Cronachesorprese

6 Dicembre 2009

Dei delitti e delle onde

Filed under: cronache — alessandro @

Non ho seguito le vicende processuali di Perugia con sufficiente attenzione per essere arrivato a una mia idea, o sensazione, o impressione sull’innocenza o sulla colpevolezza di Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Se mi fosse capitato di incontrare i due giovani appena condannati all’uscita dal tribunale mi sarei di certo astenuto dal far arrivare loro segnali di sdegno o di esecrazione, come invece ha fatto qualcuno. Ma non l’avrei fatto neanche se ritenessi di aver raggiunto una mia “verità”. In ogni caso non mi sarei unito alla solita vigliacca folla giudicante alla quale non mi abituerò mai. Sarò sempre disposto a ragionare per capire come sia potuto succedere che abbiano ammazzato una giovane studentessa che non aveva fatto nulla di male, come sia potuto accadere un delitto che sicuramente non ha portato nessun vantaggio all’assassino, chiunque sia; non sarò mai disposto a sintonizzarmi con l’istinto al linciaggio, che mi fa schifo e paura quasi quanto ogni delitto possibile.

Noto un elemento comune tra amici e conoscenti che hanno commentato la sentenza di condanna: che abbiano o no le idee chiare su cosa è successo la sera del 1 novembre 2007 nella casa di via della Pergola a Perugia, che siano innocentisti o colpevolisti hanno fatto in vari modi un loro “investimento emotivo” sulla vicenda.
Due esempi opposti.
Una mia amica scrive su Facebook:

penso ai miei 20 anni e penso che m’è andata bene. come amanda e raffaele ho fumato, ho bevuto, sono andata ai rave, ai concerti, sono diventata amica di persone conosciute per caso, ho dormito da pseudoamici dall’altra parte del mondo, ho accettato passaggi alle 5… e altro. prima di vedere degli assassini io rivedo la leggerezza dei 20 anni. che certi pubblici ministeri non capiscono perché non li hanno mai vissuti

Un altro amico invece mi ha mandato un sms (conoscendolo penso che l’abbia mandato a molti altri, a mo’ di newsletter):

Here’s to you Nicola and Barth… Dai tempi di Sacco e Vanzetti aspettiamo che ingabbino un americano. N&B, Mario Nonricordochi giustiziato per aver violentato e ucciso la donna, lo sperma però era di uno yankee; l’omicida di Calipari; quei soldati che hanno tagliato il cavo della funivia volando basso; e non so quanti altri… Vai Amanda!

Sento che i miei amici hanno entrambi qualche ragione per il loro investimento emotivo. La prima nota che, comunque siano andate le cose, chi è convinto della colpevolezza insiste sempre troppo su certi “stili di vita” come se fossero di per sé pregiudiziali o indizi di colpevolezza, insomma elementi concreti da cui muovere per giudicare. Il secondo reagisce indispettito alle critiche che sono arrivate oltreoceano al funzionamento della giustizia italiana… e cavolo, da che pulpito.
Due onde. Due onde emotive contrapposte, che non si annullano ma aumentano la tempesta.

È davvero difficile il mestiere del giudice. Ma è difficile anche il mestiere del cronista giudiziario. Non dovrebbero mai tenere conto delle onde emotive che nascono in conseguenza del fatto che sono chiamati a giudicare o a raccontare, ma d’altra parte le loro scelte possono contribuire ad aumentare la risposta emotiva della gente. E poi c’è il comportamento degli imputati. È chiaro che la bella Amanda che si presenta a un’udienza con la maglietta “all you need is love” sta facendo comunicazione. Sta cercando di ingrossare l’onda a suo favore. Ma sta strumentalizzando o sta lottando con tutte le armi (poche, in fondo) che ha? Come faccio, da giudice o da cronista giudiziario, a passarci sopra? Anche senza farmi coinvolgere emotivamente, posso evitare di tenere conto di questo elemento per formare un giudizio? E anche nell’impossibilità di evitare di raccontarlo in una cronaca, riuscirò a relativizzarlo quel tanto da non far perdere al pubblico che mi guarda o mi legge il senso della vicenda processuale o lo cavalcherò come il vero fatto del giorno?
E insomma, alla fine perché parliamo tanto di alcuni delitti e non di altri? Perché per certi casi molti si fanno coinvolgere al punto da andare a insultare e sputare sugli imputati all’uscita del tribunale e per altri sappiamo a malapena che un dato giorno, magari a due passi da casa nostra, è successo qualcosa di molto brutto e di difficile spiegazione?

« Pagina precedente

Powered by WordPress. Theme by H P Nadig