Cronachesorprese

1 Febbraio 2013

Chiarefrottole

Filed under: ratzie stories — alessandro @

Non ci vuole un genio, basta aver seguito anche distrattamente la vicenda cominciata in piazza San Pietro il 13 maggio 1981 per capire che Ali Agca non è più credibile da tempo. Non è necessaria quindi una lettura approfondita per capire che un libro basato su un’intervista a lui, che esce per di più nel 2013, non ha molto di sconvolgente da rivelare. La scelta editoriale di Chiarelettere è dunque precisa: vendere. Non venderà a me, ma comunque venderà grazie ai canali e alle sinergie ormai consolidate e naturalmente grazie all’immancabile passaparola social.

Come era prevedibile la risposta del Vaticano non si è fatta attendere, e mi sembra che ci sia poco altro da dire.

Non posso evitare comunque di notare che certe regole si applicano sempre a senso unico. Nel 2006 Ratzinger ha tenuto una lezione universitaria a Regensburg in cui ha fatto una citazione di un autore bizantino che parlava male dell’Islam. Questa citazione è diventata, su tuttti i giornali, il pensiero del papa. Come dire: se io cito Hitler chiunque può prendere il mio discorso, fare un copia incolla e attribuirmi il pensiero di Hitler. Oppure come dire (questo, vi sembrerà incredibile, ma c’è qualche sprovveduto che lo sostiene davvero) che siccome Hitler era battezzato la responsabilità di tutto ciò che ha fatto è ascrivibile alla sua “fede cattolica”. E chi sostiene una fesseria simile viene anche applaudito in pubblici consessi.

Quindi nel 2006 che successe? Apriti cielo: il Papa istiga alla violenza i fondamentalisti islamici, è il prologo di una guerra di religione e dei mondi, e via abbaiando. Anche quando Ratzinger, in via del tutto eccezionale, fece le ovvie precisazioni coprendo di ridicolo la stampa di mezza Europa per il credito dato a un lancio di agenzia fatto male, le proteste non si placarono. Gli argomenti usati per tener viva una polemica surreale furono risibili quanto gli svarioni che l’avevano fatta accendere: “ma come si arrampica sugli specchi il Santo Padre”, “ma cosa vuoi che capisca un fondamentalista islamico di queste sottigliezze”. Bestialità così, non solo sputazzate nei bar tra amici un po’ alticci ma anche sostenute con serietà e sussiego in paludati editoriali. Il nuovo laicismo militante sta perdendo gradualmente il senso della realtà e del ridicolo, e ne ho vagonate di conferme ogni giorno anche tra amici e conoscenti.

Ora invece esce questo libercolo che spiega per filo e per segno che il mandante dell’attentato al Papa è stato nientemeno che l’Ayatollah Khomeini. Questo non è pericoloso? Questo non è incitamento alla violenza? Una casa editrice permette che un ciarlatano conclamato, che ha cambiato decine di volte la versione dei fatti a seconda di come girava il vento, accusi un capo politico e religioso che non era certo un tipo raccomandabile, ma era pur sempre uno che in Iran dettava legge. E le cose da quelle parti non è che siano migliorate dopo la sua morte, anzi. Però nessuno grida allo scandalo, nessuno chiede di ritirare quel libro in nome della pace e del dialogo interculturale e interreligioso. Eppure cosa volete che ne sappiano i fondamentalisti islamiici di quanto è poco credibile Ali Agca.

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