Cronachesorprese

23 Maggio 2008

Think (really) different

Filed under: cronache,Il postulante de-genere — alessandro @

Vanz riporta uno scambio di battute da un episodio (forse è questo) della serie televisiva americana West Wing. Secondo Vanz esprime la posizione “più razionale, democratica e costituzionale” (ma per quale costituzione?) su una questione molto dibattuta e rende merito allo sceneggiatore Aaron Sorkin.

Non sono d’accordo. Nel ragionamento manca un fattore. Se lo Stato regola con le sue leggi il matrimonio (potrebbe anche non farlo) ha anche la responsabilità di definire cos’è: nel momento in cui decide di regolarlo non può lasciarne la definizione al sentimento dei singoli. Per la definizione giuridica di matrimonio non è indifferente che sia tra individui dello stesso sesso o di sesso diverso. La differenza tra le due unioni è una differenza reale e non un’astrazione e produce conseguenze diverse anche per la vita associata. È insomma una differenza considerabile giuridicamente. Quindi lo stato potrebbe anche regolare l’unione tra omosessuali come specie diversa dal matrimonio senza ledere i diritti di nessuna minoranza, anzi proprio per tutelarli.

4 Comments »

  1. “Per la definizione giuridica di matrimonio non è indifferente che sia tra individui dello stesso sesso o di sesso diverso”

    Per la definizione giuridica ATTUALE di matrimonio non è indifferente che sia tra individui dello stesso sesso o di sesso diverso.

    Le leggi, e non te l’insegno io, sono lo specchio del sentire, della cultura e della civiltà di un’epoca. Se fossero immutabili avremmo ancora i matrimoni combinati e la lapidazione delle adultere (come spiega lo stesso episodio di West Wing).

    I tempi, il sentire, la cultura e la civiltà sono cambiati. Tu puoi dirmi di no, io potrei forse dimostrarti di sì col fatto che gli stessi credenti più fondamentalisti non rispettano i dettami della Chiesa riguardo a sesso prematrimoniale e contraccezione, preferendo avvalersi delle più confortevoli leggi dello stato.
    Che hanno introdotto divorzio e aborto proprio in contrasto alle definizioni giuridiche precedenti.

    Sul fatto che saranno introdotte forme di unioni di fatto diverse non ho dubbi, ma non credo minimamente che questo sarà fatto per ragioni di tutela. Tutela di cosa, peraltro?

    Della sensibilità di coloro che credono in ordinamenti giuridici precedenti, o di chi aderisce ai dogmi? Abbiamo visto che entrambi sono destinati a scomparire e/o non essere rispettati.

    Comment di vanz — 3 Giugno 2008 @

  2. perfetto, ma sono appunto le maggioranze a determinare il cambiamento del sentire, della cultura e conseguentemente delle leggi. quindi nel ragionamento di sorkin, come dicevo, manca un fattore.
    anch’io penso che molto probabilmente la legislazione sulle unioni di fatto, comprese le unioni omosessuali, cambierà con il tempo. ma non sarà necessario che lo stato si prenda la briga di dare una definizione diversa di matrimonio. per come la vedo io potrebbe considerare come ulteriore realtà da regolare giuridicamente l’unione tra persone dello stesso sesso, senza scomodare il matrimonio, che è oggettivamente un’altra cosa.
    ciò che volevo far notare è che la definizione attuale di matrimonio, che contempla solo le unioni eterosessuali, si basa su una differenza reale, non su un pretesto. la società, il comune sentire, la storia dei nostri costumi, tutto quello che vuoi ha portato lo stato a dare rilevanza giuridica a una differenza reale. a me sembra un buon metodo da cui partire anche per definire nuovi istituti, nuove forme di unioni o di contratti tra individui. ma non sarebbe un allargamento della sfera dei diritti: non è che ora c’è chi ha diritto a sposarsi e chi non ha diritto. ora c’è un matrimonio definito in un certo modo, non per ossequio a qualche autorità religiosa o morale ma per aderire alla realtà dei rapporti tra individui che la società riconosce pieni di valore al punto da sentirli come costitutivi. e poi c’è la possibilità di regolare altre cointeressenze tra individui con le forme della contrattazione privata. il legislatore di domani, seguendo le richieste della società, probabilmente dovrà scegliere: o inventare nuovi istituti, che sarebbe meglio; o snaturare quelli esistenti seguendo la pretesa di renderli più inclusivi. se sceglieranno la seconda opzione non sarò d’accordo, e penserò che il diritto degli eterosessuali di veder riconosciuta dallo stato la differenza specifica della loro unione sarà un po’ conculcato. ma non ne farò una tragedia, e continuerò a pagare le tasse :-) in attesa, magari, di tempi diversi in cui rivedere un po’ la questione.

    Comment di Alessandro — 4 Giugno 2008 @

  3. Alessandro, partiamo da presupposti diversi, è difficile che arriviamo a una conclusione comune: secondo me non c’è niente di immutabile quando si tratta di organizzazione della società umana.

    Ma qui la questione non è storica, è di diritti: si potrebbe benissimo creare un’altra formula per legittimare l’unione di fatto tra persone dello stesso sesso, ma il punto è che loro vogliono potersi sposare, e una volta che sancisci il diritto agli omosessuali di formare una coppia (e ci mancherebbe altro) non consentirgli di sposarsi come chiunque altro è discriminatorio.

    A parte che è una questione prima di tutto di tutele di legge (se sei disposto a garantire le stesse dell’unione matrimoniale, di fronte alle leggi dello stato, per me puoi anche chiamarle unioni di fatto), è anche una questione di libertà di scelta e diritti civili.

    Non a caso il post recitava:

    – Freedom of choice isn’t a minority value just because the majority doesn’t agree with the minority’s choice.

    Comment di vanz — 4 Giugno 2008 @

  4. ma non mi sembra di aver detto che penso a una società immutabile, anzi mi sembra di aver detto il contrario.
    certo, partiamo da presupposti diversi e inconciliabili. ma il confrontarli serve a far venire fuori meglio le differenze, e quindi a valutarle meglio.
    se la legge chiama matrimonio soltanto l’unione tra eterosessuali, e al contempo garantisce e tutela la libertà di formare unioni di altro genere, non vedo la discriminazione. la questione non è solo nominalistica, dato che far passare anche nelle leggi la differenza che realmente esiste tra coppie omo e coppie etero consentirebbe, con il tempo, di specializzare anche il diritto e l’esperienza amministrativa ad accogliere proprio quella differenza e, credo, a valorizzarla. e quindi a prospettare in futuro una maggiore libertà di scelta, che verrebbe invece preventivamente interdetta dal frettoloso appiattimento dell’unione omosessuale sul modello del matrimonio.
    mi rendo conto che è un modo di approcciare la questione che può essere considerato stravagante. però mi sembra il modo più ragionevole, partendo dal presupposto (che tu non condividi) che i due tipi di unione siano diversi.

    Comment di Alessandro — 5 Giugno 2008 @

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