Questo Garlaschelli mi sembra un personaggio abbastanza triste. È triste la spocchia con cui ha pensato che per fare una sindone “medievale” bastasse pucciare uno dei suoi studenti nel colore ocra e poi avvolgerlo in un lenzuolo. E poi impacchettare tutti i risultati di questa farsa in una bella presentazione da convegno scientifico. Se “scientifico” si può chiamare un convegno del Cicap, dove gli scetticoni più tronfi della penisola se la cantano, se la suonano e si battono le mani da soli.
Ho conosciuto personalmente uomini di medicina e di scienza, non credenti, che sono rimasti affascinati dalla Sindone e la guardano e la studiano (e a modo loro la contemplano), anche con sfida ma con il rispetto dovuto a una realtà che davvero sfida la scienza. Loro sanno bene che riprodurre la Sindone, ammesso che sia possibile, non può essere un gioco da baraccone. O da scettici. Ma forse nessuno ha mai spiegato ai cicappini che uno scienziato non è uno scettico: è un uomo che ha la preparazione, la sensibilità e l’intelligenza per porsi le domande giuste. E che è anche capace di commuoversi, quando i risultati delle verifiche rendono possibile la commozione.
Spero che sia chiaro a tutti che la “dimostrazione” che verrà raccontata ad Abano Terme nei prossimi giorni non ha niente di scientifico. Se qualcuno per caso avesse dei dubbi, legga quali sono i veri connotati della Sindone che nessuno è mai riuscito a riprodurre in uno stesso oggetto. È assodato scientificamente che la Sindone non è un dipinto, un calco o un’impressione paratipografica e Garlaschelli usa una tintura ocra per fare un calco; è scientificamente dimostrato che il sangue e il siero si sono depositati sul telo prima dell’impressione dell’immagine e Garlaschelli li aggiunge dopo. Quindi di cosa stiamo parlando? L’iniziativa del Cicap non è scienza, è pura comunicazione. E come tale va considerata e analizzata.
Cosa stanno comunicando questi tronfi omuncoli che non hanno la statura umana per stare di fronte alla realtà della Sindone con il rispetto che richiede una cosa grande e unica? Stanno comunicando solo disprezzo.
Disprezzo per chi, dall’interno di un’esperienza di fede che non dipende certo dalla Sindone, guardando la Sindone si commuove, si sente ancora una volta preso e coinvolto da un incontro che gli ha cambiato la vita. Se la Sindone è opera di un artigiano si parla di un grande artigiano. Non di un Dulcamara da baraccone. Ma il Cicap allestisce una messinscena ridicola perché vorrebbe sintonizzare sul registro del ridicolo la considerazione del pubblico per qualcosa di grande che suscita in qualcuno sorpresa, in altri ammirazione, in altri ancora commozione e venerazione. Perché lo fanno? Perché la Sindone li scandalizza. Anche se la Sindone stessa non pretende di essere indiscutibilmente il sudario di Cristo. Nessuno lo potrà mai provare e nessuno potrà mai provare il contrario, e questa è una vertigine che per degli omuncoli non è sostenibile.
Disprezzo anche per la Scienza, quella con la S maiuscola che il Cicap non conosce. Basti questa risposta, che spiega perché il Cicap non sta facendo niente di serio e, pretendendo che gli scienziati seri perdano tempo a considerare i suoi risultati, mostra di non avere alcun rispetto per chi non ha tempo da perdere. Però nel 2010 ci sarà una nuova ostensione della Sindone, se ne parlerà molto come è sempre avvenuto. Il Cicap sta tentando di sfruttare a suo vantaggio l’attenzione mediatica che l’avvenimento comincia a generare. Non è il primo e non sarà l’unico neanche a questo giro. Però i giornali dovrebbero trattare questi squallidi approfittatori per quello che sono, e relegare le loro “sensazionali dimostrazioni” a un trafiletto in fondo alle pagine culturali. Anzi, di spettacolo. Dopo i programmi della televisione.