Cronachesorprese

3 Settembre 2010

La falena Hawking

Filed under: cronache,tutto considerato — alessandro @

Hawking mi fa un po’ pena. E non certo per la sua menomazione. Mi fa pena perché da più di vent’anni si arrabatta a spiegarci che Dio non è necessario a spiegare l’universo. L’aveva già detto in maniera meno clamorosa nei libri precedenti (Dal Big Bang ai buchi neri, Breve storia del tempo). Ora, nel libro che uscirà a giorni (The grand design), lo dice più apertamente: la fisica spiega tutto, anche la creazione. La creazione spontanea. Forte.

Il lettore distratto penserà: eh, ma se stavolta lo dice così, apertis verbis, vuol dire che ha fatto megaricerche con gli stracazzi e ora è arrivato a capire. Ci ha messo vent’anni e più, ma c’è arrivato.

None. Sbagliato. Non ha fatto un passo in avanti, e lo dico ignorando qualsiasi nozione di astrofisica. Non l’ha fatto perché, semplicemente, non può farlo. Perché quella strada, o meglio quella scorciatoia dalla fisica all’Altro che lui pretende di percorrere, non esiste. E questo lo sanno tutti, lo sa chiunque applica la ragione al problema. Fisici e premi nobel di ogni sorta non ne sanno una virgola di più del mio calzolaio.

Per questo dico che Hawking assomiglia tanto a una falena, che si intestardisce e sbatte contro la luce artificiale pensando che sia un varco verso qualcosa. La luce che abbaglia Hawking è del tutto artificiale, è la scienza. Trovo esemplare della mossa della falena l’esempio che hanno riportato i giornali. Poi magari il suo libro non sarà così semplice e sbrigativo, non mi stupirebbe. Ma non mi stupirebbe neanche scoprire che questa è l’ennesima furbizia di uno scienziato fin troppo consapevole di ciò che verrà ripreso e amplificato dalle agenzie di stampa e dai giornali. Questi annunci sono la sua pietra filosofale. Ma se fosse così non mi farebbe neppure più tanto pena. Rompiti ‘a capa, falena.

L’argomento, dicevo, è questo: poiché c’è la legge di gravità non c’è bisogno di pensare a un’altra causa della creazione dell’universo. Che è come dire, poichè la fisica ha le sue leggi che la spiegano, le stesse leggi sono anche causa del mondo fisico. Analogamente potrei dire che uno stato esiste perché ha le sue leggi. Non ne sono sicuro (ci devo pensare ancora un po’), ma credo che sia un errore logico classificabile come petitio principii.

C’è poi un’altra fantastica elucubrazione fuoriuscita dai mal di testa della falena di cui ci mettono a parte le anticipazioni giornalistiche. Dice più o meno così: “Se lo scopo di Dio era creare l’uomo, perché ha creato anche tutto il resto?” Che spreco! Se Dio esiste non è ecocompatibile…
Su questa in particolare, per una risposta un po’ più utile delle mie considerazioni semiserie, rimando volentieri all’articolo di Stefano Zecchi.

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9 Comments »

  1. veramente hawking ha detto che Dio non è necessario a spiegare l’origine dell’universo perchè ci pensa già la fisica. E’ un po’ diverso dal dire “Dio non esiste”. Per uno scienziato è una questione importante: la scienza continua a riuscire a descrivere gran parte del mondo senza doversi appellare all’imponderabile e al soprannaturale. Per me questa è un’ottima prova dell’esistenza di Dio. Un Dio matematico, non cialtrone e che non ha bisogno di mettere in giro prove della sua esistenza. piu’ buono di cosi’ :)

    Comment di alessio — 3 Settembre 2010 @

  2. certo, hawking ha detto che dio non è necessario. non mi sembra di avere scritto qualcosa di diverso.
    ma affermare che dio (intendi: una causa non fisica dell’universo fisico) non è necessario a spiegare l’origine dell’universo è un’affermazione ascientifica che non può essere provata scientificamente. ed è questa la pretesa di hawking. e non serve a liberare la scienza: la scienza è perfettamente libera senza dover assumere questo postulato indimostrabile.
    la scienza descrive tranquillamente non gran parte, ma *tutto* il mondo senza “appellarsi” al soprannaturale. ma la questione dell’origine è una questione filosofica, non scientifica. la scienza può dire molte cose su come è fatto il mondo e su come è evoluto. non dirà mai niente sul passaggio dal nulla all’essere.

    comunque tu voglia considerare la questione, dio non ha bisogno di “mettere in giro” prove della sua esistenza :-)

    Comment di alessandro — 3 Settembre 2010 @

  3. in effetti fa un po’ impressione che hawking non colga la differenza fra il Dio motore primo di cui parla lui e il Dio amore che esula dalla competenza di uno scienziato. Sono due parole che indicano entità differenti. La frase “Se lo scopo di Dio era creare l’uomo, perché ha creato anche tutto il resto?” lascia intendere che Hawking combatta ancora contro un’idea di Dio antropomorfa, con un’intelligenza umana, il Morgan Freeman di “Una settimana da Dio”, il vecchio con la barba della Cappella Sistina. una volta che si chiarisse questo punto, le sue ragioni non muterebbero di una virgola, ma forse le esporrebbe con meno malizia.

