Cronachesorprese

7 Dicembre 2008

Supernova

Filed under: cronache — alessandro @

È nata Caterina, e io abbraccio Tambu ed Estrellita :-)

5 Dicembre 2008

Genova by Winterbottom

Filed under: lo spettatore indigente — alessandro @

Sarò per qualche tempo uno dei pochi fortunati in Italia ad aver visto Genova di Michael Winterbottom. Sono appena tornato dall’anteprima italiana. Ci sarà un’altra serata a inviti nei prossimi giorni. Poi per il momento basta, perché il film non ha ancora trovato distribuzione e non era neanche doppiato.

Sono molto contento di vedere Genova e la Liguria in tanti film, e ora non più solo italiani, ma temo che la Film Commission regionale stia un po’ esagerando. O forse sono i registi che esagerano inserendo troppi “tributi” da cartolina nelle pellicole. Soprattutto quando non ce n’è proprio bisogno: i dialoghi da guida turistica inseriti all’arrivo in città dei tre protagonisti (un padre, Colin Firth, che in seguito alla morte della moglie si trasferisce a Genova con le due figlie, un’adolescente e una bambina) sono veramente inutili e stucchevoli. Il regista però si riscatta (o si ribella) non limitandosi ai percorsi da turista, ma andando a riprendere anche lo sporco e il degrado. Con leggerezza, senza compiacimento o sacro furore documentario: la macchina da presa semplicemente passa dove passa, e non censura niente.

Winterbottom, presente in sala questa sera, si è “scusato” per aver girato a Genova un film che avrebbe potuto essere girato anche da un’altra parte. È la stessa riflessione che avevo fatto per Giorni e nuvole, ma questa volta sono meno d’accordo. È vero che il perdersi e il ritrovarsi continuo che sta nella storia poteva essere ambientato in una città nordafricana, o a Napoli, o a Palermo, insomma in una qualsiasi città di mare con un centro storico sufficientemente incasinato. Ma non so quante altre città offrono questa alternanza di silenzi e caos nello spazio di pochi metri, di colore e di gelido ritegno. Winterbottom sembra aver interiorizzato, girando, questa cifra della Superba, e la ripropone continuamente per tutto il film, sulla falsariga del loop emotivo in cui si trovano padre e figlie.

4 Dicembre 2008

Lettera aperta a Don Andrea Gallo

Filed under: cronache,Il postulante de-genere — alessandro @

Caro Don Gallo, lei non può non sapere. Non può ignorare che la Chiesa di cui lei è ministro non ha mai chiesto all’Onu di non depenalizzare l’omosessualità. Se non lo sa, e prende posizione senza documentarsi e appiattendosi sulla posizione dei manifestanti che lei via via benedice con il suo presenzialismo ormai un po’ compulsivo, la sua è un’ignoranza colpevole, molto più colpevole di quella del giornalista che ha riportato in prima pagina sul Secolo XIX di oggi questa menzogna:

Parte da Genova la protesta di Arcigay dopo che il Vaticano ha chiesto all’Onu di non depenalizzare l’omosessualità. Don Gallo: “Il Vaticano è omofobo”.

Le civette in prima pagina sono tra le cose più lette in assoluto. Il danno è enorme, oggi migliaia di persone in tutta la Liguria avranno ripetuto quella menzogna. Che lei ha benedetto con la sua partecipazione a una protesta che non ha senso rivolgere contro la Chiesa.

Lo sappiamo tutti che l’ultima sua preoccupazione è quella di evitare di dire cose sgradite ai suoi superiori. Molti la ammirano per questo, io no. Ammiro una parte del suo impegno, rispetto la sua voglia di schierarsi, di combattere, il suo stare con i poveri e gli ultimi. Non mi è mai piaciuto invece il suo puntuale venire in soccorso di tutti i sentimenti di ostilità verso la Chiesa, come per chiamarsi fuori, come per dire: non tutti i preti sono così. Sto a Genova da più di vent’anni e mi è capitato troppo spesso di sentir diire: eh, se tutti i preti fossero come Don Gallo… Conosco bene questo giudizio: è tipico di chi non prova amore e passione per la Chiesa e non ha nessuna intenzione di capire che cosa la Chiesa sia davvero. È tipico di chi pensa (e quanto si sbaglia lei, da sacerdote, dovrebbe capirlo) che il cristianesimo ha i decenni, al massimo i secoli contati, e vede la sua posizione come un chiaro sintomo di dissoluzione interna, e più o meno segretamente se ne compiace.

