Cronachesorprese

24 Novembre 2014

Candidate la piadina

Filed under: cronache — alessandro @

Non basta più neanche la gnocca. Per riportare gli eredi di Don Camillo e Peppone alle urne ci vuole qualcosa di ancora più elementare, che metta tutti davvero d’accordo. Ma rimettete le preferenze. Se no anche la piadina non potrà arrestare questa emorragia di voti. Almeno la piadina si potrà scegliere o dobbiamo mangiare obbligatoriamente quella decisa dalle segreterie?

Capolista: Squacquerone e rucola
Numero due: Salamella e crauti
Numero tre: Crudo di Parma e mozzarella

Seriamente: 769.336 voti in meno al Partito Democratico in Emilia Romagna. Il raffronto è con le ultime europee di maggio. Affluenza crollata al minimo storico nella storia repubblicana. Qualcuno dice che il raffronto con le europee non è proponibile, ma non sono di questo avviso. Se i voti fossero aumentati sarebbe un conto, ma sono diminuiti. Le europee hanno sempre avuto meno affluenza rispetto a qualsiasi altra consultazione.

E siamo a novembre, quindi niente scuse balneari o di altro genere.

E siamo in Emilia Romagna, dove la partecipazione è sempre stata più alta rispetto alla media italiana e dove il maggior partito della sinistra non ha mai avuto grandi problemi se non per una parentesi a inizio millennio nel capoluogo.

E sono elezioni amministrative, nella regione che nei luoghi comuni della propaganda è quella della buona amministrazione della sinistra.

Qualcuno ha ancora voglia di usare il bilancino? Allora spingiamo lo sguardo un po’ più in là e contempliamo la china discesa in 44 anni. Affluenza alle urne per le regionali in Emilia Romagna, campionamento ogni dieci anni:

1970: 96,59%
1980: 94,49%
1990: 92,98%
2000: 79,72%
2010: 68,07%
2014: 37,67%

Clamoroso. Inspiegabile. Anche tenendo conto delle dimissioni di Vasco Errani (politico peraltro navigato e di valore, non certo il peggio della casta), che hanno portato la Regione alle urne anzitempo.

Più fattori insieme possono aiutare a entrare dentro all’enigma di un crollo verticale di queste proporzioni. Metto tutti quelli che mi vengono in mente oltre alle già citate dimissioni del presidente in carica.
– La fine della luna di miele della base Pd con Renzi, in particolare dopo le bordate contro l’articolo 18
– La perdita di credibilità dell’ente Regione in sé dopo i molti scandali sulle spese pazze in tutta Italia
– Il flop del movimento 5 stelle (284.480 voti in meno): molto probabile che chi non ha rinnovato la fiducia ai grillini non sia tornato a votare
– Il disorientamento totale dell’elettorato di centrodestra (solo Forza Italia rispetto a maggio ha perso 171.473 voti), che attualmente è senza leader e aspetta che qualcuno batta un colpo. L’unico a rispondere in questa occasione è stato Salvini, ma anche la sua è una vittoria per modo di dire: la Lega ha aumentato i voti, è vero, rispetto alle europee, ma ne ha persi comunque oltre 56.000 rispetto alle ultime regionali. Insomma, ha intercettato un po’ di voti in uscita da Forza Italia, tutto qui. Uscita temporanea, probabilmente: dubito che il dato possa essere confermato alle politiche.

Non vorrei essere catastrofico ma questo aperitivo di regionali è, più che un segnale o un colpo di avvertimento, una bella bordata al cuore del fortino del sistema dei partiti. La prima misura di salvaguardia per la capacità di rappresentanza della classe politica dovrebbe essere la riforma immediata della legge elettorale. Ripristinare le preferenze, subito. Se piuttosto i partiti preferiscono rappresentare un terzo risicato degli elettori, senza escludere nuove e devastanti erosioni, si condannano da soli. Certo Renzi che esulta con un calcistico “due a zero per noi” e “asfaltati” non fa ben sperare.

