Cronachesorprese

14 Ottobre 2009

Meno male che la Binetti c’è

Filed under: Il postulante de-genere — alessandro @

Qualcuno nel PD dovrà spiegare quanto è democratico un partito in cui un deputato non può votare secondo le sue convinzioni su una questione chiaramente di principio come quella contenuta nelle norme antiomofobia. L’impressione è che la reazione di Franceschini (che trovo gravissima: come fa a dire “Credo che questi non siano temi su cui ci possa essere libertà di coscienza”? E su quali allora?) e di altri del partito contro una di loro, colpevole solo di coerenza, sia dettata dalla necessità di darsi un contegno per la pessima figura fatta con la bocciatura in aula sulle pregiudiziali di costituzionalità del provvedimento. Pessima figura, occorre precisare, che non dipende certo dal singolo voto della Binetti ma da una strategia suicida che ha portato a un risultato di 285 contro 222.
Come ampiamente prevedibile l’omofobia (mal definita) sta diventando una clava laicista. La Binetti non è omofoba e si preoccupa a ragione delle discriminazioni che potrebbero crearsi a tanti livelli, soprattutto educativo e religioso. Facciano un testo che definisca precisamente quando applicare le aggravanti per omofobia e che escluda alla radice il consolidarsi di un nuovo (e anticostituzionale) reato di opinione.

Articoli correlati

Intercettazioni repubblicane
Mi autodenuncio

12 Ottobre 2009

Quei melmosi anni novanta

Filed under: cronache — alessandro @

Ero finalmente un disoccupato professionista e pensai che l’importante fosse non fermarsi“.

Sarà perché anch’io sono un po’ bastian contrario come lui, ma trovo questa memoria di Filippo Facci dieci volte più interessante di tutti i sermoni di Travaglio. Una voce come quella di Facci è preziosa e lo sarà ancora di più nei prossimi anni, quando sentiremo il bisogno (o almeno lo sentiranno le teste autopensanti) di guardare un po’ più a fondo dentro a certi miti e dogmi che hanno avuto origine negli improvvidi anni novanta.

Sentiremo in tanti il bisogno di spiegare come disprezzavamo la violenza di tangentopoli senza essere craxiani, come abbiamo trovato sempre ideologico e perfido l’antiberlusconismo senza essere berlusconiani. I bastian contrari salveranno l’Italia da chi pretende di scrivere la storia d’Italia nel momento stesso in cui fa cronaca, nel momento, cioé, in cui impone la selezione dei fatti e delle opinioni.
Bisogna solo resistere ancora un poco. Ancora un po’ di pazienza. Grazie anche a Facci intanto, e ai pochi come lui.

9 Ottobre 2009

Tecniche sindoniche per stampare i giornali

Filed under: cronache — alessandro @

Questo Garlaschelli mi sembra un personaggio abbastanza triste. È triste la spocchia con cui ha pensato che per fare una sindone “medievale” bastasse pucciare uno dei suoi studenti nel colore ocra e poi avvolgerlo in un lenzuolo. E poi impacchettare tutti i risultati di questa farsa in una bella presentazione da convegno scientifico. Se “scientifico” si può chiamare un convegno del Cicap, dove gli scetticoni più tronfi della penisola se la cantano, se la suonano e si battono le mani da soli.

Ho conosciuto personalmente uomini di medicina e di scienza, non credenti, che sono rimasti affascinati dalla Sindone e la guardano e la studiano (e a modo loro la contemplano), anche con sfida ma con il rispetto dovuto a una realtà che davvero sfida la scienza. Loro sanno bene che riprodurre la Sindone, ammesso che sia possibile, non può essere un gioco da baraccone. O da scettici. Ma forse nessuno ha mai spiegato ai cicappini che uno scienziato non è uno scettico: è un uomo che ha la preparazione, la sensibilità e l’intelligenza per porsi le domande giuste. E che è anche capace di commuoversi, quando i risultati delle verifiche rendono possibile la commozione.