Ora, se il non guardare mai in faccia alla gerarchia fosse motivato sempre dalla nettezza del giudizio, dall’evangelico sì sì, no no, io sarei sempre dalla sua parte. Ma se, come a mio parere capita di frequente, la sua motivazione più o meno istintiva è quella di assecondare ogni risentimento verso la Chiesa come se fosse sempre causato da un’effettiva mancanza di carità, allora non mi sta più bene. La Chiesa di cui lei fa parte non è corresponsabile delle discriminazioni e delle vere e proprie persecuzioni che avvengono in molti paesi sulla base dell’orientamento sessuale. Non è omofoba. Questo giudizio non finirà sulla civetta del Secolo XIX di domani. Però è verità, e non menzogna.

3 Dicembre 2008

Kinotto polimorfo

Filed under: cronache — alessandro @

Siamo ancora per un mese nell’anno del chinotto, istituito con editto autocratico da uno dei pochi siti mondiali che se ne occupa. Se me ne fossi accorto prima quest’estate avrei cercato di celebrarlo più degnamente :-)
Per gli appassionati della bevanda, e per chi ancora scandalosamente ignora cosa sia in natura il chinotto (i liguri, in particolare, non hanno nessuna scusante), segnalo questo imprescindibile articolo che ho visto ora aggregato da Blogbabel.

ps
Qualcuno mi sa spiegare cosa vuol dire precisamente amaricante? Non c’è gusto a googlare per queste cose, preferisco il calore dell’interpretazione umana :-)

2 Dicembre 2008

Upgrade dei diritti, crash di sistema

Filed under: Il postulante de-genere — alessandro @

I giornali oggi sono mediamente abbufalati sull’ordinaria linea di disonestà intellettuale che è ammessa solo quando si parla dei cattolici e del Vaticano. Il record del titolo più stronzo però questa volta va a Libero.it: “L’omosessualità resti reato”. Tra virgolette. Come se fosse una citazione esatta della presa di posizione del rappresentante vaticano all’Onu Celestino Migliore. Che ha espresso diffidenza, e motivata, sulla proposta francese di approvare una fumosa “depenalizzazione dell’omosessualità”.

Depenalizzazione! E come si fa a essere contro? Oh, questo significa parlare chiaro. Una bella etichetta che sarà compresa al volo in tutti bar del mondo, e commentata unanimemente: “La Chiesa è contro? Ma allora i preti vogliono sbattere gli omosessuali in galera!”. Complimenti alla Francia per aver suscitato dibattiti di così alto livello.

Come nota giustamente Il Foglio, se la proposta francese verrà accolta il risultato sarà nullo nei paesi in cui la discriminazione in base all’orientamento sessuale è una regola; e si andrà invece a esercitare una pressione sugli stati come l’Italia o la Polonia che già rispettano tutti i diritti fondamentali dell’uomo.

Chiaro che né Migliore, né padre Lombardi né qualunque altro esponente della Chiesa che sia stato interpellato sulla questione si è mai espresso a favore della classificazione dell’omosessualità come reato.
Seriamente: qualcuno può dar credito all’immagine di un Vaticano che vuole che l’omosessualità sia reato? All’Onu prevalentemente si gioca a scacchi. Il Vaticano ha detto tre no in serie su questioni che riguardano tre temi (che poi sono due): aborto, omosessualità e disabilità. Il giochino di gettare discredito su chi dice no è sicuramente molto facile, e la strada per l’attacco mediatico è bella spianata. Ma il punto è che i no del Vaticano sono tutti non sulle singole questioni, ma contro la logica di fondo di queste proposte, che sparando alto con una “depenalizzazione” che non sortirà alcun effetto pratico vuole in seconda battuta contrabbandare per diritti altri aspetti, che dovrebbero essere sempici opzioni per gli stati. Si pensa male? Ma ci si azzecca. Metteteci in condizione di non pensare male. Tanto l’unanimità mondiale su certe questioni ve la potete scordare. Se chi fa queste proposte volesse veramente definire delle piattaforme su cui trovare il maggior consenso possibile le formulerebbe molto diversamente. Ma poi, in definitiva: a cosa servono queste mozioni, se non a mettere il Vaticano in un angolo?

La dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, di cui si celebrerà tra qualche giorno il sessantesimo anniversario, già condanna le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale. Avvengono ancora cose atroci in troppe parti del mondo? E sai che novità. Ma ammesso (e per nulla concesso) che esistano ulteriori diritti da riconoscere, che bisogno ha l’Onu di questo upgrade dei diritti se ancora non riesce a far rispettare quelli già riconosciuti?

Seriamente. Chi crede che da oggi il Vaticano sia moralmente responsabile delle discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale è vittima di una strumentalizzazione, e dovrebbe rifiutare di farsi raccontare queste balle. E invece lo so come andrà a finire: per togliere questa menzogna dai media, e poi dalle conversazioni di quelli che ripetono per sentito dire, ci vorrà una decina d’anni. Almeno.

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