Cronachesorprese

22 Novembre 2011

Il Governo Millechiodi

Filed under: cronache — alessandro @

millechiodi
Devo ricordarmi di passare da un ferramenta a comprare del millechiodi. Ho un portafaretti che va fissato al soffitto in tre punti diversi. Il sistema di fissaggio mi è parso subito cervellotico, ma ormai l’avevo comprato e ho proceduto ugualmente, circa un anno fa, all’installazione. È probabile che non l’abbia fatto a regola d’arte, visto che uno dei due fissaggi più esterni ha ceduto e ora uno dei due snodi penzola desolatamente abbassando di circa venti centimetri il cono di luce del faretto da un milione di euro che si porta appresso.

Che fare? Ho provato a fissare nuovamente al soffitto il peduncolo che contiene la vite tipo fischer, ma senza successo: probabilmente la filettatura è spanata, non tiene più. Due opzioni: o cambio lampadario o ci metto una pezza forzando con qualche espediente extraprogettuale (in genovese “tappullo”), tipo il millechiodi, il peduncolo ad aderire nuovamente al soffitto. Chiamerò la prima soluzione politica, la seconda tecnica.

Non che la soluzione tecnica non possa avere dignità strategica. Ma difficilmente la potrò comprendere in una visione progettuale di ampio respiro. Il millechiodi mi leva dall’imbarazzo, mi fa risparmiare tempo e soldi nell’immediato. Non devo comprare un nuovo portafaretti. Non subito almeno, e forse per anni. Ma la soluzione tecnica mi costringe, mi incolla, e non a un progetto che per un motivo o per l’altro ha mostrato dei difetti, ma addirittura a una sua variante pasticciata.

Lo so quale è il vero problema. La politica latita da tempo dal mio appartamento. Se devo essere onesto l’acquisto del portafaretti non è stato molto ponderato. Mi sono lasciato sedurre dalla propaganda svedese e non sono andato a verificare né le altre offerte politiche né la vera conformità del prodotto acquistato alla mia necessità.

Potrei pensare: ma se il millechiodi risolve il mio problema, i politici dei lampadari che ci stanno a fare? Non ne ho bisogno. Sicuramente il portafaretti che ha ceduto sarà stato progettato da un incensato mago svedese del design fintopopolare che si sarà fatto eleggere progettista promettendo chissà quale illuminante rivoluzione, e ora guarda il risultato. Allora mi affiderò soltanto a tecnici rudi, sbrigativi, che sanno il fatto loro e non ti incantano con magiche esposizioni. Tanto si sa che un conto è una luce in un’area espositiva, un altro è la stessa luce nel tuo triste tinello. Il governo tecnico che usa prodotti economici e bruttini ma robusti, e all’occorrenza il millechiodi, va più che bene.

Eppure una vocina mi dice che poteva andare diversamente. E anche se il meglio è sicuramente nemico del bene, niente impedisce che al prossimo giro il bene attuale non possa essere un po’ più vicino al meglio della volta precedente. Ora procedo con il millechiodi. Poi però, appena possibile, rivedrò tutto il piano di illuminazione della mia casa. Metterò da parte le risorse necessarie, comprerò portafaretti o lampadari diversi. Non so quando lo farò. L’importante è che non mi dimentichi mai che il millechiodi mi ha solo tolto dall’imbarazzo e non ha davvero risolto nulla. E che il progetto, e la politica, sono un’altra cosa.

8 Comments »

  1. grandissimo post! sono assolutamente d’accordo su tutto

    Comment di Imbarco — 23 Novembre 2011 @

  2. sai, anche riprogettare la politica dell’illuminazione è una questione tecnica. E se decidi per la soluzione politica, ti serve la tecnica per attuarla (appendere bene il faretto nella fattispecie). Il mondo è della tecnica, è inutile…

    Comment di Tambu — 23 Novembre 2011 @

  3. ecco, adesso il faretto è appeso.
    clic. e funziona.
    e allora vedi…

    Comment di estrellita — 23 Novembre 2011 @

  4. certo, la tecnica deve esserci sempre. ma la politica è quella che dice alla tecnica cosa fare in base a un disegno. potevo comprare decine di portafaretti diversi, ognuno portatore della sua soluzione tecnica. ho scelto quello.

    Comment di alessandro — 23 Novembre 2011 @

  5. è il contrario. E’ la tecnica che dice alla politica cosa si può e non si può fare delle sue richieste. Sennò si farebbero siti rotondi, te lo ricordi? (oppure i buchi di bilancio o le leggi che vanno corrette dopo una settimana) :)

    Comment di Tambu — 23 Novembre 2011 @

  6. no, c’è un passaggio in più. i siti rotondi sono una risposta sbagliata a una necessità che però è raccolta e promossa dai politici, non dai tecnici. la politica indica gli obiettivi, la tecnica dice cosa si può e cosa non si può fare, la politica fa allora un’ipotesi progettuale, la tecnica aggiunge le sue specifiche, la politica approva e valuta poi risultati e feedback.

    Comment di alessandro — 23 Novembre 2011 @

  7. Mi raccomando, quando farai i nuovi acquisti controlla prima lo spread (differenza tra portafaretti svedesi e quelli italiani)!

    Comment di Rosanna — 25 Novembre 2011 @

  8. :-D sarà fatto, rosanna

    Comment di alessandro — 28 Novembre 2011 @

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