionamenti”, ma rinnegare l’esperienza profonda, tutto ciò che oggi mi permette di dire “io”. Il confronto con gli altri, da un certo punto della mia vita in poi, non ha fatto altro che approfondire le certezze che avevo già raggiunto. La cosa interessante è che nella prospettiva in cui sono non mancano le nuove e rivoluzionarie ipotesi, le rotture di schemi e pregiudizi: anzi direi che è un continuo ribaltamento di tutto. Non c’è nulla come una fede autentica che allena a mettere sempre tutto in discussione, ogni giorno. Chi pensa che ribaltamento massimo possibile sia il passare dal credere al non credere o viceversa è in errore: nell’orizzonte del credere ci sono altezze e vertigini che metterebbero alla prova il senso dell’orientamento di chiunque. È una sfida ben più impegnativa che rinunciare a qualsiasi certezza sull’esistenza di Dio: navigare dentro a una solida certezza su Dio apre all’infinito, con tutte le conseguenze immaginabili su una ragione, su una vita, su persone finite come noi siamo. La questione per me oggi è soltanto quanto riesco ad aderire a ciò che ho riconosciuto come vero. Non sono legato “alla religione”, sono legato a ciò che ha costruito tutto quello che sono.

« Pagina precedentePagina successiva »

Powered by WordPress. Theme by H P Nadig