Faccio un post un po’ più lungo del solito per chi ha voglia di approfondire. Il mio amico Searcher ha accolto gentilmente il mio invito e ha riassunto la vicenda di Galileo.
Come nel suo stile, la spiegazione è semplice e alla portata di chiunque, anche dei professori della Sapienza ;-)
Sono cose che dovrebbero essere ultranote e non dovrebbe essere necessario un fisico, quale Searcher è, per ricordarle. Forse non è tutto, forse c’è dell’altro: non si tratta di chiudere una questione storiografica ancora oggi aperta. Anche senza le semplificazioni illuministiche probabilmente il caso Galilei appassionerebbe ugualmente: ma forse i termini della questione sarebbero un po’ diversi e le diverse interpretazioni non sarebbero così antitetiche come avviene oggi.
1 – La frase incriminata è di Feyerabend. Ho letto uno dei suoi libri, mi sembra uno che pur di andare contro la maggioranza abbraccerebbe il sistema tolemaico. Sarebbe interessante trovare il contesto, così come hai fatto per la citazione della citazione. E bisognerebbe capire se si riferisce al processo del 1616 o a quello del 1633: il primo fu un processo per eresia contro la dottrina copernicana, nella quale Galileo fu coinvolto in maniera ufficiosa; il secondo fu un processo disciplinare contro Galileo, che non aveva rispettato le conclusioni del primo ed aveva ottenuto l’imprimatur per il “Dialogo” in maniera non del tutto trasparente.
2 – Sui processi non ci sono grandi verità nascoste: abbiamo i verbali. Si tratta di capire di cosa si parla, e purtroppo quei pochi che leggono i verbali dei processi raramente capiscono di cosa si parla. Quelli che potrebbero capire, di solito hanno solo ascoltato la leggenda di seconda o terza mano.
3 – Galileo non fu mai torturato: certo, secondo le consuetudini dell’epoca la tortura veniva praticata, ma gli ultrasessantenni erano esentati per legge, e Galileo ne aveva quasi 70 durante il processo. Non solo: Galileo non subì mai un arresto e non fece un solo giorno di galera. Durante il processo del 1633 alloggiò dall’ambasciatore del Granduca di Toscana, a Trinità dei Monti. Si presentò al processo su semplice invito del tribunale, che fu così gentile da attendere sei mesi tra qualche certificato medico (sono tutti a verbale) e difficoltà del viaggio. In effetti, Galileo dovette trattenersi ad Acquapendente per una quarantena sanitaria, ospite di una squallida pensioncina, e sempre si riferirà a quel periodo come al disagio maggiore.
4 – Galileo uscì dal processo del 1633 con un giudizio di assoluzione, a seguito dell’abiura fatta “con cuor sincero e fede non finta”. Ma la sentenza prosegue:
“et acciocché questo tuo grave e pernicioso errore e transgressione non resti del tutto impunito, et sii più cauto nell’avvenire et essempio all’altri che si astenghino da simili delitti, ordiniamo che per pubblico editto sia prohibito il libro de’ Dialoghi di Galileo Galilei. Ti condanniamo al carcere formale in questo Santo Offizio ad arbitrio nostro; e per penitenze salutari t’imponiamo che per tre anni a veniri dichi una volta la settimana li sette Salmi penitenziali: riservando a noi facoltà di moderare, mutare, o levar in tutto o in parte de sodette pene e penitenze”.
Il carcere formale (oggi diremmo forse arresti domiciliari) si svolse nella splendida villa di Arcetri, dove Galileo visse fino alla morte continuando ad insegnare, pubblicare libri, scrivere lettere e ricevere visite – tra gli altri: John Milton e Thomas Hobbes -, assistito dagli allievi più vicini e dalle suore carmelitane del vicino convento nel quale era entrata la figlia, suor Maria Celeste – che nome stupendo! -. Fu proprio la figlia, con il consenso del tribunale, a recitare i salmi al posto del padre.
