Cronachesorprese

20 Settembre 2012

Perché non vedrò Bella addormentata

Filed under: lo spettatore indigente — alessandro @

Non al cinema, almeno. Forse tra un annetto me la scaricherò con il Mulo. Come ho fatto con Habemus Papam (e vivaddio se ho fatto bene: che film inutile…)
In un’intervista al Corriere Mercantile di ieri Bellocchio dice:

Sul caso Englaro non c’è stata una contrapposizione netta fra laici e cattolici

Vero.

Anzi ci sono stati credenti come il senatore Marino che si sono subito schierati dalla parte di Peppino Englaro, portando avanti una battaglia sul “fine vita mai, che non obblighi all’accanimento terapeutico contro la volontà del malato.

Anche questo è vero.

Su quest’argomento si potrebbero citare le morti del Cardinal Martini, che scelse proprio di non subire questo tipo di trattamento, e di papa Wojtyla. Il film non è sull’essere pro o contro l’eutanasia.

E questo invece non mi sta bene. Non è accettabile che Bellocchio, che si è preso la responsabilità di fare un film su una vicenda così delicata che ha lacerato così profondamente le persone (sì, le persone, non le parti politiche), si presti ad amplificare questo equivoco. I casi di Martini e Wojtyla non hanno niente a che vedere con quello di Eluana Englaro, e non sto a ripetere le buone ragioni che sono state già esposte molto bene altrove. Bellocchio non lo sa? Può forse non saperlo? “Non si può semplificare”, dice. Ma porgere questo paragone non è ugualmente semplificatorio, se non mistificatorio?
Non andrò a vedere Bella addormentata. E non perché sono “cattolico integralista”, non perché non voglio neanche sentire certe cose. Non è per il film, che può avere anche delle qualità artistiche, ma è per come il regista sceglie di porsi. Ha forse idee diverse dalle mie sul problema enorme del fine vita, ma non è questo che mi allontana dai lui e dal suo cinema. Non voglio assentire alla sua mistificazione di base. Un conto è l’accanimento terapeutico (quello che ha rifiutato Martini e, sembra, prima di lui Wojtyla); un conto è l’eutanasia.

Mi sta anche bene discutere su cosa sia l’accanimento terapeutico, mi sta bene prendere a ipotesi che una condizione come quella di Eluana possa essere in qualche modo “inventata” da tecniche mediche che forse mettono la tecnologia davanti alla necessità di cura. Ma è solo un’ipotesi. Per ora il dato certo è che il Cardinale Martini era in punto di morte, Eluana era viva. Non si deve semplificare. Non si deve tagliare corto su questi argomenti. Non c’è una scelta totalmente salvifica in questi casi: c’è un dolore grande che va accompagnato con tutta l’umanità che riusciamo a mettere in gioco. E non c’è mai un caso uguale a un altro.

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