Cronachesorprese

22 Aprile 2019

Che siano una cosa sola

Filed under: Il cristiano informale — alessandro @

C’è anche una cingalese che viveva a Catania da più di 25 anni tra le vittime. Questa è una notizia che ha passato la selezione nei lanci di agenzia italiani sulla tragedia degli attentati in Sri Lanka. Logica giornalistica comprensibile, perché chi fa informazione per lavoro sa benissimo che funziona così, più una cosa è vicina e più ci interessa. E se non è vicina nello spazio dev’esserlo almeno per qualche appartenenza comune, come la nazionalità o i pochi gradi di separazione. Di vicinanza ideale perché gli attentati sono stati fatti contro cristiani non si può parlare, perché guai a fare l’equazione italiano uguale cattolico, cosa anche questa comprensibile, anche se insomma, ciò che accade a cattolici e cristiani nel mondo dovrebbe interessare a un italiano, che sia credente o no. Però queste sono appunto le logiche dell’informazione alle quali non mi va di conformarmi troppo, non oltre lo stretto necessario. Noto invece con dispiacere che molti cattolici non si sentono toccati da quanto avvenuto ieri in un posto che evidentemente sentono troppo lontano.
Allora invito a pensare a quanto sia devastante la storia di questa donna cingalese, che vive e lavora in Italia da una vita, che torna a Ceylon per le feste e va a messa a Pasqua con i suoi parenti, i suoi amici d’infanzia o gioventù, nel cuore della sua comunità di origine. E muore. Per essere andata a messa. Abbiamo mai dovuto temere per la nostra vita quando siamo andati a messa? No, al massimo temiamo una lungaggine eccessiva del rito, una liturgia sciatta o poco coinvolgente che non riesca a bucare neanche per qualche minuto la nostra distrazione cronica. Io da ieri mattina penso che noi, che non dobbiamo temere per la nostra vita quando andiamo in chiesa, abbiamo una responsabilità più grande. Abbiamo una fortuna e un’opportunità che molti in diverse parti del mondo non hanno. E vivono (e muoiono) con noi, uniti a noi nel mistero eucaristico.

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