Cronachesorprese

5 Settembre 2012

Dell’avanti e dell’indietro

Filed under: cronache — alessandro @

Il titolo “Chiesa indietro di duecento anni” non poteva che avere una grande fortuna. Come ha fortuna giornalistica qualsiasi affermazione di uomini di chiesa risulti in contrasto con quanto la Chiesa dice, afferma, sostiene ufficialmente (e collegialmente, nella maggior parte dei casi).
Nell’ultima intervista al Cardinale Martini però non ho trovato soltanto la riproposizione di alcune sue posizioni che non mi sono mai piaciute. Ho trovato soprattutto una sincera, amorevole preoccupazione per il destino della Chiesa. Martini percepiva l’essere “indietro” come una difficoltà a raggiungere gli uomini prima che come una necessità di aggiornamento. E soffriva da pastore per questo. Non è l’adeguamento al mondo che preoccupava il vecchio gesuita, ma l’essere compagnia efficace agli uomini.

Mi sembra una precisazione importante. Poi si potrà dire, come ha fatto Antonio Socci all’Infedele lunedì, che Martini non aveva una grande preparazione filosofica. Quell’ “indietro”, del resto, stride troppo. L’hanno sottolineato lo stesso Socci, il cardinale Ruini e altri: non sono categorie che si possono applicare alla Chiesa. La dialettica conservatori progressisti è una falsa dialettica. Ne hanno bisogno i giornali, ne ha bisogno purtroppo anche una parte dei fedeli, ma con la realtà vera della Chiesa non c’entra. Non è uno strumento utile e adeguato a capire. La Chiesa “deve” stare indietro in un certo senso, e non è mai abbastanza indietro perché deve tornare continuamente a un certo momento che ha cambiato il corso della storia e di cui è custode. E se molti mettono davanti a questa necessità e urgenza domande che solo in apparenza sono più urgenti (la ben nota categoria diabolica del “Sì, ma”: “Sì vabbé, incarnazione e resurrezione ok, ma la contraccezione? L’omosessualità? L’eutanasia? La comunione ai divorziati risposati?”) non si può che rispondere che no, queste domande non possono essere più urgenti. Saranno anche importanti, ma se si raggrumano in un “avanti” che vuole giudicare quell’ “indietro” non sono e non potranno mai essere un progresso.

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