Spero che sia chiaro a tutti che la “dimostrazione” che verrà raccontata ad Abano Terme nei prossimi giorni non ha niente di scientifico. Se qualcuno per caso avesse dei dubbi, legga quali sono i veri connotati della Sindone che nessuno è mai riuscito a riprodurre in uno stesso oggetto. È assodato scientificamente che la Sindone non è un dipinto, un calco o un’impressione paratipografica e Garlaschelli usa una tintura ocra per fare un calco; è scientificamente dimostrato che il sangue e il siero si sono depositati sul telo prima dell’impressione dell’immagine e Garlaschelli li aggiunge dopo. Quindi di cosa stiamo parlando? L’iniziativa del Cicap non è scienza, è pura comunicazione. E come tale va considerata e analizzata.
Cosa stanno comunicando questi tronfi omuncoli che non hanno la statura umana per stare di fronte alla realtà della Sindone con il rispetto che richiede una cosa grande e unica? Stanno comunicando solo disprezzo.

Disprezzo per chi, dall’interno di un’esperienza di fede che non dipende certo dalla Sindone, guardando la Sindone si commuove, si sente ancora una volta preso e coinvolto da un incontro che gli ha cambiato la vita. Se la Sindone è opera di un artigiano si parla di un grande artigiano. Non di un Dulcamara da baraccone. Ma il Cicap allestisce una messinscena ridicola perché vorrebbe sintonizzare sul registro del ridicolo la considerazione del pubblico per qualcosa di grande che suscita in qualcuno sorpresa, in altri ammirazione, in altri ancora commozione e venerazione. Perché lo fanno? Perché la Sindone li scandalizza. Anche se la Sindone stessa non pretende di essere indiscutibilmente il sudario di Cristo. Nessuno lo potrà mai provare e nessuno potrà mai provare il contrario, e questa è una vertigine che per degli omuncoli non è sostenibile.

Disprezzo anche per la Scienza, quella con la S maiuscola che il Cicap non conosce. Basti questa risposta, che spiega perché il Cicap non sta facendo niente di serio e, pretendendo che gli scienziati seri perdano tempo a considerare i suoi risultati, mostra di non avere alcun rispetto per chi non ha tempo da perdere. Però nel 2010 ci sarà una nuova ostensione della Sindone, se ne parlerà molto come è sempre avvenuto. Il Cicap sta tentando di sfruttare a suo vantaggio l’attenzione mediatica che l’avvenimento comincia a generare. Non è il primo e non sarà l’unico neanche a questo giro. Però i giornali dovrebbero trattare questi squallidi approfittatori per quello che sono, e relegare le loro “sensazionali dimostrazioni” a un trafiletto in fondo alle pagine culturali. Anzi, di spettacolo. Dopo i programmi della televisione.

7 Ottobre 2009

Scioglialfano

Filed under: semiminime — alessandro @

Se la Consulta di Costituzionopoli si disalfanocostituzionalizzasse, vi disalfanocostituzionalizzereste anche voi?

Piccoli esercizi di ragionamento laico

Filed under: cronache,ratzie stories — alessandro @

Compitino. Orsù all’opera! Non sono poi così difficili, basta applicarsi un momento e non farsi portare dalle onde.

Problema numero uno. Il film di Amenábar su Ipazia non è ancora stato distribuito in Italia. Ogni anno decine di film stranieri anche importanti non vengono doppiati e distribuiti; altri rimangono confinati nei circuiti d’essai. È più facile e giornalisticamente redditizio cercare di capire perché la distribuzione italiana fa così schifo o ventilare fantasiose pressioni vaticane?

Problema numero due. È uscito l’elenco dei contributi alle pubblicazioni periodiche di proprietà di cooperative, fondazioni ed enti morali. La maggioranza va a pubblicazioni di area cattolica. È più facile e bloggisticamente trendy prendere atto che in Italia cooperative, fondazioni ed enti morali sono in maggioranza cattolici perché i cattolici sono più presenti e attivi di altri nella società per tradizione, impegno, voglia di rimboccarsi le maniche oppure indignarsi per un presunto surrettizio generoso rabbocco all’otto per mille?

Problema numero tre. Ma gli umoristi dell’Uaar, oltre a saper scrivere regalando ai veri laici raziocinanti momenti di grande ilarità, sanno anche leggere?

« Pagina precedentePagina successiva »

Powered by WordPress. Theme by H P Nadig