Cronachesorprese

11 Febbraio 2013

Polvere di Ratzie

Filed under: ratzie stories — alessandro @

E così sembra che la categoria di questo blog dedicata al primo grande pontefice eletto nel nuovo millennio sia destinata ad andare in archivio per sempre. Un po’ mi dispiace. Questa giornata, che sembrava dovesse essere ricordata per una nevicata più abbondante del solito, passerà alla storia per ben altri motivi; in ogni caso oggi “il bianco” fa notizia.

Perché non lanciarsi in qualche previsione azzardata sul successore o in qualche spericolata dietrologia? Questo stanno pensando tutte le redazioni del mondo. Avranno più o meno un mese di tempo per tirar fuori di tutto e di più. I più pigri si sono subito fiondati sulle solite Profezie di Malachia che, non si capisce per quale motivo, da quando ho cominciato a leggere i giornali ho sempre visto trattate con un sussiego e un riguardo particolare da giornalisti abituati a saltare alla giugulare del Papa un giorno sì e uno no. Progressismo e razionalismo a singhiozzo.

Un dispiacere venato di curiosità per il futuro ha attraversato tutta la mia giornata. Mi sono chiesto perché, come molti. Ho fatto questa classifica di motivi.

1 – Ratzinger ha vissuto da vicino, come uno dei principali collaboratori, il declino fisico del suo predecessore, sopportandone in misura non indifferente il peso. Ha pensato che non se la sentiva di percorrere la stessa strada.
2 – Ciò che è successo negli ultimi due o tre anni deve aver avuto un peso. Ha messo in cantiere grandi cambiamenti, ma non è stato seguito adeguatamente all’interno, mentre all’esterno il suo impegno non è stato riconosciuto. Ha fatto tutto il possibile, fin da cardinale, per contrastare il fenomeno della pedofilia; nonostante ciò è stato additato, contro ogni evidenza, come il principale artefice degli insabbiamenti, mentre è vero il contrario. Ratzinger ha dato un giro di vite decisivo prima da Prefetto per la Congregazione della Fede e poi da Pontefice. Ma sono in pochi a saperlo e a riconoscerlo. In un mondo in cui la comunicazione è sempre più importante ma in cui la comunicazione è condizionata da logiche di immagine molto superficiali il Papa si chiede se sia il caso di continuare. Non è evidentemente il merito a garantire un’immagine positiva: magari il prossimo conclave riuscirà a identificare un successore che non solo faccia bene come lui, ma sia anche in grado di comunicarlo meglio di lui. Se questo è uno dei fattori che ha pesato sulla scelta possiamo immaginare quanta amarezza comporti.
3 – In ogni caso l’età avanzata sta diventando un handicap troppo evidente per un papa. Deve girare come una trottola in tutto il mondo, deve rispondere con vigore agli attacchi dall’interno e dall’esterno. Come è stato opportuno mettere un’età limite per i cardinali elettori così credo che sia opportuno che il gesto di oggi di Ratzinger divenga non un obbligo, ma almeno qualcosa di normale. Ottant’anni in molti casi sono troppi per fare il papa. Poi non si può mai dire e deve essere solo il papa a decidere.

Ratzie comunque sa, fin dal giorno dell’elezione, di essere un papa di transizione. Troppo imponente la figura del suo predecessore. Anche lì: Ratzinger era il braccio destro di Wojtyla nelle questioni cruciali di fede e di disciplina, era stato investito di compiti difficilissimi e godeva della piena fiducia. Da questo punto di vista quindi era il successore naturale. Ma un papa “santo subito” non si rimpiazza da un giorno all’altro. Se un pontefice è cosciente del compito che gli è stato dato, Ratzinger è sempre stato cosciente di essere un successore e un precursore. Il successore l’ha fatto fino in fondo, ora spera di poter essere anche un precursore esemplare. Se c’è un significato mistico profondo di questo momento storico è un invito a guardare “più in là”, a leggere la natura di segno della Chiesa (e della realtà). Proprio all’inizio della Quaresima. C’è bisogno di silenzio.

4 Comments »

  1. 1. Io penso sia un atto anche molto tedesco; e una volta capita in questi termini la cosa, è per questo persino criticabile.
    2. “Essere in grado di comunicare meglio” oggi è una delle chimere con cui cerchiamo di rispondere ad un problema oggettivo, cioè che per avere successo in certi casi devi avere torto. Inutile affannarsi a cercare qualcuno che incontri i favori del pubblico, il sistema mediatico è troppo drogato.
    3. Credo l’atto più importante in assoluto che possa fare Ratzinger da qui a fine mese, dovrebbe essere un discorso in cui con molta enfasi chiarisca che è fondamentale per la Chiesa non mettere limiti di età al papa, che la rinuncia è e deve essere un atto volontario, non deve subire pressioni, non deve valere come prassi, non deve essere strumentalizzato dall’esterno per richiedere di trattare il papato come fosse una carica come altre, dipendente da ragionamenti di efficienza, immagine, vigore attivistico. O per pretendere una “modernità”, un aggiornamento…

    Comment di AlphaT — 12 Febbraio 2013 @

  2. Caro Alessandro,
    aspettavo il tuo commento su questa importante notizia e come al solito, soprattutto quando parli di cose di fede, non mi deludi. La tua terza ipotesi e’ quella a cui ho pensato immediatamente anch’io, ma certo non si limita a quello, ci deve essere per forza anche qualcosa di piu’ profondo e le tue parole mi fanno meditare.
    Un saluto caro
    La mamma di F.

    Comment di Marina — 12 Febbraio 2013 @

  3. Grazie Marina, lei è troppo buona, come sempre. Un saluto a F. e naturalmente anche alle sue due care L. :-)

    Comment di alessandro — 12 Febbraio 2013 @

  4. […] Oggi è un anno dall’annuncio di rinuncia al soglio di Benedetto. […]

    Pingback di Cronachesorprese » Ratzie memories — 11 Febbraio 2014 @

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