Volendo cominciare dalla fine, si potrebbe dire che il Genova Beer Festival è uno di quei rari luoghi dove la fila nei bagni degli uomini è più lunga di quella nei bagni delle donne. Andando indietro, la poca lucidità residua in questo momento mi fa ricordare l’organizzazione praticamente perfetta dello staff di Papille Clandestine (che è alla prima edizione e sembra già una squadra di veterani), tutti gli espositori con particolare menzione per Nadir di Sanremo e Canediguerra di Alessandria, la degustazione sugli stili di birra classici condotta dall’ottimo Simone Cantoni.
Posso dire che ieri sapevo che mi piace la birra, mentre oggi sono un po’ più consapevole del “perché” mi piace, di cosa devo andare a cercare quando l’acquisto, di cosa posso e devo evitare. Ho fatto la conoscenza di birre salate e birre acide. Le prime mi hanno entusiasmato, le seconde non credo che le andrò a cercare ma ne ho apprezzato la cultura e l’audacia. La birra è un inno alla diversità e alla non omologazione, è un giusto equilibrio di tradizione, sperimentazione e innovazione: ovvero quello di cui abbiamo un drammatico bisogno anche in altri campi. Last but not least, è davvero un piacere vedere uno spazio come Villa Bombrini usato per accogliere produttori da tutta Italia: gente che ha fatto di una passione una professione e che merita il meglio. Genova non è soltanto tristi sale congressi e non è soltanto centro, è anche ville storiche magnifiche nelle ex delegazioni. Uno spazio che nella sera di sabato è riuscito a strappare una bella fetta di “movida” dai vicoli del centro storico. Vedete, è possibile. Cento di questi festival, GBF.
25 Ottobre 2015
Genova Beer Festival, buona la prima
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