La mia recensione su Amazon del libro di Giovanni Giaccone.
Una bella storia, inquadrata efficacemente nel periodo storico scelto per un’ambientazione non troppo dettagliata ma rigorosa. Si legge d’un fiato e si torna indietro volentieri alle pagine già andate per fissare meglio antecedenti e conseguenti lungo i quadri brevi e ricchi di azione, nell’intreccio delle tre vicende che sono tre fasi diverse della stessa timeline. Il ritmo intenso della narrazione prende coraggiosamente (rispetto agli standard italiani) la strada della letteratura di genere un po’ esasperata, alla Tarantino: ma è un rischio calcolato e giocato con destrezza. E al “pulp” primigenio, cioé ai “pulp magazine” americani stampati su carta grezza, si ispirano lo stile della scrittura e la violenza macabra che invade le pagine con studiata serialità. I personaggi stanno in un sottobosco umano inquieto che macina e impasta grandi e piccoli protagonisti, uomini d’affari e delinquenti, poliziotti borderline e prostitute, briganti e soldati, garibaldini e bersaglieri. Magmatico, come è stata magmatica e in continua, insostenibile accelerazione la seconda metà dell’ottocento. Satan’s Circus proietta le ombre di quel periodo in un noir che è metafora di una reazione di forze oscure e irrazionali a un salto in avanti imposto a una società arretrata: quella dell’Italia borbonica, ma non solo. Viene voglia di saperne di più di tutto: del lato oscuro del risorgimento italiano, dei briganti, del “Satan’s circus” reale di New York, del teatro e dell’immaginario di quel tempo.
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