Cronachesorprese

14 Settembre 2009

La scuola, mia madre e altro

Filed under: cronache — alessandro @

Oggi è il primo giorno di scuola. È anche il giorno in cui mia madre compirebbe settant’anni, se fosse ancora viva. Poiché lei ha dedicato una vita alla scuola oltre che alla famiglia mi sembra una bella coincidenza e una bella occasione per ricordarla.

Il giorno del suo funerale guardando quanti suoi ex allievi di età diverse erano presenti in chiesa mi sono reso conto di quanto la sua “maternità” andasse oltre i suoi tre figli. Fare la maestra elementare in un piccolo centro per più di vent’anni non è una cosa che passa senza lasciare traccia. Certo l’esperienza di un figlio non è paragonabile a quella di un allievo. Ma se la maternità fosse solo generazione probabilmente non sarebbe così importante per nessuno. Essere padri e madri è importante perché va oltre. Io non sono padre, non so se lo sarò mai. Non è un pensiero che mi turba o mi mette ansia, perché davvero credo che l’essere genitore deve dipendere almeno in parte dalle circostanze che vivi e dagli incontri che fai. Puoi progettare e ordinare molto della tua vita alla creazione di una famiglia, ed è umano cercare di lasciare il meno possibile al caso. Ma la pianificazione deve arrivare fino a un certo punto. Essere genitore deve rimanere almeno un po’ (solo un po’, non perfettamente) speculare all’essere figlio: e di essere figli di qualcuno, ovviamente, non lo decidiamo. Ho sempre provato disagio, fin da adolescente, a sentir parlare dell’essere padri e madri esclusivamente come obiettivo, come risultato da “spuntare” con una crocetta prima o poi; o ancora come una cosa che “te tocca”; o come una cosa che si desidera sopra ogni altra al punto da decidere della dignità o del significato di una vita. C’è davvero una sola cosa che decide della dignità di una vita ed è l’andare oltre. Qualsiasi cosa si faccia.

Penso che mia madre abbia vissuto profondamente la sua maternità perché ha avuto modo (io la chiamo grazia, gli altri la chiamino come vogliono ma non la contrabbandino per capacità o per fortuna) di viverla oltre noi tre. Vedo che oggi molti insegnanti hanno deciso di cominciare la scuola contro la scuola. Mia madre non l’avrebbe mai fatto. E non per motivi ideologici. In un inizio c’è sempre qualcosa di sacro, qualcosa che va oltre. Come in una nascita. Una madre che è anche insegnante lo sa bene. Si possono avere mille ragioni per protestare, ma l’inizio è l’inizio. È come dire: io sono dentro a questa cosa e questo inizio lo rispetto perché in ciò che inizia oggi c’è qualcosa che va oltre. Guardo questo inizio per quello che vale, anche se sono un precario senza incarico. Poi un attimo dopo posso anche protestare. Ma se la protesta coincide con l’inizio vuol dire che non c’è neanche un attimo per guardare in faccia quei bambini o quei ragazzi, e che le loro facce valgono poco. Varrebbero poco comunque, con un incarico o senza. Sono “secondarie”, letteralmente: vengono dopo. E allora mi chiedo che valore ha la protesta. In nome di cosa si protesta.

5 Comments »

  1. bellissimo post, ale :-)

    Comment di lullaby — 14 Settembre 2009 @

  2. molto bello. “chi vuole un figlio non insiste…” canta pino daniele, è questo il senso delle sue parole e delle tue, per me. andare oltre. sempre in ogni cosa che si fa. figli o non figli. è questo il senso. tua mamma ha fatto davvero un buon lavoro se tu sei come sei :)

    Comment di imbarcoimmediato — 15 Settembre 2009 @

  3. grazie lull :-)
    imbarco, io sono come sono “nonostante” l’ottimo lavoro di mia madre ;-)
    mi piace molto la citazione di pino daniele

    Comment di alessandro — 15 Settembre 2009 @

  4. Ho avuto la fortuna di fare un’esperienza simile, mia madre è stata per 35 anni assistente sociale in una piccola struttura, per ragazzi prima disadattati poi disabili,alcuni di loro fanno un po’ parte della nostra famiglia. Lei non lo sa e forse nemmeno ci crederebbe, ma tanto di me viene da lì, mi ha insegnato più lavorando che non se fosse stata sempre a casa a badare “solo” a me.

    Comment di margherita73 — 20 Settembre 2009 @

  5. già, non lo sa. e mi chiedo quanto i genitori accettino questo modo dei figli di imparare da loro senza che loro “controllino”. a pensarci dovrebbe essere qualcosa di gratificante, ma non è detto.

    Comment di alessandro — 22 Settembre 2009 @

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