    Comment di alberto — 5 Settembre 2010 @

  4. Io su Hawking non commento, sennò dico solo cattiverie…

    Volevo solo dare un avviso per le teste d’uovo di Repubblica e i giornalisti di buona volontà. Sia chiaro una volta per tutte, nessuno considera Hawking l’erede di Newton. È vero che occupa la stessa cattedra, ma quello è un posto di lavoro, non una onoreficenza: negli ultimi secoli è stata sempre occupata da qualcuno. Non tutti i numeri 10 del Napoli sono eredi di Maradona.

    Comment di Galliolus — 6 Settembre 2010 @

  5. Amedeo Balbi dice che l’uscita di Hawking rientra nel genere “infiniti universi”, che da sola vorrebbe spiegare la mancanza di Dio generatore. E la faccenda delle leggi che fanno lo Stato (o l’universo) si spiegherebbe solo come combinazione di inifiniti elementi che in alcuni casi generano “cose”, in altri il nulla totale.

    Comment di Tambu — 7 Settembre 2010 @

  6. l’ho letto l’articolo di balbi (non so se ti riferisci a quello sul post) e onestamente lo trovo quasi più irritante delle anticipazioni sul libro di hawking. scrivere che qualcuno pensa che “il big bang sia l’ultimo rifugio” per l’intervento soprannaturale, o “i teologi sono cervelli sottili, e dopo ogni rivoluzione scientifica sono sempre riusciti a far sopravvivere l’idea che esista un creatore, adattandola al nuovo scenario” non è indice di grande considerazione per il pensiero non scientifico.
    significa quantomeno non aver capito che l’intervento soprannaturale non si limita a un momento originario. il punto è che l’universo (o gli infiniti universi: la questione non cambia e uno scienziato che pensa che la questione della creazione cambi ipotizzando universi infiniti mi chiedo sinceramente in quale degli infiniti universi abbia perso la testa…) non sta in piedi da solo. nel linguaggio della vecchia filosofia si chiama “contingenza”. il che non vuol dire che ci siano dei fenomeni che la scienza non può indagare e spiegare. perché la creazione, che è un atto fuori del tempo e quindi efficace sull’intero tempo e spazio (o anche sulle dimensioni ulteriori che non rientrano nella nostra percezione), non è un fenomeno, e quindi non si può indagare scientificamente, la si può considerare solo per via speculativa.
    non c’è nessuna necessità di “ultimo rifugio”. sarebbe ora di piantarla di pensare a una scienza che mette in un angolo tutto il resto.

    Comment di alessandro — 7 Settembre 2010 @

  7. Balbi è molto più chiaro (e a mio parere condivisibile) sul suo blog.

    Il problema è che questa gente parla di un dio rispetto al quale sono convintamente ateo.

    Comment di Galliolus — 8 Settembre 2010 @

  8. Concordo con Galliolus che il Balbi 2 (quello del blog) è decisamente condivisibile, sia che uno sia di tipo (a) come il sottoscritto (che in dio non crede e della fisica umana poco assai si fida) che di tipo (b). Certo alcune cose sono tagliate con l’accetta (per esempio se da un lato l’idea che i teologi parlino di creazione come “atto che sostiene l’essere” mi suona sensata, la spiegazione utilitaristica che Balbi ne da (così qualsiasi nuova scoperta faccia la fisica cascano sempre in piedi) mi pare davvero un po’ pretestuosa. In generale a me sta benissimo che i fisici parlino di dio, e i teologi o i credenti parlino di fisica, però secondo me dovrebbero farlo nel tempo libero. E in quei casi mi viene da ascoltarli come quegli opinionisti di porta a porta che stanno lì non perché competenti su qualcosa ma solo perché “famosi”. Se voglio capire qualcosa di un argomento complesso come dio o la fisica l’attenzione la dedico al teologo che parla di dio ed al fisico che parla di fisica.

    Comment di GioCar — 8 Settembre 2010 @

  9. anche il balbi 2 non mi convince, per i motivi che ha detto giocar ma anche per altri.
    io mi sento molto di tipo C.

    Comment di alessandro — 14 Settembre 2010 @

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