Come può essere credibile una forza politica (perché tale è, a tutti gli effetti) che da una parte dichiara di fondarsi sul principio dell’ “uno vale uno” e da un’altra parte lapida pubblicamente chiunque da “uno” agisca, mettendoci la faccia?
Le indicazioni di Grillo sull’uso dei media sono indicazioni, consigli o sono tavole della legge? Se un eletto non può decidere autonomamente se andare in tv o no, che ne è del modello di “rete”? In una rete ogni nodo è sì connesso agli altri, ma autonomo. Pre-esiste alle connessioni orizzontali con gli altri nodi. La vicenda Salsi è l’ennesima, stridente contraddizione di un partito (sì, un partito: una forza politica come quelle di cui parla la Costituzione, non è una brutta parola) che, per come la vedo io, nasce male. Quando saranno alla Camera, al Senato e nelle commissioni parlamentari i grillini (sì, li chiamo così, visto che l’editto che vieterebbe di farlo non ha ancora forza di legge) continueranno a crogiolarsi in questa pretenziosa separazione? Gli antinotabili saranno irraggiungibili, imboscati come quei notabili che vorrebbero cacciare.
Una prova? Proprio oggi il ministro Elsa Fornero, non proprio un idolo dei grillini, ha rifiutato il confronto con i giornalisti con motivazioni del tutto simili a quelle con le quali si “consiglia” ai cinquestelle di non andare in televisione e di snobbare il confronto con i media. Gli estremi, come sempre, si toccano.
Ma poi per quale motivo sarebbe democratica, sarebbe accettabile questa pretesa di dominare le narrazioni concorrenti? Questa è davvero una novità assoluta nella politica italiana (in quella repubblicana, intendo), ma non è una bella novità. Nessun altro partito o movimento si è mai posto così, anche quelli caratterizzati come il Cinquestelle da leadership carismatiche. Ieri, per fare un altro esempio di stretta attualità, Report ha sparato a zero sul movimento di Comunione e Liberazione. I ciellini hanno spesso protestato, in oltre trent’anni di rapporti tesi con una stampa mediamente ostile e prevenuta nei loro confronti, contro schematismi e semplificazioni. Non poche volte a ragione, come del resto anche Grillo spesso non ha torto quando protesta contro giudizi un po’ troppo sbrigativi. Ma non hanno mai preteso di azzerare le narrazioni ostili: hanno invece cercato di far “giocare” una narrazione concorrente, sperando che fosse giudicata più ragionevole e persuasiva delle altre. I grillini no, vogliono condizionare e possibilmente annullare il dibattito su di loro.
La geniale immagine è stata presa da Valigia Blu
Io gli risponderei: “Non vi volete chiamare grillini? Allora vi posso chiamare casaleggiotti, oppure qualunquisti…”
Comment di AlphaT — 7 Novembre 2012 @
Ottimo post!
Comment di Clio — 21 Novembre 2012 @