Cronachesorprese

19 Luglio 2008

Alex Britti, un pop di blues

Filed under: le specie musicali — alessandro @

“il blues non è una musica, è un pensiero”. Oddio Alex, non lo so. Certo è apprezzabile che tu voglia dire una cosa che, se non costringe, almeno invita a pensare.
Che il blues non sia solo una musica è evidente a chiunque abbia passato un momento nella vita in cui l’ha incontrato e l’ha amato. A me è capitato a quattordici anni con le scalpellate di Roberto Ciotti in Super Gasoline blues.

Ora lo so che dire a un chitarrista che scalpella potrebbe non sembrare un complimento. Ma chi conosce Super Gasoline Blues sa che lo è, perché quel blues dà l’impressione di essere scolpito in una materia sonora dura, grezza e preziosa.
Per cui il blues per me prima che un pensiero è stato un pugno, materia pesante. Un colpo che era forse necessario per schiudermi, però, la porta di quella che dicono essere l’età della ragione. E quindi forse tutti i torti non li hai: il blues è anche pensiero. Materia pesante e pensante. Di sicuro non è solo musica.

Ora lo so, poi, che sembra un modo strano di cominciare a parlare di un concerto di Alex Britti. Lui che in una canzone, citata anche nell’ intro del suo sito, dice di fare pop italiano. Lui con le sue note rotonde, i motivi facili accompagnati da testi per lo più spensierati, la voce calda ma non cupa né seriosa che piace alle ragazzine. Lui che le donne sa come prenderle, con quella canzone così ruffiana che dice che non vuole provarci solo per portarle a letto e sa aspettare. E niente ti fa pensare che stia mentendo, capiscimi.

E però intanto quella cosa sul blues l’ha detta lui, non me la sono inventata io. È stato lui a infilare il bottleneck, a tirare fuori la chitarra dobro e a far risuonare la sua voce scabra e metallica in faccia ai ragazzini accorsi a sentirlo. E per cosa? Per introdurre un pezzo liscio come Milano. Bisogna sentirlo suonare, possibilimente dal vivo, per capire che bel regalo è Alex Britti per la musica italiana. Fanno dieci anni in questi giorni, ci fa sapere, che ha deciso di fare il cantautore uscendo dalle seconde file che ha molto degnamente occupato come chitarrista. E se ne sentissi parlare senza ascoltarlo diresti che è un presuntuoso o uno che si è fatto furbo e ha trovato una nicchia furbesca di mercato, perché il carisma del cantautore uno non se lo inventa da un giorno all’altro ed é improbabile che lo scopra a trent’anni o giù di lì.

Certo, che avrebbe potuto vendere l’avrà capito. Ma non è tutto qui. Sempre per parafrasare quella sua canzone ruffiana, ci crederei se mi dicesse: “sarebbe squallido provarci, a fare il cantautore, solo per vendere”. Ci crederei perché la sua musica e il suo modo di suonarla e interpretarla sono gradevoli e insieme credibili. Provate a pensare al motivo più facile e commerciale del mondo suonato dal più grande genio musicale di tutti tempi. Che so, pensate a Tanti auguri a te suonata da Mozart. Non pensate che sarebbe ugualmente interessante, anzi che potrebbe essere molto più interessante che sentirlo suonare altre cose più difficili e impegnate? Britti non è Mozart, ma è un signor chitarrista. E quando canta e suona una stronzatina come La vasca hai l’impressione di ascoltare qualcosa di bello e perfetto. Di scolpito, a modo suo. Quando hai addosso il blues, non te lo togli facilmente. E lo passi agli altri. Tutta la gente canta con te, Alex, tutti sono contenti di ascoltarti e si sentono a loro agio. Il modo in cui metti insieme la loro voglia di cantare e il tuo modo di essere musicista fin nelle ossa è qualcosa che fa stare bene. Unire il difficile al familiare, armonizzarli come se fossero un vestito confezionato da una pezza unica senza cuciture non riesce a tutti. Eppure quando attacchi L’isola che non c’è, ovvero la più dylaniana (difficile, difficilissima da cantare, nonostante le apparenze) ma anche la più popolare delle canzoni di Bennato, e tutti pensano di seguirti, la ciambella ti riesce di nuovo con il buco.

Poi può darsi che tu abbia in sostanza una fortuna sfacciata. C’era la luna, c’erano le stelle: facile cantarlo qui a Rapallo, in una delle sere più belle di quest’estate non proprio generosa finora. Anche qui può arrivare l’odore del mare a prendermi. Anche qui? Andiamo Alex: dove, se no?

Rapallo, 15 luglio 2008

Alex britti ha suonato nell’ambito della rassegna Palco sul Mare Festival.

1 – Gelido
2 – Da piccolo
3 – Una su un milione
4 – La vita sognata
5 – Le cose che ci uniscono
6 – Prendere o lasciare
7 – Se il feelin’ non c’è
8 – Milano
9 – Come chiedi scusa
10 – Sembrano lacrime
11 – Settemila caffé
12 – Dendedendendenden
13 – Solo con te
14- Jazz
15 – Oggi sono io
16 – L’isola che non c’è
17 – Solo una volta
18 – Zingaro felice
19 – La vasca

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