Due minuti surreali nella puntata di sabato scorso de “L’eredità”, il giochino in preserata su Raiuno. Uno di quei programmi che ormai fanno venire la nausea a qualsiasi under 80 che possa ancora chiamarsi sano e psicofisicamente stabile.
Una bella concorrente, già miss Sardegna e finalista a Miss Italia qualche anno fa, si cimenta in una prova sui congiuntivi. Sarebbero venti in tutto quelli da indovinare, il presentatore riesce a proporne solo sei a causa dei ripetuti errori. Va bene, è andata nel pallone. Ma non si spiega solo così. L’impressione è che non abbia la minima idea di come si forma un congiuntivo. Anzi sembra che tenti di formare un passato remoto.
(Se non funziona il puntamento al minutaggio preciso: da 11:13 per due minuti circa).
Non voglio infierire. La ragazza non sembra neanche antipatica o presuntuosa. Voglio solo dire che sono preoccupato per il caro congiuntivo. Io gli voglio bene. Come a un amico. Un amico che ne sa, non un secchione. Si dà probabilmente il caso che molti insegnanti sbaglino a presentarlo come un alfiere della bella lingua e del parlare forbito. Non si meriterebbe di passare per un rampollo sfigato di una nobile famiglia decaduta: sono convinto che sia ben altro.
Tra i dieci e i quindici anni è uno stimolo concreto al ragionamento autonomo, è un invito a scoprire la complessità del pensiero e il rischio della soggettività, la responsabilità dell’io, dell’interpretazione. Un po’ devi picchiarti con lui anche quando hai le migliori intenzioni, anche quando non pensi (mentre sudi sul libro di grammatica) di eliminarlo quanto prima dalle tue conversazioni e dalla tua vita. Però è una lotta da cui si esce un po’ più uomini, un po’ più consapevoli.
Il congiuntivo non è un obbligo, è un’opportunità. Posso dire molto (non tutto) facendo a meno di lui; ma che io dica qualcosa scegliendo di prenderlo a braccetto, di portarlo correttamente con fierezza nella mia conversazione aiuta a essere uomini migliori. Il congiuntivo non è sufficiente a essere buoni e valorosi; ma se sei buono e valoroso non penso che tu possa snobbarlo.
Dai, mia cara miss bella e simpatica, non offenderti. Hai tutto il tempo e le carte per adornare la tua bellezza con la classe, l’eleganza, la signorilità, ma soprattutto con l’intelligenza, la fedeltà e il valore di un buon congiuntivo. E diciamolo, anche lui ti merita, non è il primo che passa e ti fischia qualche volgarità per strada. Cercherà di conquistarti dando il meglio di sé e porterà in dote un’eredità che è ben più importante di un gioco televisivo. Ti sarà compagno devoto e fedele, non svicolerà con qualche condizionale. Che possiate vivere insieme felici per sempre.
La sventurata non ci ha capito niente. Alla fine sorride e conclude: “Va benissimo così!”.
Comment di Galliolus — 22 Novembre 2013 @
Io sanguino ad ogni congiuntivo mancato o storpiato; sono la vera rompicoglioni casalinga della forma verbale.
Però dai, il giochino finale dell’eredità è carino, a noi in famiglia CI piace! :-D
Comment di lullaby — 25 Novembre 2013 @
sì, posso anche concederlo. sono io che non reggo più qualsiasi quiz televisivo o programma di intrattenimento di quel genere. quella volta mi sono trovato davanti alla tv, impossibilitato sia a fuggire sia a cambiare canale. ma davvero non reggo più quel tipo di televisione.
Comment di alessandro — 25 Novembre 2013 @