6 Comments »

  1. Ho sentito analisi raffinatissime sull’argomento, ma nessuno che abbia tirato fuori l’elementare questione delle preferenze. Eppure dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti…

    Comment di Galliolus — 25 Novembre 2014 @

  2. dovrebbe. a me sembra un corollario innegabile, eppure anche il dibattito di questi giorni non lo sta mettendo in primo piano.
    a pensarci, e guardando bene quello che sta succedendo, la grande emorragia di voti non è una cattivissima notizia per il partito democratico: la vera notizia non è che l’astensione è cresciuta oltre misura, ma che il movimento 5 stelle ha già smesso di intercettare il voto di protesta. un po’ l’ha fatto salvini, ma in muisura non significativa rispetto all’elettorato potenziale del centrosinistra.

    Comment di alessandro — 2 Dicembre 2014 @

  3. Veramente alle regionali le preferezne c’erano. Almeno in Emilia dove ho votato io….

    Comment di GioCar — 3 Dicembre 2014 @

  4. Ops, mi sa che hai ragione :-D
    Però leggo che 12 indagati per le spese pazze sono stati ricandidati. Tu come la vedi da lì, Giocar? L’astensione mostruosa è di protesta per la situazione contingente ed è almeno parzialmente recuperabile?
    Comunque l’appello vale per le prossime politiche, perché se tanto mi dà tanto l’affluenza crollerà. Il ripristino delle preferenze potrebbe arginarla un po’.

    Comment di alessandro — 3 Dicembre 2014 @

  5. Stante che l’analisi migliore sulle cause dell’astensionismo secondo me è questa:

    https://www.youtube.com/watch?v=gMOXth8TKb0

    qui da Reggio posso dirti che almeno per quanto riguarda il PD – gli altri partiti li ho guardati poco, ma in sinstesi M5S impegnato a suicidarsi specie in Emilia, FI e zone limitrofe qui nati morti, la Lega una realtà minoritaria ma tutto sommato consolidata a livello locale – la rosa dei candidati fra cui scegliere era sufficientemente variegata da permettere a chi sapesse che si votava e ci vedesse un senso sia pur minimo di andare e scegliere senza necessariamente doversi turare il naso. nella rosa solo una consigliera uscente che non mi risulta coinvolta nei recenti scandali e poi il solito: renziani della prima seconda e terza ora, l’outsider civatiano che fa chic e non impegna, gli esponenti di apparato locali o meglio i loro uomini, la giovane catto-renziana DOC… insomma c’era un po’ tutto sullo scaffale. Alla fine penso che quello che è costato caro al PD è il fatto che mentre l’apparato locale si è prontamente spostato su Renzi, la base storica ha invece molto poco metabolizzato la renzificazione del PD emiliano e non riconosce più il partito per cui comunque si votava a prescindere.

    Due ultime note. (1) qui davvero molti non sapevano che si votava, il disinteresse così esteso per la politica è la vera novità in zona e (2) frequentando abbastanza regolarmente la lettura dei quotidiani mattutina nel bar, mi ha comcolpito molto come l’unica cosa davvero notata fosse non tanto l’uso di soldi pubblici per spese private ma la natura di alcune di queste spese. Il tema non era: “X ha usato soldi pubblici per farsi i fatti suoi” ma era “X usa il dildo”. Ah, la provincia….

    Comment di GioCar — 4 Dicembre 2014 @

  6. Grande Makkox.
    Di tutte le cose che dici la più preoccupante è che molti non sapessero delle elezioni. Se in Emilia Romagna il disinteresse e la lontananza dalla politica sono a questi livelli posso immaginarmi come vada nel resto d’Italia.
    Qui in Liguria si vota a marzo e il Csx continua a spostare la data delle primarie, il Cdx comincia a parlare ora senza grande affanno del candidato da scegliere. Qualcosa mi dice che non andremo lontani dalla vostra affluenza.
    Quanto ai commenti da bar… direi che tutto il paese ormai è provincia :-)

    Comment di alessandro — 4 Dicembre 2014 @

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