Cronachesorprese

30 Luglio 2007

Un twitter di trenta chili

Filed under: il viandante digitale — alessandro @

C’è un twitter di trenta chili sul ramo laterale del mio blog.
E cosa fa?
CIIIIIIIIIIIIP! (Adriano Celentano in Innamorato pazzo, 1982).

Ok, ho deciso di sperimentare questo badge, che dei tre disponibili è il più grosso e invasivo. Vengono visualizzati gli ultimi venti messaggi mandati dagli iscritti di cui ho scelto di essere follower. Come avviene nelle community online, alcuni li conosco, in altri ho incocciato un po’ casualmente. Mi hanno incuriosito per qualcosa che hanno scritto, anche solo un post o un commento. Sono solo i primi, altri ne seguiranno, perchè twitter comincio a usarlo davvero soltanto adesso.

Questa scelta segue all’aggiunta dell’autoroll: un widget di Criteo che aggrega più o meno casualmente a ogni refresh dieci tra i blog iscritti. Anche per questo servizio ho scelto la modalità più vistosa.

La sidebar è una finestra sulla rete. Che sia aperta, e su cosa guardi, dipende da me, dalla mia selezione; ciò che succede fuori però non può dipendere da me. Cronachesorprese è aperto strutturalmente al confronto. Ciò che succede nella sidebar è sostanzialmente fuori dal mio controllo, perché voglio che sia così. Per il momento, almeno.

Nella rete si naviga. Quando si naviga si controlla una direzione ma ci si affida un po’ anche all’instabilità dell’acqua e delle correnti. Sono immerso e accetto di farmi portare. Penso di sapere dove andare, ma non posso controllare tutto. So che la fluidità dell’elemento è un’opportunità di viaggio e di esperienza, e quindi la accetto, con i suoi rischi. I flutti che si frangono a tribordo non sono fatti della stessa materia del mio scafo, sembrano opporsi al suo movimento ma in realtà gli danno stabilità e, insieme, energia cinetica. Se ogni tanto qualcuno dei miei passeggeri rimane ipnotizzato a guardarli non farà proprio nulla di male, e avrà modo di apprezzare la bellezza del viaggio, i paesi che si vedono e si annusano, da vicino o da lontano.

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