Cronachesorprese

22 Maggio 2018

Sul “dogma”

Filed under: chiedici le parole — alessandro @

Io contesto un certo uso esteso e, a mio parere, improprio del concetto di dogma. Se parliamo di dogmi della Chiesa non parliamo di qualcosa che bisogna accettare “spegnendo” la ragione e la capacità critica. Il dogma è un enunciato che sintetizza l’esperienza della Chiesa riguardo a un aspetto nodale della fede. Un aspetto che non poteva essere lasciato non definito, come non si può lasciare indefinita la direzione di una strada mentre la si sta costruendo. Ogni dogma è un segnavia: indica quale strada è stata percorsa fino a quel momento. È definito una volta per tutte perché solo in un determinato momento era possibile farlo. Non voglio dilungarmi troppo, ma un conto sono queste definizioni, un conto la comprensione e l’approfondimento della fede che a partire da quelli la chiesa, nel tempo, prosegue. Un dogma è come un carattere genetico: lo erediti, non puoi smontarlo. Ma questo non significa non potersi muovere liberamente. Se ho i capelli rossi posso fare quello che voglio, con i capelli rossi. Se li tingo di biondo non sono più libero, più critico o più indipendente, sono solo un po’ ridicolo. E i capelli, in realtà, sono sempre rossi ;-)

– facebook

19 Maggio 2018

Per la vera libertà di scelta

Filed under: cronache — alessandro @

Buona manifestazione agli amici romani. Fatevi sentire. Non state andando “contro” nessuno. Non state conculcando la libertà di scelta. State solo dicendo una cosa troppo evidente ed elementare per non suscitare l’ostilità del potere, che da secoli ormai fa passare per neutralità il progressivo sfibramento della solidarietà tra uomini, tra famiglie, tra comunità, tra generazioni. Se anche una sola donna, guardandovi, sceglierà la vita e chiederà sorridendo a voi e a tutti un aiuto ad affrontare le sue difficoltà, avrete vinto. Perché non è vero che uno vale uno. Uno vale Infinito.

“Non c’è nessuna buona ragione pratica che giustifichi la soppressione di un essere umano, sia pure nei primi stadi della sua evoluzione. Io so che in nessun altro fenomeno dell’esistenza c’è un altrettanto furibonda, totale, essenziale volontà di vita che nel feto. La sua ansia di attuare la propria potenzialità, ripercorrendo fulmineamente la storia del genere umano, ha qualcosa di irresistibile e perciò di assoluto e di gioioso. Anche se poi nasce un imbecille.”

Pier Paolo Pasolini
(Paese Sera, 1975)

17 Maggio 2018

Il paradosso di Popper-Pavlov

Filed under: cronache — alessandro @

Insomma lunedì avremo la manifestazione contro i manifesti. Legittima, niente da dire. Ma se verte unicamente sulla legittimità di un’opinione ha qualcosa di contraddittorio. E hanno anche mobilitato il garante dell’infanzia per mendicare una rispettabilità che, per quanto mi riguarda, si guadagneranno solo quando permetteranno la libera espressione delle idee senza invocare censure. Sono intolleranti, prima lo capiamo e meglio è. Questi proiettano dei frammenti di cattiva coscienza su un nemico immaginario, su un nemico che “vogliono”, anzi che “pretendono” venga dipinto secondo i loro pregiudizi. Un gigantesco uomo di paglia. Quei manifesti non sono contro la libertà di scelta, se ne facciano una ragione. Anzi danno sostanza di vera libertà (perché fanno informazione) a una scelta che molti vorrebbero totalmente sbilanciata da una parte. Non c’è colpevolizzazione né discriminazione in quella iniziativa. E non so in che modo, se con i manifesti o con un confronto franco, ma dobbiamo arrivare a un punto in cui queste reazioni pavloviane vadano ad esaurimento. Facciano tutto il colore e il folklore che vogliono lunedì, non mi interessa.

15 Maggio 2018

Contrazioni di governo

Filed under: dichiarazioni di voto — alessandro @

Comprensibile che un governo in formazione punti in alto. Ma se le forze che stanno cercando di farlo nascere non trovano un’intesa alta su tutto, dovrebbero limitare il programma a ciò su cui sono d’accordo. E lasciare magari a una seconda fase della legislatura la decisione se proseguire o no, che intanto gli scenari (nazionali e internazionali) possono cambiare.

Certo, dovrebbero rinunciare alla propaganda che stanno sbandierando in questi giorni, o almeno ridimensionarla un po’: non sarà un governo “rivoluzionario”, “di svolta” “il primo della terza repubblica”, ma potrebbe ugualmente lavorare per il bene comune. Anzi, forse potrebbe farlo ancora meglio.

Tanto (per fare un esempio) le decisioni sulle grandi infrastrutture sono state prese dai governi precedenti, molte opere sono partite, i fondi stanziati. Smantellare o snaturare questi progetti sarebbe un pasticcio enorme: le facciano andare, e la smettano di dire che saranno l’apocalisse, perché non è sostenibile da parte di un governo. Oppure: non ci saranno le risorse per flat tax e reddito di cittadinanza insieme, ma si può fare più di quanto è stato fatto finora per aiutare le piccole e medie imprese ad assumere e venire incontro a chi vive da troppo tempo in disoccupazione o sotto-occupazione. Basta guardare i problemi e individuare i più urgenti, come del resto si vantano di saper fare.

Non so se quella di queste ore sia l’ennesima partita a scacchi, ma se fossi un loro elettore in questo momento vorrei che arrivassero al dunque al più presto. Sarei disposto a questo punto a perdonare un errore, non la paura di sbagliare.

9 Maggio 2018

La rivoluzione è ferma da 40 anni

Filed under: Il cristiano informale — alessandro @

Legati come siamo alle tradizioni, per quel che esse hanno di essenziale e di umano, noi non vogliamo essere gli uomini del passato, ma quelli dell’avvenire. Il domani non appartiene ai conservatori ed ai tiranni; è degli innovatori attenti, seri, senza retorica. E quel domani nella civile società appartiene, anche per questo, largamente, alla forza rivoluzionaria e salvatrice del cristianesimo. Noi siamo diversi, noi vogliamo essere diversi dagli stanchi e rari sostenitori di un mondo ormai superato.

Aldo Moro

Questo è ancora vero e sarà sempre vero. E lo dimostra quanto vedesse lontano nel “domani” uno come Aldo Moro, che diceva queste parole nel 1963, nel pieno dello svolgimento del Concilio e a pochi giorni dalla Pacem in Terris, contrapponendo la “vera” rivoluzione ad altre rivoluzioni che in quegli anni sembravano a molti ineluttabili e che invece avrebbero fatto il loro tempo molto presto, prima di riuscire a togliere attualità, sfida, verità a queste parole. Succederà ancora: chi, dall’alto di qualsiasi strategia o analisi, vede oggi il cristianesimo (quello non addomesticato dal mondo, quello che è libero di ispirare anche l’azione e la presenza politica) in fase di archiviazione non ha capito nulla del cristianesimo. Non ha capito da dove nasce e come funziona, non ha capito la sua forza nucleare che è sostanzialmente indipendente dai numeri e dal consenso. Aldo Moro manca moltissimo, ma l’essenziale no.

– facebook

« Pagina precedente

Powered by WordPress. Theme by H P Nadig