5 – Il processo del 1616 riguardava l’accettabilità della dottrina copernicana in base alla Bibbia ed alla teologia cattolica. La questione della Bibbia è inesistente: il versetto (Giosuè 10,12) che affermerebbe la mobilità del Sole è risibile, e Galileo dimostrò brillantemente che quel versetto era incompatibile anche con il sistema tolemaico. I protestanti erano molto più attaccati ad una interpretazione letterale, e probabilmente una delle motivazioni del processo fu la necessità per la Chiesa di difendersi dall’accusa dei luterani di aver tradito la Bibbia. La dottrina copernicana fu condannata come “formalmente eretica”, e di conseguenza essa si poteva considerare solo “ex suppositione”. In pratica, si poteva dire che “supponendo che la Terra ed i pianeti orbitino intorno al Sole, possiamo descrivere tutto ciò che si osserva”, ma non si poteva dire che “siccome osserviamo questo e questo, è dimostrato che la Terra orbita intorno al Sole”. Il che era perfettamente ragionevole: per le conoscenze dell’epoca il sistema di Tolomeo e quello di Copernico erano assolutamente equivalenti, ed entrambi funzionavano benissimo, con l’unica differenza che quello tolemaico aveva quasi 1500 anni di tradizione, quello di Copernico meno di un secolo. Inoltre, il sistema copernicano violava le leggi fisiche allora comunemente accettate, il che è un bell’ostacolo. Ma funzionava, ed era usato ed insegnato (ad esempio, anche dai gesuiti dell’osservatorio vaticano).
7 – Oggi diciamo che la Terra orbita intorno al Sole, ma con gli occhi di oggi il sistema copernicano è assurdo quanto quello tolemaico, solo un po’ più cervellotico. La scienza va avanti: c’è stato Newton, c’è stato Einstein.
8 – Galileo non fu condannato nel 1616. Anzi, siccome a Firenze cercavano di sputtanarlo dicendo che era stato condannato, andò dal cardinale Bellarmino e si fece fare un certificato. Anche questo è a verbale.
9 – La posizione della Chiesa, allora come oggi, è quella sintetizzata dal cardinale Bellarmino nella celebre lettera al padre Foscarini. Dico allora come oggi perché Giovanni Paolo II si rifà proprio a quella. In sintesi, Bellarmino fa un discorso di logica:
– La Scrittura, la Tradizione ed il Magistero della Chiesa vanno presi sempre insieme (come ancora oggi insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica). Queste tre fonti sono concordi nel dire che il Sole orbita intorno alla Terra.
– Anche la scienza fino a poco fa concordava, ma ora vediamo che c’è qualche dubbio.
– Siccome anche la scienza trova la verità, e due verità non possono essere contraddittorie tra loro, abbiamo solo due possibilità. Se si dimostra che è la Terra a muoversi, cercheremo il modo di interpretare diversamente le Scritture: anzi, piuttosto che sostenere una posizione di cui la scienza dimostra la falsità, diremo che non siamo in grado di comprendere la Scrittura. Se la dimostrazione scientifica non arriva, amici come prima: ci teniamo la Terra ferma ed il Sole che gira. Negare 1600 anni di cristianesimo e 1500 di astronomia solo perché qualcuno ha dei dubbi sarebbe francamente eccessivo.
8 – Tra i due processi, Galileo lavora essenzialmente al “Dialogo sopra i due massimi sistemi”. Il suo obiettivo dichiarato è trovare quella dimostrazione che Bellarmino chiedeva. Risolve brillantemente (anche se sarà Newton a fare il lavoro definitivo, mezzo secolo dopo) il problema più difficile, cioè riformare la fisica in maniera tale da rendere fisicamente accettabile il moto della Terra. Non riesce però a trovare la dimostrazione conclusiva dell’effettivo moto della Terra. Ritiene di averla trovata nel fenomeno delle maree, ma la spiegazione fa acqua da tutte le parti. Non solo dice cose false (ad esempio, che la marea arriva ogni 24 ore e non ogni 12 come accade in realtà), ma per dare questa dimostrazione va contro alle sue stesse affermazioni. Il risultato è che il Dialogo è un libro stupendo se si considerano le prime tre giornate, autocontradditorio se si aggiunge la quarta.
9 – Tanto per capirci: la dimostrazione sperimentale del moto di rivoluzione (Terra intorno al Sole) è del 1838, quando Bessel calcola la parallasse annua di una stella. Qualcuno cita la scoperta dell’aberrazione stellare (Bradley, 1725): non è una prova definitiva, anche se è un fortissimo indizio. La prova del moto di rotazione (Terra sul proprio asse) è il pendolo di Foucault (1851).
10 – In conclusione, se a tenere i processi fossero stati dei fisici, anziché dei cardinali, credo che nessuno avrebbe nulla da ridire. Paradossalmente, potremmo concludere che in questa storia Galileo è il migliore teologo, mentre i cardinali dell’Inquisizione sono i migliori scienziati. D’accordo, è una semplificazione giornalistica, ma ha delle ragioni profonde.
11 – Per tutta la vita, Galileo si firmerà “Galileo Galilei, Linceo”. L’Accademia dei Lincei, fondata nel 1603 dal principe Cesi, era una specie di confraternita scientifica e religiosa insieme, i cui membri si proponevano di glorificare il Signore attraverso il disvelamento della bellezza e razionalità della creazione. Insomma, degli appassionati di ingerenze.
Searcher